Black

Live Report: Behemoth + Abbath + Entombed A.D. + Inquisition @ Live Club Trezzo D’adda

Di Andrea Poletti - 14 Febbraio 2016 - 12:00
Live Report: Behemoth + Abbath + Entombed A.D. + Inquisition @ Live Club Trezzo D’adda

INTRO

Una data come questa non capita spesso in Italia, solitamente nella musica estrema i grandi tour che vedono coinvolti alcuni tra i maggiori act della scena evitano certe realtà nostrane, fatte di bella parole ma pochi fatti. Fortunatamente l’11 Febbraio il Blasphemia Tour 2016 pass per il Live club di Trezzo D’adda, dove Inquisition, Entombed A.D., Abbath e Behemoth, segneranno una pagina importante dell’appena iniziato nuovo anno musicale. Che sia questo un punto di svolta per l’estremo? Vista la massiccia presenza è probabile che da questo punto in avanti il metal, e sopratutto quello più brutale, non sarà più visto come una semplice nicchia per disadattati, ma un punto focale su cui concentrare pensieri e riflessioni dello stile di vita contemporaneo di molte persone.

INQUISITION

Il duo Colombiano ci presenta, come sempre accade, una presenza scenica scarna ma efficace. l’effetto bipolare sul palco lascia sempre un pò senza parole, soprattutto chi non ha bene presente la band potrebbe iniziare a porsi delle domande stile: “ma il bassisita?” “ma la doppia chitarra?” “ma perché solamente due persone?”. Ma perché invece non ci leggiamo un pò la storia della band e comprendiamo, come a volte, è meglio in pochi che mal accompagnati. Il black metal feroce, nichilista dove non esistono orpelli di qualsiasi tipo è alla base concettuale di ogni album dei Colombiani. Nessuna parola, di ringraziamento verso il pubblico, al il quale non arriva altro che staticità e ferra convinzione in ciò in cui si crede. I brani lunghi articolati e dinamici si presentano con dei suoni molto validi e un drumming potente e macchinoso li lascia risaltare al meglio. Il pubblico che inizia ad assieparsi sotto il palco applaude e inizia un headbanging scalmato, promuovendo a pieno l’esibizione dei nostri. Se questo è solo l’inizio ci sarà di che divertirsi.

ENTOMBED A.D.

Oramai anche i muri sanno che dietro al nome Entombed c’è un serie di vicissitudini tali che li ha portati a modificare leggermente il loro nome. Questa non è certo la sede dove continuare a disquisire del più e del meno perché il fattore pubblico è dalla loro, dove c’è LG Petrov c’è casa, dove è lui vi si trovano i veri Entombed, punto. In attesa del nuovo imminente album gli svedesi iniziano a picchiare duro e offrono una scaletta che rende omaggio a presente e passato, facendo scaldare gli animi che di certo no avevano bisogno di essere aizzati, ma ovviamente, meglio così. La produzione dei suoni è riuscita alla perfezione, ovviamente la band sa come interagire col pubblico e riesce a scaldare anche i morti. Sorprendete la costate frase che LG offrerta ai presenti: “this is a night to remember for death metal, Thank you”. Essere lì con testa e cuore è un conto, ma ringraziare e sentirsi parte di una serata speciale per la band stessa deve essere una stimolo per supportare e continuare a valorizzare la causa è molto di più che un semplice parlare a vuoto. Solo due le canzoni tratte dal nuovo ciclo vitale (Midas in Reverse e Second to None) mentre la maggiorate della scaletta è una costate rievocazione dei tempi gloriosi. Canzoni come Living Dead, Reveal in Flesh, Wolverine Blues e l’immancabile Left hand Path hanno infiammato gli animi, per una esibizione che nella sua seppur beve intensità possiamo promuovere a pieno ed applaudire. Sino a quando ci saranno realtà come questa il Death metal, quello vero, non morirà mai.

SET LIST ENTOMBED A.D.

1. Midas In Reverse

2. Stranger Aeons

3. Second to None

4. Living Dead

5. Pandemic Rage

6. Chief Rebel Angel

7. Chaos Breed

8. I For an Eye

9. Revel in Flesh

10. Wolverine Blues

11. Left Hand Path

ABBATH

Arriva il momento di accogliere sul palco Abbath & Co. che lascia partire un’ovazione più unica che rara. Anche se il nuovo corso della sua carriera solista non ci ha portato un album spumeggiante, gli viene riservata un’entrata degna delle più grandi rock star da parte del folto pubblico. Lucido, impeccabile e spiritoso propone una setlist incentrata ovviamente sull’ultimo album omonimo, andando a pescare tra un pezzo e l’altro qualche ricordo di un passato sempre vivo. Una rievocazione del periodo I, che oggi in pochi probabilmente ricordano, e tre tracce dai tempi che furono degli Immortal ci offrono una ottima visione della band. Certamente dovremmo stare a disquisire sui cambi formazione, gente che va e che viene, ma alla fine il risultato è che gli occhi sono puntati tutti di lui e tutto il resto sparisce, polvere al vento. Padre padrone del palco muove il pubblico a sua immagine e somiglianza facendo moine e pose plastiche che lasciano nascere i lacrimosi negli aficionados, gli Immortal non moriranno mai, come recita il monicker. Una prestazione ineccepibile, una produzione dei suoni ottimale hanno fatto centro per una serata che è a tutti gli effetti entrata nel vivo. Certamente il calo di tensione riscontrato a metà scaletta è dovuto alla scelta della band di proporre solo pezzi dal nuovo album, cosa che non ha giovato sull’audience, facendo rilassare un po’ l’attenzione e rischiando di portare un po’ di stanca sulle ginocchia delle persone, ma basta poco, Tyrants, One by one e All shall Fall sono state perfette per dire “era giusto esserci”. A dispetto di una realtà fin troppo contorta, dove avvocati, tribunali e questioni monetarie decidono le sorti della musica andando ad ombreggiare la filosofia alla base del tutto, la musica proposta stasera ci lascia con l’amaro in bocca per le sorti accadute ad una band sempre cara. Raccontare di altro non ha senso perché quando si è li, con i volumi al massimo, nella calca, con le luci che sparano e troneggiano, il cuore batte forte e ricordi il perché hai la passione che brucia forte. Withstand the fall of time, forever.

SET LIST ABBATH

1. To War

2. Winter Bane

3. Nebular Ravens Winter

4. Warriors

5. Ashes of the Damned

6. Fenrir Hunts

7. Tyrants

8. One By One

9. Count the Dead

10. Root of the Mountain

11. Endless

12. All Shall Fall

BEHEMOTH

Cosa dire su questa band che ancora no si sappia? Cosa aggiungere agli innumerevoli traguardi raggiunti negli ultimi anni dai quattro di Danzica? Nulla! I Behemoth sono ad oggi nel bene e nel male una delle più grandi realtà del metal contemporaneo, forti orgogliosi e spavaldi sono riusciti con gli ultimi 3 album ad accrescere il bacino di utenza a tal punto, che anche in Italia dove la presenza di pubblico è sempre un fatto cruciale e abbisale, è talmente elevata da riempire quasi per intero il Live Club di Trezzo. Osannati e rinnegati vanno dritti per la loro strada proponendo per la prima volta The Satanist per intero, un tour dunque celebrativo per quell’album, che ad oggi, è il punto più alto di vendite e riconoscimenti dei nostri. Sopra Demigod, sopra Evangelion e sopra molti dei contemporanei The Satanist è riuscito a incuriosire i diffidenti e riscuotere consensi a destra e manca. Sul palco in posizione plastica scultorea i quattro ci introducono come sempre al rituale attraverso Blow up your Trumphets, Gabriel! che sarà la prima di una lunga cavalcata di settantacinque minuti di applausi. Descrivere canzone per canzone non ha senso e non conduce a nulla, si può parlare di sensazioni, presenze, udito e olfatto; uno show a quadro dimensioni dove il naso vuole la sua parte. Paradossale in effetti, ma l’inserimento di fuochi di scena ha scaldato in tutti i sensi gli animi dei presenti e l’odore di male è salito sino al soffitto. Ooscuro, sinistro e indecifrabile lo show ci offre una novità che solo in pochi magari han percepito. Negal utilizza molto il cantato pulito in certi frangenti e mai così tanto come in questa occasione (Furor Divinis, Messe Noir e Ora Pro Nobis Lucifer) era stato scelto. Una modifica, voluta e ragionata che porta ad una dinamicità maggiore delle tracce, suonate ancora più velocemente da Inferno, prendono un sapore nuovo, contemporaneo e riflettono l’identià della band ai tempi moderni. Meno death come in passato e più black metal, coadiuvato dal classico stile inconfondibile made in Poland. I suoni, quelli non sono stati molto azzeccati, fatto per cui lo stesso frontman è saltato su in diverse situazioni chiedendo spiegazioni ai tecnici, velatamente come da sempre si contraddistingue un signore. La batteria troppo alta probabilmente era un pò impastata, rischiando spesso e volentieri di annebbiare gli altri componenti, ma questi fondamentalmente sono dettagli, stuzzicherie e frivolezze che trovano il tempo che trovano. Assistere ad uno Show dei Behemoth è consapevolezza, dedizione e battito cardiaco aumento. Alla fine del ciclo di The Satanist vengono riprese 4 canzoni fuori dagli schemi: Conquer All e Antichristian Phenomenon sono da lacrime, Chant for Eschaton 2000 chiude la porta ad uno show che non fa altro che alzare i consensi e gli applausi in favore del gruppo. A dire la verità nelle occasioni passate si è sentito di meglio, si è percepita più interazione con il pubblico, che oggi ha di fronte più un teatro con movenze quasi prestabilite, piuttosto che la furia cieca e irrazionale che dovrebbe uscire attraverso certe sonorità. Ore 23.45 circa, si spengono le luci, le ostie sono state donate durante In the Absence of Light e i fuochi sono spenti. Chapeau e alla prossima.

SET LIST BEHEMOTH

The Satanist

1. Blow Your Trumpets Gabriel

2. Furor Divinus

3. Messe Noire

4. Ora Pro Nobis Lucifer

5. Amen

6. The Satanist

7. Ben Sahar

8. In the Absence ov Light

9. O Father O Satan O Sun!

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10.Pure Evil and Hate

11. Antichristian Phenomenon

12. Conquer All

13. Chant for Eschaton 2000

CONCLUSIONI

La serata non si può definire riuscita male, è una ottima serata di metal estremo, una serata dove tutto è stato detto e fatto. L’Italia del metal ha confermato per una volta ogni tanto di esserci, di avere respiro e battito cardiaco quando serve. Unica pecca? I costi del merchandising aumentati a dismisura negli anni (la prima volta che vidi i Behemoth nel 2007 non erano così elevati) che han portato alla tradizionale comparsa di bancarelle fuorilegge di fronte al locale. Evento questo che è stato reclamizzato e accusato dagli headliner sottolinenando “Italian mafia” per i 10€ richiesti a fronte dei 35 di quelle ufficiali. Noi come paese no cambieremo mai, siamo i terroni dell’europa e sempre lo saremo, nel bene o nel male. A buon intenditore, poche parole. Ossequi.