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Live Report: Christmas Bash 9/10 Dicembre 2016

Di Davide Sciaky - 16 Gennaio 2017 - 9:30
Live Report: Christmas Bash 9/10 Dicembre 2016

CHRISTMAS BASH 2016
09-10/12/2016 @ Geiselwind, Germania

Il festival:

Il Christmas Bash è un festival dalla durata di due giorni nato solamente l’anno scorso che si tiene a Geiselwind in Germania.
Nonostante la “tenera età” dell’evento abbiamo avuto modo di vedere una grande affluenza, forse dovuta al successo dell’edizione dell’anno scorso, forse al richiamo dei nomi in scaletta.

I gruppi di quest’anno, infatti, sono molto interessanti per un pubblico amante del Power Metal (Blind Guardian, Iced Earth, Rage, Orden Ogan, Gloryhammer), ma non solo (Saxon, Ensiferum, KataklysmHell, Unearth), e a giudicare dalla reazione del pubblico la scelta di queste band è decisamente apprezzata.

Chiaramente, dato che il festival si tiene il 9 e 10 dicembre, non si tratta di un Open Air ma si tiene nell’EventZentrum, un locale capace di ospitare 4500 persone; all’esterno si trovano alcuni banchetti che vendono collane, toppe, bracciali, tutti i classici accessori che si trovano nei festival.
Vicino ai banchetti una ragazza scolpisce tronchi con una motosega, forse tentando di portare un po’ delle trovate folkloristiche di altri festival anche a Geiselwind; i banchetti sono pochi e la scultura dei tronchi non ci convince del tutto, ma lo spazio è limitato e il festival giovane quindi non si può pretendere troppo.

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Nonostante il periodo dell’anno, e la conseguente bassa temperatura, a pochi metri dal locale un pratone è adibito a camping: i temerari che sfidano il freddo non sono numerosissimi, ma qualche decina di persone si accampa incurante della manciata di gradi sotto zero (e siamo quasi certi che siano sopravvissuti per la maggior parte).

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Dato il periodo dell’anno e la location il festival è principalmente indirizzato ad un pubblico locale, molti infatti tornano a dormire a casa propria tra i due giorni dell’evento, e gli spettatori stranieri si possono contare sulle dita di una mano sola; nonostante ciò la maggior parte dello staff parla un ottimo inglese ed è sempre gentilissima nell’aiutare chi chiede informazioni.
Ultima cosa da notare è un pubblico davvero esemplare: scatenato e che supporta le band, ma sempre educato e rispettoso; una volta sola uno spettatore troppo ubriaco diventato molesto è stato rapidamente individuato dalla sicurezza e allontanato.
Insomma, se si vuole provare qualcosa di nuovo in un periodo diverso da quello dei soliti festival, il Christmas Bash può essere un’ottima scelta.

 

 

Delirium

Il festival inizia con una band a chilometro zero, i Delirium, che vengono dal vicino paesino di Ippesheim.
I cinque tedeschi salgono sul palco alle 17 esatte quando ancora il locale è prevalentemente vuoto e sotto al palco non c’è nessuno; le prime note attirano qualche spettatore, ma è solo verso la metà dell’esibizione che comincia a formarsi una folla più nutrita (ma dato che la band suona per solo mezz’ora la metà dell’esibizione arriva in fretta).
Il Pagan Metal suonato dai Delirium è di pregevole fattura e l’esecuzione molto buona, sicuramente il fattore che attira i primi spettatori; purtroppo la troppa staticità dei musicisti e la poca interazione del cantante col pubblico rende il concerto poco coinvolgente.
La qualità della proposta musicale comunque paga e alla fine dello show sotto il palco s’è radunata una piccola folla.

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Dieversity

È il turno dei Dieversity, un’altra band proveniente dalla zona.
Il loro Melodic Death Metal funziona bene e, per quanto avvantaggiati dall’avere già un pubblico radunato dai Delirium, riescono a moltiplicare rapidamente gli spettatori.
A differenza della band precedente i Dieversity riescono a coinvolgere meglio il pubblico grazie ai musicisti che si muovono di più e al cantante che interagisce molto col pubblico.
Sul finale, specialmente nelle prime file, si vedono vari spettatori fare headbanging evidentemente soddisfatti dalla musica e anche qualche timido “sing-along”.

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Hämatom 

Già dall’allestimento del palco si capisce che quello degli Hämatom sarà un concerto, almeno scenograficamente, interessante.
Sul palco vengono infatti montati quattro grossi schermi che all’inizio del concerto sono l’unica fonte di luce in tutto il locale: su ogni schermo compare una lettera componendo le prime parole del testo di una canzone degli Hämatom, parte la musica, salgono sul palco uno dopo l’altro i musicisti mascherati ed infine arriva il cantante con la faccia truccata.

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Pur essendo poco conosciuti in Italia gli Hämatom sono certamente noti ed apprezzati in patria, come si può notare dalla reazione del pubblico; il genere suonato è un Neue Deutsche Härte abbastanza personale, lo stesso genere dei Rammstein ai quali chiaramente si ispirano.
Nell’arco di pochi minuti la sala si riempie e, per quanto sia ancora relativamente presto soprattutto essendo un venerdì, ormai sembra essere quasi completamente piena.
Gli spettatori sono entusiasti sin dall’inizio, ma dalla seconda canzone, grazie alle trovate scenografiche della band, si esaltano e si scatenano più di quanto ci saremmo aspettati prima di conoscere la band: il bassista, infatti, dalla cui maschera parte una sorta di lunga corda, all’inizio della canzone dà fuoco ad un piccolo fuoco d’artificio attaccato all’estremità della corda e comincia a ruotare la testa.
Il risultato è quasi un cerchio infuocato che riesce subito nel suo intento di esaltare il pubblico.

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Sulla canzone successiva, poi, il cantante prende una grossa bandiera che sventola sulle prime file mentre canta.
In tutto ciò il pubblico è sempre più esaltato e, evidentemente conoscendo già la band, canta la maggior parte delle canzoni insieme al cantante, salta, fa headbanging, insomma, mostra un grande apprezzamento per lo show.
Verso la fine dell’esibizione sul palco viene portato un cannone che spara delle magliette sul pubblico; la trovata anche qui porta ad un’esplosione da parte del pubblico sempre più soddisfatto.
Dopo 45 minuti la band saluta, ringrazia e lascia il palco; l’esibizione convince, anche di più, e lascia la sensazione che un po’ di minuti di più sarebbero stati certamente graditi.

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Unearth

Arriva quindi il turno degli Unearth, band Metalcore newyorkese, prima delle quattro band che fanno parte dell’MTV Headbangers Ball Tour, tour che in questi giorni attraversa l’Europa senza purtroppo toccare l’Italia.
La band appare decisamente in forma, il chitarrista Ken Susi in particolare non si ferma un secondo e continua a correre da una parte all’altra del palco, saltare da una pedana ed incitare il pubblico nel microfono.
Nel complesso tutti i musicisti sono decisamente energici e con il loro headbanging scatenato coinvolgono il pubblico.

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La proposta musicale decisamente potente porta il pubblico nel primo, ma certamente non ultimo, pogo del festival; il cantante, fieramente indossando una maglietta dei Death, incita gli spettatori ad entrare nel mosh pit e loro non si fanno certo pregare.
Il batterista Nick Pierce, operato a maggio alla schiena e non ancora in grado di tornare dietro alle pelli, è stato sostituito da Jordan Mancino, ex-As I Lay Dying e batterista dei Wovenwar, che offre un’esibizione di tutto rispetto.

Setlist:

The Great Dividers
Watch It Burn
The Swarm
This Lying World
Giles
Never Cease
Zombie Autopilot
My Will Be Done

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Kataklysm

Salgono sul palco in rapida successione batterista, bassista e chitarrista dei Kataklysm, iniziano a suonare e poco dopo arriva anche Maurizio Iacono col microfono in mano.
Chi conosce poco la band o chi non li ha mai visti dal vivo è probabile che sia rimasto sorpreso dal muro di suono generato da una chitarra sola (insieme al potente basso di Barbe e alla batteria di Beaudoin); il pubblico, infatti, dopo un breve momento quasi di confusione davanti ai Canadesi si lancia in un entusiastico headbanging.

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Se i primi due pezzi, estratti dall’ultimo album “Of Ghosts and Gods”, catturano l’attenzione del pubblico, è sicuramente dalla più vecchia “As I Slither” suonata per terza che gli spettatori sono conquistati.
Il concerto procede tra pogo e corna al cielo con forse un po’ più di partecipazione sui pezzi più vecchi e conosciuti; sulla penultima canzone il cantante annuncia “The next song is Crippled and…” “BROKEN” ruggisce il pubblico, pronto a scatenarsi nuovamente.
La band è riconoscente per l’entusiasmo del pubblico di un festival che tra Blind Guardian, Iced Earth, Rage e simili forse non ha il Death Metal tra le sue principali attrazioni e Iacono lo dice più volte espressamente, “Thank you for your open-mindedness”, “Grazie per la vostra apertura mentale”.

Setlist:

Breaching the Asylum
The Black Sheep
As I Slither
Taking the World by Storm
At the Edge of the World
It Turns to Rust
Blood in Heaven
Thy Serpents Tongue
Crippled & Broken
The World Is a Dying Insect

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Ensiferum

Con gli Ensiferum è sempre festa: i finnici riescono sempre a coniugare la potenza del loro lato Metal con momenti più distesi e festaioli del lato Folk conquistando facilmente il pubblico, in particolare se di un festival dove a fine serata l’atmosfera è già festante.
Iniziando con il classico From Afar gli spettatori sono subito coinvolti e anche dai balconcini ai lati della sala, oltre che nel resto del locale ormai strapieno, si vedono persone fare headbanging con un sorriso stampato in faccia.

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L’alchimia con Netta Skog, l’ultima arrivata, confermata nella band alcuni mesi fa dopo un anno in sostituzione di Emmi Silvennoinen, è forte e la band suona un concerto estremamente solido e convincente.
Tra una canzone e l’altra Netta e Markus Toivonen si esibiscono in un siparietto mettendosi a fare un duetto con fisarmonica e chitarra suonando Folk puro saltellando e ballando sul palco; come sul palco anche sotto al palco il pubblico li segue e si è subito catapultati in una festa di paese.

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Quando non troppo concentrati sui loro strumenti, sul palco i sorrisi si sprecano; la band è chiaramente contenta di suonare davanti ad un pubblico così abbondante ed entusiasta.
Per tutta l’esibizione, che si concentra su pezzi dell’ultimo album, gli spettatori sono scatenati e tra pogo, salti e balli si può vedere come gli Ensiferum abbiano conquistato gli spettatori del Christmas Bash.

L’unico difetto dello show, a questo punto, è di essere troppo corto con soli 50 minuti a disposizione dei finlandesi.

Setlist:

From Afar
Warrior Without a War
Heathen Horde
Two of Spades
In My Sword I Trust
Twilight Tavern
Lai Lai Hei

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Iced Earth

A fine serata è il turno degli Iced Earth, headliner del primo giorno di festival così come del MTV Headbangers Ball Tour.
Dopo l’intro preregistrata salgono sul palco rapidamente i cinque musicisti ed iniziano a suonare “The Great Heathen Army”; probabilmente molti spettatori, anche tra i fan più fedeli della band, saranno rimasti sorpresi non riconoscendo la canzone.
Gli americani infatti iniziano il concerto con un pezzo del nuovo album che pubblicheranno l’anno prossimo, e a Geiselwind è la seconda volta in assoluto che il pezzo viene suonato dal vivo (la prima solo una settimana prima).

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Si ritorna su terreni più conosciuti dalla seconda canzone, “Burning Times” estratta dal classico “Something Wicked This Way Comes”, che essendo conosciuta dal pubblico riscontra un successo maggiore.
Il concerto ha ritmi molto serrati, Stu Block si concede poche parole tra una canzone e l’altra, principalmente ringraziando il pubblico, probabilmente per avere più tempo per suonare una canzone o due in più.
Il chitarrista Jake Dreyer, entrato nella band meno di 3 mesi prima, suona bene, si muove su e giù sul palco e nel complesso sembra a trovarsi a proprio agio in una band che è più vecchia di lui.
Jon Schiffer macina riff schiacciaossa ed incita il pubblico che è certo entusiasta, ma forse un po’ stanco dopo i concerti precedenti.

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La poca loquacità di Block è una mossa vincente perché in un’ora e venti gli Iced Earth riescono a suonare ben 15 canzoni; l’unico momento in cui si dilunga un po’ è quando presenta l’ultima canzone, “Watching Over You”, spiegando come Schiffer l’abbia scritta per un amico morto in un incidente.
Inizia quindi con un po’ di commozione l’ultimo pezzo, tanto amato dai fan, che riaccende gli spettatori ormai esausti.
Lo show finisce con un lungo applauso del pubblico; ottima esibizione della band ma reazione un po’ spenta del pubblico stanco, forse per aver pogato troppo nei concerti precedenti, forse per la tarda ora del venerdì (quindi un giorno di lavoro per probabilmente la maggior parte del pubblico).

Setlist:
The Great Heathen Army
Burning Times
Plagues of Babylon
Dystopia
I Died for You
Vengeance Is Mine
Cthulhu
Dark Saga
V
Slave to the Dark
My Own Savior
The Hunter
Boiling Point
Pure Evil
Watching Over Me

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La prima giornata di festival è finita e non possiamo che dirci soddisfatti da tante valide esibizioni, dall’ottima organizzazione, dal comportamento del pubblico (rispettoso degli altri ed entusiasta e partecipativo ai concerti) e dei suoni sempre tra il molto buono e l’ottimo.

 

Davide Sciaky