Power

Live Report: Helloween + Rage @Alcatraz (MI)

Di Luca Rimola - 5 Febbraio 2016 - 10:00
Live Report: Helloween + Rage @Alcatraz (MI)

HELLOWEEN +  RAGE + CRIMES OF PASSION

31/01/2016 @ Alcatraz (MI)

 

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Dopo tre anni dalla loro ultima esibizione milanese, che ha suggellato la definitiva pace con i Gamma Ray, i teutonici Helloween ritornano all’Alcatraz per quest’unica data in terra italica del loro “My God-Given Right Tour”. Ad accompagnarli in questa nuova avventura ci sono i Rage dell’inossidabile Peter “Peavy” Wagner, che di certo non ha bisogno di presentazioni, e gli inglesi Crimes of Passion. Per l’occasione è stato allestito il main stage, ma quello che lascia un po’ perplessi è la scelta di tirare il tendone nero, riducendo almeno della metà l’effettiva capienza dell’Alcatraz, nonostante l’afflusso di pubblico sia costante e in continuo aumento già dalle prime battute della serata.

 

Crimes of Passion

Band formatasi a Sheffield nel 2005, ma con solo 2 full- lenght all’attivo, propongono un hard rock con qualche sprazzo di heavy, semplice e diretto ma purtroppo decisamente abusato, e in alcuni frangenti dal gusto retrò. Il look del cantante Dale Radcliffe (lunga chioma, bandana in testa, gilet in pelle) è un chiaro omaggio gli anni ’80, finiti da un pezzo, purtroppo; Dale ha il grande merito, tuttavia, di saltare, sbracciarsi e coinvolgere i presenti, che ben volentieri rispondono alle incitazioni del cantante. Nonostante una proposta insipida, i sei ragazzi sul palco fanno il loro lavoro e lo fanno bene per molti, eccetto per qualche detrattore che dimostra la sua contrarietà allo show lanciando sul palco qualcosa verso il tastierista, il quale prima della foto di rito a fine esibizione, applaude e indica con giusto tono polemico il suddetto detrattore. Comunque missione riuscita e Alcatraz caldo!

 

Peavy Wagner, insieme a suoi due nuovi compagni di avventura (il chitarrista Marcos Rodriguez e il batterista Vassilios Maniatopoulos), sale sul palco ed è subito accolto dall’ovazione del pubblico. Un rapido saluto ed è tempo di scatenare l’inferno con il combo “Black in mind” e “Sent by the Devil”, giusto per festeggiare il ventennale di una pietra miliare del power metal tedesco: impossibile per i presenti rimanere fermi. La devastante progressione dei Rage prosegue con altri brani storici come “End of all Days”, “Until i Die” e “Don’t feel the Winter”, deliziandoci anche con una golosa anteprima dal vivo, il nuovo singolo “My Way” che farà da apripista all’uscita del nuovo album a maggio. Nonostante qualche sbavatura del giovane e simpatico Rodriguez, i Rage regalano al pubblico uno show indimenticabile, impreziosito dai cori di “Higher Than the Sky”, con la quale i nostri si congedano dalla folla mai doma, che vorrebbe ancora saltare e urlare sulle note dei loro pezzi.

Tracklist
1. Black in Mind
2. Sent by the Devil
3. End of All Days
4. Back in Time
5. Down
6. My Way
7. Until I Die
8. Don’t Fear the Winter
9. Higher Than the Sky

 

Rapido cambio di palco e allestimento della coreografia, due teli laterali che ricordano la copertina dell’ultimo album e una zucca gonfiabile con tanto di corona à la Statua della Libertà dietro la batteria, per gli headliner della serata. La classica intro e il coro “Happy Helloween” cantato da tutti, danno il via allo show e purtroppo anche alle dolenti note. L’accoppiata “Eagle fly Free”, “Dr. Stein” sarebbe una combo micidiale, peccato che sulla prima il buon Andi Deris sbagli l’attacco, non riesca a prendere un tono giusto, e la faccia cantare quasi completamente al pubblico che la interpreta decisamente meglio; sul secondo brano, invece, inanella qualche stecca, ma riesce ad arrivare alla fine del pezzo, non senza fatica. Le cose vanno meglio passando ai brani più recenti e adatto al sua range vocale, come “My God-Given Right”, o “Straight Out of Hell”. A suo favore va detto che sa come intrattenere il pubblico, con continue battute, incitazioni e richiesta di cori, che fanno decisamente presa. Sono altre due le cose che stasera saltano all’occhio, il look emo di Sascha Gerstner, e l’interazione col pubblico di Michael Weikath, avvenimento che ha quasi dell’incredibile. In “Steel Tormentor” e “Power”, oltre ad essere accompagnate dagli immancabili cori, si assiste anche a fenomeni di crowd surfing e a qualche accenno di pogo, prima di chiudere la prima parte del concerto con un interessante medley “Halloween / Sole Survivor / I Can / Are You Metal? / Keeper of the Seven Keys”, che rivisita buona parte della storia della band di Amburgo. All’inizio dell’encore è la volta di un’ottima esecuzione di “Before the War”, purtroppo il finale dello stesso lascia a desiderare: in “Future World”, preceduta da un buon assolo di Gerstner, manca il classico giochetto con il pubblico che gli Helloween hanno sempre fatto (facendolo cantare su strofe alternate), oltre ad avere problemi di volume (voluti o meno) sul finale del pezzo. E infine “I Want Out”, dove il coinvolgimento è decisamente maggiore, ma dove si dovrebbe avere la decenza di evitare toni acuti cui non puoi arrivare, se non vuoi stonare.
La serata si conclude sulle note di “A Tale That Wasn’t Right”, dalla quale si possono trarre due giudizi complessivi: i Rage sono stati i veri e incontrastati vincitori della serata, semplicemente perfetti. Gli Helloween, per quanto la scaletta sia apprezzabile, devono evitare di suonare brani scritti per Kiske: Deris, va ribadito, per quanto impegno ci possa mettere, non riuscirà mai a cantarli ed è un vero dispiacere dare un giudizio così amaro alla band che ha cavalcato trent’anni di storia dell’heavy metal.

Tracklist
Walls of Jericho
01. Eagle Fly Free
02. Dr. Stein
03. My God-Given Right
04. Steel Tormentor
05. Mr. Torture
06. Waiting for the Thunder
07. Straight Out of Hell
08. Heroes
09. Drum Solo
10. Where the Rain Grows
11. Lost in America
12. Power
13. Forever and One (Neverland)
14. Halloween / Sole Survivor / I Can / Are You Metal? / Keeper of the Seven Keys
Encore:
15. Before the War
16. Future World (with Sasha guitar solo as intro)  
17. I Want Out
18. A Tale That Wasn’t Right  (Unarmed version)