Progressive

Live Report: Periphery @The Ritz, Manchester (UK) 19/05/2017

Di Davide Sciaky - 22 Maggio 2017 - 7:05
Live Report: Periphery @The Ritz, Manchester (UK) 19/05/2017

PERIPHERY + THE CONTORTIONIST + DESTRAGE

19/05/2017 @The Ritz, Manchester (UK)

DESTRAGE

La serata si apre con i milanesi Destrage: come ci ha detto il bassista Gabriel nella nostra intervista ogni serata “è sempre un punto di domanda perché chiaramente la gente che acquista il biglietto lo acquista per i Periphery”, riusciranno gli italiani a conquistare il pubblico?

La risposta è decisamente sì.

Nel breve tempo a loro disposizione, circa 30 minuti, i cinque ragazzi trasmettono una grandissima energia al pubblico che li ricambia con entusiasmo: headbanging scatenato, corna al cielo e grida.
I Destrage del canto loro non si risparmiano e sul palco vediamo i musicisti saltare, scambiarsi di posto, non stare fermi un secondo.
La musica è potente e scatenata e dall’inizio del concerto con “Don’t Stare at the Edge” il pubblico capisce subito cosa si trova davanti; con la successiva “Destroy Create Transform Sublimate” il tapping iniziale di Matteo stupisce più di una persona e fa capire che oltre alla potenza della proposta musicale c’è anche una gran tecnica e personalità.
Tempo dell’ultima canzone, “Purania”, e i Destrage hanno vinto, il pubblico è loro.

Orgoglio italiano.

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THE CONTORTIONIST

Quello di The Contortionist è un concerto un po’ particolare; dopo un caloroso benvenuto del pubblico nel momento in cui la band sale sul palco, nella sala cala quasi il silenzio mentre gli spettatori sono ipnotizzati dalla musica degli americani.

Certo, la proposta è abbastanza diversa dall’energia dei Destrage, prima, e dei Periphery, dopo, e l’atmosfera eterea sembra dividere il pubblico in due: chi non riesce staccare gli occhi dal palco, e tra questi chi conosce i testi li canta quasi sussurrati, e chi invece dopo poco sembra annoiato e ripiega verso il bar.
L’abilità della band è indubbia e la mezz’ora circa a disposizione vola, peccato che l’estrema staticità sul palco di tutti i musicisti sia poco coinvolgente, anche se abbastanza adeguata alla musica.

The Contortionist promossi con una piccola riserva, forse un gruppo un po’ più energico sarebbe stata una scelta più saggia in questo bill.

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PERIPHERY

Difficilmente qualcuno, sopra o sotto il palco, è uscito dallo show meno che entusiasta.
Il pubblico comincia ad urlare quando viene montato il backdrop con il logo dei Periphery, esplode in un boato quando si spengono le luci, esplode nuovamente quando salgono sul palco Spencer Sotelo, cantante, e Mark Holcomb, chitarrista, e in un terzo boato ancora più forte quando arrivano gli altri due chitarristi, Jake Bowen e Misha Mansoor.

Insieme al cantante tutto il pubblico inizia a cantare “Our voices echo on a quiet night…”, le prime parole di “A Black Minute”, e continuerà così per tutta la sera: incredibilmente, infatti, sembra che ogni singola persona presente conosca tutte le parole di tutte le canzoni, e di certo nessuno si fa pregare per cantarle!
Prima di iniziare la terza canzone, “The Way The News Goes”, Sotelo dice al pubblico che questo è il concerto più grande che la band abbia mai suonato da headliner, fatto che rende lo show ancora più speciale per tutti, e che vuole quindi sentire il “Wake Up” (le prime parole del testo) più forte mai sentito.
Il pubblico non si fa pregare ed esplode cantando non solo le prime parole come richiesto dal cantante, ma tutta la canzone come fatto con le prime due.

Il concerto procede con grande energia di tutti, i musicisti hanno grandi sorrisi stampati in faccia e continuano a muoversi su e giù per il palco e a scherzare tra di loro; la mancanza di Adam Getgood, il bassista, non si fa sentire grazie al notevole lavoro di tre chitarre, 7 o 8 corde ognuna per la maggior parte del concerto.

Quando la band suona Memento, cover degli Haunted Shores, cala il silenzio assoluto davanti ad una canzone così bella e commovente; il silenzio è tale che sul finale si riesce facilmente a sentire Misha che dice ai suoi compagni “Hold it, hold it” mentre l’ultima nota viene fatta risuonare più a lungo del solito.

A fine serata, dopo una breve pausa la band torna sul palco per l’encore, la splendida “Lune” che riesce facilmente nel compito di emozionare e di lasciare al pubblico un grande ricordo della serata.
Band potentissima ed energica più pubblico incredibilmente partecipativo uguale gran concerto.
Se se dobbiamo trovare un difetto possiamo solo dire che la serata è finita troppo presto.

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Davide Sciaky