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Mayhem (Blasphemer)

Di Alberto Fittarelli - 3 Aprile 2004 - 13:14
Mayhem (Blasphemer)

Ho avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con il chitarrista dei
Mayhem, Blasphemer: disponibilissimo, anche di fronte alle domande
più “scottanti”, il musicista rivendica con forza la propria
leadership nella band, come potrete leggere, riservando qualche sorpresa a chi
si aspettava un ruolo predominante dell’onnipresente Hellhammer… eccovi
direttamente le sue parole.

Ciao Blasphemer, eccoci qui a parlare di un nuovo album per i Mayhem nel 2004: “Chimera”. Bene, presenta ai nostri lettori l’album come preferisci!

Beh, probabilmente “Chimera” non è esattamente quello che ci si aspettava che i Mayhem facessero: un album “back to the roots” in molti aspetti, un
ritorno a quanto avevamo fatto prima di “A grand declaration of war”, disco decisamente fuori dagli schemi per noi. Avevamo davvero bisogno però di fare un disco così, aggressivo e potente, non ci interessa in fin dei conti che cosa era previsto per noi; ne siamo sinceramente soddisfatti ed orgogliosi.

Mi pare che il disco risenta molto del tipo di sound sviluppato con il particolare “A grand declaration of war”, ma anche del vecchio materiale della band, sei d’accordo?

Sì, certamente: ma credo che in questo album ci sia in realtà un po’ di tutto, il feeling oscuro e violento che ha da sempre caratterizzato i pezzi dei Mayhem persiste, unito a quello molto più moderno che stiamo utilizzando già da un po’. Come dicevo, è un album che riassume molti dei feelings del nostro passato ma che guarda al futuro, sicuramente.

In ogni caso la musica è ricca di idee anche inconsuete per il repertorio della band, specialmente per quanto riguarda i tuoi riffs di chitarra e le parti di batteria create da Hellhammer, sempre più articolate e complesse. Il primo pezzo che mi viene in mente come esempio è My Death, dove Maniac si esibisce anche in alcune parti vocali pulite…

(Ride) Quello è un pezzo davvero “sacrilego” per quello che è sempre stato il nostro classico sound: e sacrileghe sono come sempre., però, le tematiche espresse… si tratta di un sound nuovo, sperimentale, che abbiamo deciso di tentare. Come avrai sentito non mancano anche delle parti melodiche al suo interno, e lo stesso
Maniac si è buttato su parti che aveva prima d’ora affrontato in parte solo su I Am Thy Labirinth, song contenuta nel mini “Wolf’s Lair Abyss”…

Ed in effetti su tutto il disco la voce di Maniac è sensibilmente cambiata, rispetto al mini che hai citato ed in generale rispetto alle releases passate…

Sicuro! D’altronde Maniac ha una grande voce, grandi capacità, e credo che sia decisamente felice di quello che sta facendo ora coi Mayhem, e che ha potuto esprimere sul nuovo album. La nostra è musica che ha come costante la negatività, e Maniac è l’uomo che può esprimerla al meglio, con quello che è in grado di fare.

E per quanto riguarda la composizione dei pezzi? Chi è a tutti gli effetti il principale compositore del gruppo?

Sono io: tutti quanti i membri del gruppo fanno la loro parte, questo è fuori dubbio, ma da quando sono nella band sono io ad occuparmi di tutte le parti musicali, mentre Maniac scrive del tutto le liriche. E’ una cosa che si è sempre attuata, senza alcun contrasto nella band.

E Hellhammer? Le sue parti di batteria hanno un’importanza non indifferente…

Sì, è vero, e sicuramente Hellhammer è un grande batterista: ma fondamentalmente lui segue le mie parti, i miei riffs che sono quelli su cui viene ovviamente costruita l’intera canzone.

Qualche mese fa era circolata la notizia che “Chimera” sarebbe stato registrato in uno studio mobile sulle montagne della Norvegia: puoi confermarmela? Come mai avete preso una decisione così insolita?

Beh sì, in effetti non abbiamo registrato in uno studio convenzionale: ci siamo “accampati” per qualche tempo presso un alloggio estivo in mezzo ai boschi, dove tutto ciò che si vedeva fuori dalla finestra era la foresta a perdita d’occhio ed il fiordo; un ambiente ideale per la realizzazione dell’album. Lì comunque abbiamo portato la nostra strumentazione per registrare le varie parti, ed il risultato è quello che senti sul disco. Un ambiente costituito unicamente da boschi e foreste, del resto, non poteva che aiutarci a rilassarci ed allo stesso tempo concentrarci su ciò che dovevamo fare…

Bene Blasphemer, ora vorrei parlare per un attimo del celebre passato della band: i Mayhem hanno avuto nella loro storia personaggi come Euronymous e Dead, che al di là dei meriti musicali sono diventati celebri per fatti di violenza ed hanno comunque attirato su di sé un enorme “gossip”, se vogliamo; come ti sei sentito ad entrare nel gruppo in quello che era stato il tuolo di Euronymous, appunto?

Ovviamente mi sono ritrovato subito in ciò che dovevo fare: vedi, io sono nei Mayhem per suonare la chitarra e comporre i pezzi, non per essere il nuovo Euronymous, per cui ciò che la gente si aspetta di me da quel punto di vista mi importa poco. Siamo una band in perenne evoluzione, guardiamo avanti e siamo soddisfatti di ciò che siamo, definitivamente.

Sempre ricollegandoci al passato per certi versi: dato che suonerete in Italia con una band brutal death come i Decapitated, che cosa pensi dei vecchi contrasti tra death e black metal fans? Ti piace il death metal?

Certo, io ho sempre amato il death metal, e come me anche Necrobutcher! E’ semplicemente questione di diversità nel sound, che altro? Sicuramente il death metal si fonda su di un maggiore impatto, su suoni più robusti, ma è parte del nostro background da anni. Credo anche che il pacchetto live con cui verremo proposti ai nostri fans sia ottimo.

Tra l’altro mi pare che di spalla abbiate anche gli Anaal Nathrakh, che si orientano come voi, ormai, su di un black metal modernissimo ma sempre violento…

A dire la verità non ho news freschissime, ma devo dirti che mi pare che gli Anaal Nathrakh siano stati sostituiti da un gruppo giapponese, i Defiled…

Ok, li aspetteremo, allora. Un’ultima domanda che riguarda il vostro nome: ancora oggi portate orgogliosamente sopra al logo la dicitura “The True” riferita ovviamente a “Mayhem”; ora, visto che come saprai scrivo su Truemetal.it e che la parola “true” ricorre spesso nel nostro lavoro, che cosas significa per i Mayhem, ma anche nella tua opinione generale, questo concetto?

(Ride) Per i Mayhem ce lo chiedono spesso, ma l’unico motivo è che esiste una band newyorkese che si chiama come noi e che non ha mai voluto cambiare monicker, per ci siamo detti “Noi siamo i veri Mayhem!” e l’abbiamo voluto comunicare anche tramite il nostro logo…
In generale credo che sia “true” chi effettivamente suona quello che vuole, quello che gli piace davvero, senza pensare alle vendite ed al successo di pubblico… cosa che ovviamente noi stessi facciamo.

Bene, ti ringrazio per la tua cortesia: dì quello che vuoi ai nostri lettori!

Ascoltate il nostro album perché non ne resterete delusi: ci vediamo presto on stage dalle vostre parti!

Alberto “Hellbound” Fittarelli