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Megadeth: David Ellefson, rimanere nel music business oggi? Meglio darsi al mercato immobiliare

Di Orso Comellini - 22 Agosto 2019 - 12:02
Megadeth: David Ellefson, rimanere nel music business oggi? Meglio darsi al mercato immobiliare

Intervistato in podcast per Digital Killed The Radio Star, David Ellefson ha ammesso che gli scarsi proventi derivanti dalla vendita di album e dallo streaming, rendono di fatto tutto più difficile per i giovani gruppi in certa di esposizione mediatica e fama mondiale. 

A essere onesti – ha detto per scherzo Ellefson – il miglior modo per rimanere nel music business oggigiorno è quello di darsi al mercato immobiliare, dato che non ci sono più molti soldi. Questa è la realtà. Ma è così già da alcuni anni. Dave Mustaine ed io siamo stati fortunati a non arrivare fuori tempo massimo, quando ancora potevi sperare in un futuro radioso, e firmare per major come Combat Records, non così gloriosa, ma comunque con prospettive brillanti e soprattutto i sette album con Capitol Records. Siamo poi transitati per Sanctuary Music Group, una grossa etichetta indipendente messa assieme da Rod Smallwood, il manager degli Iron Maiden. In un certo senso ci parve come di ritornare nel mondo delle pubblicazioni indipendenti, sebbene girassero tanti soldi e ciò ci scoraggiò un po’. Poi Dave pubblicò tre album per Roadrunner ed oggi eccoci qua con i Megadeth con Universal Music.

L’Heavy Metal e il punk, sono generi costruiti partendo da zero. Se sei così fortunato, come lo siamo stati noi, di finire su MTV e di avere il tuo momento di gloria, devi ricordarti che sono momenti transitori. Noi siamo ancora qui in piedi perché ci siamo costruiti una solida fanbase. E perché siamo ancora qui con Universal, dato che abbiamo portato l’intero cache o quasi sul tavolo delle trattative. Posso immaginare quanto si stiano mangiando oggi le mani label come quelle che hanno costruito il successo di Mötley Crüe, Megadeth o Guns N’ Roses per non aver previsto allora un contratto a 360°, che includesse anche il merchandising, fan club, concerti, sponsorizzazioni, equipaggiamento ecc. Immaginate se Geffen, Capitol, Warner Brothers avessero messo le mani su parte del brand, sugli incassi del tour, sulle vendite del merch… Per 7 album, Capitol ha contribuito a costruire il nostro nome, ma una volta terminato il contratto, siamo semplicemente usciti da quella porta. Ovviamente hanno un catalogo enorme, dal quale continuano a fare soldi, con dischi come “Rust in Peace” o “Peace Sells”.

Come dicevo, appunto, noi siamo stati fortunati ad arrivare prima che le etichette mettessero le mani su certi asset, come fanno oggigiorno molte di esse. Mettono mano a parte dei compensi del tour, merch e tutto il resto. Anch’io con la mia etichetta (EMP Label Group, ndr) l’ho capito. Del resto, chi sano di mente investirebbe un sacco di soldi per costruire il nome di nuove band sapendo tutti i rischi cui si può andare incontro e quanto poco si possa incassare dalle vendite dei dischi?