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Mesmerize (Andrea Tito)

Di Keledan - 4 Gennaio 2002 - 19:46
Mesmerize (Andrea Tito)

Sembra proprio che ultimamente le grandi bands italiane abbiano pianificato un ritorno di massa, e così dopo gli “inaspettati” come back discografici dei vari Projecto, DGM (presto su truemetal.it con intervista e recensione) e Time Machine, è la volta dei meneghini Mesmerize ritentare la scalata verso verso le classifiche di gradimento dei metal kids nostrani, dopo un lungo periodo d’inattività durato quasi due anni!!! Oramai è una notizia ufficiale che il loro terzo platter “Off the beathen path” sia d’imminente pubblicazione, speriamo bene, e da quello che ho potuto ascoltare si presenta come uno dei migliori prodotti dell’anno a venire. Quella che segue è una lunga chiacchierata a quattr’occhi intercorsa fra il sottoscritto e il simpaticissimo e cordiale Tito, bassista nonché portavoce della band?

Intervista di Beppe Diana

Allora Tito la pubblicazione del nuovo platter è oramai alle porte, come ci si sente prima di partire per una nuova avventura?
Beh, siamo caricatissimi: fondamentalmente, è un piacere personale poter finalmente toccare con mano i frutti di oltre due anni di lavoro… Sono stati mesi in cui ci siamo fatti un discreto mazzo, prima nella composizione, poi nella registrazione dei nuovi pezzi… ma la soddisfazione di vederli poi pubblicati su un bel dischetto argenteo con tanto di grafica e tutto il resto, vale decisamente tutti i sacrifici fatti!

Come siete arrivati al contratto che vi lega alla Dragonheart?
In maniera estremamente semplice. Già da diverso tempo ci legava un rapporto di reciproca stima, e nel momento in cui ci siamo svincolati dal precedente contratto, non abbiamo avuto alcuna esitazione ad accettare le loro offerte. Il contratto che abbiamo siglato ci lega a Dragonheart per 3 album, e non possiamo che essere entusiasti della fiducia che ripongono in noi. Da parte nostra, abbiamo già potuto sperimentare nei primi mesi di collaborazione una grande professionalità e disponibilità, il che ci conferma sull’aver fatto la scelta giusta.

Quindi il deal che vi legava alla Underground Symphony si può dire concluso?
Beh, sì: il contratto era per due album, il secondo dei quali è proprio quel doppio-mini CD “Vultures Paradise”, che sta per uscire in questi giorni. In realtà questo disco avrebbe dovuto essere pubblicato oltre un anno fa, ma alcuni problemi di distribuzione dell’etichetta hanno purtroppo ritardato il tutto. Speriamo che l’uscita dei due nuovi dischi, così ridosso uno all’altro, non costituisca un problema in alcun senso.

Scusami se ti posso sembrare inopportuno, ma è stato un divorzio consensuale, o c’è stato qualche piccolo screzio?
Guarda, è innegabile che ci siano state delle piccole incomprensioni, ma ritengo che facciano parte dell’ordine delle cose: niente di trascendentale, insomma. Noi siamo e rimaniamo estremamente grati a Maurizio & Underground Symphony (non dimentichiamoci che sono stati i primi a credere in noi e ci hanno fatto esordire), ma era arrivato il momento di fare un passo in avanti e lavorare a livelli più alti, sia sotto l’aspetto promozionale che distributivo.

Sai ho letto una tua intervista rilasciata ad una nota web zine italiana in cui parlavi di ” libertà artistica” , che cosa intendi con queste parole? Vuoi forse dire che la vostra precedente label vi aveva imposto delle condizioni sul prodotto finito?
No, no… niente di tutto questo: anzi, Underground Symphony non ha mai interferito in questo senso. Il nostro dilemma era se passando ad un’etichetta più grossa ed importante, saremmo dovuti scendere a compromessi, artisticamente parlando. Fortunatamente questo non è successo, visto che Dragonheart ci ha dato carta bianca in tutto e per tutto, sia nella preparazione del disco, che in studio.

Se non sbaglio il nuovo “Off The Beaten Path” dovrebbe essere incentrato attorno ad un concept, ma Folco nell’intervista rilasciata ha rivelato testuali parole: “Onestamente i concept mi hanno rotto! Tutti fanno un concept e se non lo fai sei uno stupido!!!”. Che cosa rispondi ?
Ti rispondo semplicemente che Folco ha ragionissima, ed infatti “Off The Beaten Path” NON è un concept… eheheh! Sinceramente i concept hanno rotto pure a me, e ti dirò di più: quelli veramente ben riusciti si contano sulle dita di una mano… E’ estremamente difficile a mio avviso riuscire a scrivere una storia davvero interessante, e trasportarla in canzoni senza risultare banale o stucchevole: per un capolavoro come, ad esempio, “Operation Mindcrime” dei Queensryche, ci sono manciate di ciofeche! 🙂 Quindi, in tutta sincerità, i motivi per cui non credo che noi Mesmerize faremo un concept sono due: per prima cosa, non siamo così supponenti da pensare di essere in grado di crearne uno veramente rivoluzionario; secondariamente, io vedo i concept estremamente limitanti, sotto l’aspetto compositivo, visto che alla fine uno è costretto a parlare sempre delle stesse cose per tutto un album, quando invece gli argomenti che si possono trattare sono infiniti.

Ti andrebbe di parlarci del nuovo album? Da chi o da che cosa avete preso spunto per la stesura delle lyrics?
Il nostro modo di scrivere i testi non è cambiato, rispetto al disco d’esordio, e questo anche perchè noi siamo fondamentalmente gli stessi, con gli stessi gusti e le stesse passioni di anni fa. Comunque, di solito le nostre canzoni si indirizzano su due possibili binari: o sono la nostra personale rivisitazione di “storie” vere e proprie che traggono ispirazione dalle fonti più disparate (che possono variare dalla letteratura classica ai fumetti, dalla fantascienza e l’horror alle leggende popolari), oppure sono maggiormente introspettive, affrontando aspetti più personali, ma comunque fondando il proprio senso su efficaci metafore. La manggioranza dei pezzi di “Tales Of Wonder” era proprio basato su storie (e anche da questo, il titolo), mentre per “Off The Beaten Path” il rapporto è fifty-fifty.

C’è un sottile filo conduttore che lega ogni song all’altra, o cosa? Ti va di descriverci le canzoni tipo track by track?
Come ti ho già detto, il disco non è un concept; nonostante ciò, esistono effettivamente dei collegamenti tra canzoni… non di questo stesso album, ma di quello precedente. Ti faccio due esempi pratici:
“ARGOS DIED TWICE”, il brano di apertura del CD, riprende le stesse atmosfere science-fiction di “Children Of Reality” del primo CD, come anche “DOOM OF THE DARKSWORD” è il logico seguito di “Forging The Darksword”. In questo caso, è nostra intenzione continuare anche sul prossimo disco, inserendo un altro brano ispirato ai libri della Saga della Spada Nera di Tracy Hickman e Margaret Weis. Continuando in ordine sparso, a parte la narrativa fantasy o di fantascienza, le ispirazioni sono molteplici: come al solito ci sono i fumetti, e si passa da “JAIL TV” (che riprende le cupe ambientazioni di un carcere di massima sicurezza, da un albo dell’americana Vertigo) a “KING OF TERROR”, ossia il nostro personale omaggio al re dei “neri” italiani, Diabolik (di cui il buon Folco è un accanito estimatore). Un altro pezzo lontanamente ispirato dai fumetti può essere anche “WARRIORS (WHEN THE BATTLE CALLS)”, sebbene lo sviluppo sia completamente opera di Piero: il brano tratta dell’arrivo sulla Terra di una battagliera armata di demoni, guidata da Dei intenzionati a giudicare l’intero genere umano… forte, eh? “GATES OF MERCY”, il pezzo che chiude il disco, trae invece ispirazione da una passo dell'”Enrico V” di William Shakespeare (che non è quella pizza che sicuramente pensate, anzi in alcune pagine è decisamente “heavy”!), mentre “WHERE SKYE MEETS THE SEA” riprende alcune affascinanti leggende scozzesi. Cambiando argomento, tra i pezzi basati su metafore troviamo “PIT OF CHARMING SNAKES”, in cui i serpenti del titolo non sono altro che le tentazioni da noi incontrate durante il cammino della nostra esistenza, ed il testo è proprio incentrato sul nostro rapporto di amore-odio con esse; la title-track “OFF THE BEATEN TRACK” e “OVERDOZE” sono dei veri e proprio inni a vivere la vita come ci pare, ora e subito, cercando di ragionare con la nostra testa, senza lasciarci influenzare da ingerenze esterne, e senza seguire il gregge come pecoroni! Ho dimenticato qualcosa? Ah, sì… c’è anche “THE ANCIENT PROPHECY”, che fondamentalmente è l’Outro strumentale di “Doom Of The Darksword”…

Di solito il Secondo album di una band è sostanzialmente differente dall’esordio, che il più delle volte è composto da brani scritti dalla band nell’arco della sua esistenza, ovvero a livello di suono dovremmo aspettarci degli stravolgimenti, o continuerete a percorrere i territori battuti dal vostro platter d’esordio?
Esistono sicuramente delle differenze, tra “Tales Of Wonder” e “Off The Beaten Path”: tra la creazione dei pezzi del CD d’esordio e quelli nuovi sono passati anche più di 5 anni, che artisticamente parlando sono un’eternità. Il che però non significa affatto stravolgimenti nella nostra proposta: il sound è rimasto lo stesso e l’attitudine idem; in compenso, grazie all’esperienza acquisita nel frattempo, sono migliorati altri aspetti fondamentali come il songwriting e l’arrangiamento dei brani. A mio avviso ciò si può facilmente percepire ascoltando anche “Vultures Paradise”, ossia l’album “di mezzo”: ogni album è stato secondo me un passo avanti rispetto al precedente.

Come t’aspetti che venga accolto da pubblico e critica?
Ti dirò, siamo assai curiosi di vedere come saranno accolti questi nostri nuovi due dischi: sono passati esattamente tre anni dalla pubblicazione del nostro CD d’esordio, ed è arrivato il momento di tornare a far parlare di se’. Io sono fermamente convinto che “Off The Beaten Path” piacerà parecchio, sia per l’evidente passo avanti sotto l’aspetto tecnico, compositivo e di resa sonora, sia perchè il nostro sound (immodestamente parlando) è estremamente personale e facilmente distinguibile dalla massa di “fotocopia-metal” che c’è in giro. Oddio, non che abbiamo inventato chissà cosa di originale… quello che è certo è che abbiamo una nostra precisa identità, e non da ora… “Off The Beaten Path” significa proprio “fuori dal sentiero battuto”, ovvero fuori dagli schemi e dalle mode del momento: nessuno può negare che sin dalla data di formazione della band (oramai nel lontano 1988), noi Mesmerize siamo sempre andati per la nostra strada, proponendo sempre la musica che più ci aggrada, senza mai e poi mai piegarci ai trend. A mio avviso la coerenza paga: secondo me ci sono tanti ragazzi in giro coi nostri stessi gusti e le nostre idee, ed è proprio a loro che questo album è dedicato.

 Ora indossa i panni di un venditore, dacci tre buoni motivi per acquistare “Off The Beaten Path”.
Hmmm… devo essere sincero: io non sono tanto bravo in queste cose, ma ci provo comunque… 🙂 Per prima cosa, “Off The Beaten Path” è un album per gli appassionati di HEAVY METAL classico, quindi niente clavicembali o tastiere fastidiose che imbastardiscono il genere (e personalmente hanno un po’ rotto!), bensì le chitarre potenti e le ritmiche veloci che ci contraddistinguono. Poi, tutti i pezzi del disco sono a mio avviso “forti”, significativi e ben confezionati nel loro arrangiamento: non ci sono brani buttati dentro come riempitivo per fare minutaggio, ma ognuno di essi ha una sua precisa dimensione. In ultimo, ma non per questo meno importante, su questo disco c’è indubbiamente la miglior prestazione in assoluto di Folco Orlandini, a mio avviso uno dei più bravi cantanti metal in circolazione: ti dico solo che io ho lasciato gli studi di registrazione subito dopo aver registrato le mie parti di basso, ed ho risentito il disco nella sua completezza soltanto alla fine; beh, ti giuro che sono rimasto letteralmente a bocca aperta per le tracce di voce registrate da Folco, davvero un gran bel lavoro! (Ehi Folco, adesso non montarti la testa, eh!)

State pianificando qualche mini tour per promozionare la forthcoming realease?
Abbiamo una gran voglia di tornare a suonare dal vivo, anche estensivamente, in giro per l’Italia, dato che negli ultimi tempi abbiamo privilegiato il lavoro “da studio” (concentrandoci su composizione, arrangiamento, pre-produzione e registrazione dei brani), tralasciando l’aspetto dei concerti: direi proprio che è arrivato il momento di proporli in giro, questi nuovi pezzi… Tra l’altro, proprio come loro impostazione e creazione, le nuove canzoni hanno un feeling molto “live”, e quindi sono adattissime ad essere suonate dal vivo! Già ne abbiamo proposta qualcuna, in un paio di date estive, ed il giudizio dei fan (con nostra gran soddisfazione) è stato molto positivo…

Per una band come i Mesmerize credi che sia più importante la dimensione live o quella in studio?
Sono entrambi importantissime. Come ti ho già detto, gli ultimi tempi abbiamo dovuto forzatamente concentrarci sul lavoro in studio, ma resta indubbio che la parte migliore del stare in una band è quella di suonare dal vivo. A detta di tutti quanti ci hanno visto in concerto, i Mesmerize sono meglio dal vivo che in studio… probabilmente per la carica che si riesce a comunicare proprio con il contatto diretto. Noi però abbiamo lavorato sodo per “Off The Beaten Path”, e sono fermamente convinto che si dirà che in studio siamo arrivati agli sessi standard delle esibizioni live, sia in termini di potenza che di coinvolgimento…. (come vedi, credo molto in questo album!)
Credo che una delle caratteristiche migliori delle vostre serate siano la grande quantità di cover che eseguite, ma c’è un motivo plausibile, o vi divertite solo ad omaggiare i vostri idoli adolescenziali?
Beh, inizialmente quella di proporre cover è stata una scelta quasi obbligata, visto che con soltanto i pezzi di un unico CD non è possibile riempire una scaletta dal vivo. A dire il vero non abbiamo mai abusato coi pezzi altrui, dato che non siamo e non vogliamo sembrare una cover-band qualsiasi. Comunque, ora che abbiamo ben tre album da cui attingere, il numero di cover diminuirà progressivamente: ne faremo sempre due o tre a serata, ma privilegeremo decisamente i nostri pezzi originali. Per quanto riguarda il motivo, direi che hai centrato la questione: come a tutti, a noi piace suonare la musica che amiamo, e quindi ti lascio immaginare la soddisfazione che possiamo provare nel proporre dal vivo brani dei nostri idoli Iron Maiden, Manowar, Helloween, etc. etc…

Quindi è giusto che ti domandi il perché delle vostre innumerevoli partecipazioni a tanti tribute album e che cosa ne pensi tu dei dischi tributo.
I motivi sono molteplici: fondamentalmente, il motivo principale è il divertimento, dato che come ti ho detto è un piacere dare una personale interpretazione dei pezzi dei propri idoli (io lo dico sempre… quando abbiamo registrato “The Prisoner”, mi sono sentito Steve Harris per un pomeriggio :))). In secondo luogo, i tribute album sono un modo interessante di promozione, dato che si raggiunge ascoltatori che magari non sarebbero mai venuta a conoscenza dell’esistenza della band. In ultimo, il registrare pezzi in studio è stato secondo me un’utilissima “palestra”, che ci ha consentito di migliorarci ed affinare la nostra esperienza in sala d’incisione. Infatti, se per “Tales Of Wonder” abbiamo incontrato le classiche difficoltà delle band agli esordi, per “Off The Beaten Path” le cose sono andate abbastanza lisce: d’altronde, nei tre anni che sono passati dal primo album, siamo poi tornati in studio un’altra decina di volte per registrare le varie cover di Iron Maiden, Savatage, Black Sabbath, Metal Church, Queensryche, Warlord, Trust, ecc. ecc.

Hey Tito, mi spiegheresti una cosa? Qualche tempo fa ho letto una news che vi riguardava, e nella fatti specie diceva che alcuni vostri brani dell’album di debutto erano stati usati come colonna sonora di un film americano, mi daresti delle delucidazioni a riguardo?
Sì, per quanto ne so, i film sono due, e sono ancora in fase di post-produzione; non sono certo mega-produzioni multimiliardarie, sia ben chiaro, ma lungometraggi di una casa cinematografica indipendente, la Brimstone Productions, specializzata in fantascienza ed horror. I due film si chiamano rispettivamente “Blood Of The Werewolf” e “Bite: The Werewolf Chronicles” e nelle rispettive colonne sonore troveranno spazio almeno 5 o 6 brani di “Tales Of Wonder” (in particolare, il pezzo “The Werewolf” sarà la sigla iniziale di uno dei due film). Che dire? Tutti noi della band siamo bene o male dei grandi appassionati dell’horror, e sentire la nostra stessa musica come accompagnamento di un film ci inorgoglisce parecchio!

Negli ultimi anni la nostra penisola è diventata una bolgia infernale costituita da un manipolo di bands tutte una uguale all’altra, un vecchio detto zen dice “le strade già battute non portano mai a niente”, credi che abbia ragione?
Può darsi, basta però non eccedere nel senso opposto, ossia cercare di essere originali a tutti i costi, proprio per il gusto di esserlo, per preconcetto. Io non ho proverbi zen da citare, ma la mia attitudine è questa: si deve suonare quello che si vuole, scrivere quello che ci si sente, ed essere sempre onesti con se’ stessi. E questo a prescindere dalla strada che si decide di seguire.
Molti dei vostri fans, fra cui il sottoscritto, s’aspettano una serata live dei Mesmerize con i Wotan, a quando questo lieto evento?
Spero che questo si possa avverare il prima possibile, dato che prima di tuttio siamo amici col Vanni da una cifra di tempo, e poi perchè fondamentalmente ne siamo tutti quanti dei fan…. “Looooord Of The Wind!!!”).

Credi nell’esistenza del false metal del truemetal?
Beh, se l’ha detto Joey DeMaio, ci credo per forza! :)))) A parte gli scherzi, ci credo eccome. Guarda, ti premetto che credo che ognuno sia libero di fare quello che più gli aggrada, e che in fin dei conti ci sia posto per tutti, nell’universo metal. Però, detto questo, secondo me la gente non è stupida, e riconosce davvero i gruppi che suonano col cuore, col sudore, che credono in quello che fanno… e non li confonde con quelli che sono alla ricerca del facile successo, guidati del calcolo: non so come la pensi tu, ma a mio avviso se una band è “vera” o “falsa” lo si nota eccome.

Adesso mi “Marzullizzo” e ti dico signor Andrea Tito si facci una domanda e si dii una risposta.
…e soprattutto se ne vada affanculo!!!!
Dunque, la domanda è: “Perchè lo fai?”
La risposta è: “Perchè mi piace un sacco.”
Chiaro, no? 🙂

Siamo alla fine, ti lascio carta bianca. 
Grazie mille per l’interesse nei nostri confronti: spero proprio che la nostra musica sia di vostro gradimento… è questa, la nostra maggiore soddisfazione! Per chiunque volesse conoscerci meglio, o sentire qualcosa di noi Mesmerize, il consiglio è quello di buttare un occhio al nostro sito internet www.mesmerize.it …e magari di scriverci un e-mail!!!!
Grazie ancora e… UP THE ‘RIZERS!

Intervista di Beppe Diana