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My Refuge (Mauro Paietta e Simone Dettore)

Di Marco Giono - 15 Luglio 2015 - 11:00
My Refuge (Mauro Paietta e Simone Dettore)

Mauro e Simone, benvenuti a Truemetal.it. Mi piacerebbe fare con voi un salto nel passato. Come sono nati i My Refuge? Mauro, sei l’unico superstite alla band che aveva registrato il primo Ep intitolato 3407 – Picture of an August Night. Cosa è successo e come hai conosciuto i nuovi membri che hanno registrato il vostro ultimo album?

Mauro: Ciao Marco, grazie a te ed a Truemetal.it. I My Refuge sono nati nel 2010, inizialmente dovevano essere solo una sorta di progetto musicale. Avevo composto alcuni brani legati a situazioni personali molto importanti, in particolare proprio la canzone “3407”, e ci tenevo a registrarle. Mi sono avvalso dell’aiuto di alcuni amici ma fondamentalmente ho fatto tutto io in quell’EP, che paga proprio il difetto di non aver avuto una band vera con cui suonare ed arrangiare i pezzi.
Dopo  l’uscita di 3407 – Picture of an August Night ha cominciato sempre di più a crescere la voglia di trasformare i My Refuge in una band vera e propria, e da li tutto è venuto naturale. Simone Dettore (chitarra) è un amico da sempre e con lui suonavamo già anni fa in un’altra band power metal. Con Valerio Ferrari (batteria) si parlava da tempo di fare qualcosa insieme e Salvatore Chimenti (basso) suonava con me in un’altra band, mentre Moz (voce) è subentrato poco dopo. Ho lasciato gli altri progetti musicale che avevo e mi sono dedicato quasi  esclusivamente ai My Refuge.

Il vostro ultimo disco intitolato A Matter of Supremacy recupera alcuni brani dei primi vostri ep (il secondo si intitola “Living in Anger” del 2013 e ne aggiunge di nuovi. I brani che presumo siano stati almeno ultimati nel 2014/2015 ho l’impressione che tendano ad un uso più marcato degli intrecci vocali in arrangiamenti che conservano quell’impronta heavy/power tipica della vostra musica. Ti andrebbe di descrivermi il vostro nuovo disco? Com’è cambiato il tuo/vostro approccio nella composizione nel tempo?

Mauro: Quando io, Simone e Valerio abbiamo iniziato a suonare insieme abbiamo ripreso alcuni brani di 3407 – Picture of an August Night ed abbiamo deciso di mantenerli, poi è iniziata la fase compositiva dei nuovi brani. Living In Anger doveva anticipare A Matter of Supremacy di alcuni mesi, ma i tempi si sono dilatati parecchio, sia per la cura dei dettagli che per la ricerca di una casa che ci potesse supportare adeguatamente.

Simone: Parto da una piccola premessa, io e Mauro essendo amici da ormai diversi anni, avevamo già in passato collaborato in precedenti progetti musicali. A Matter of Supremacy è quindi un disco che ha radici profonde, nonostante la maggior parte delle canzoni siano di recente composizione, altre, come quelle  presenti nei precedenti EP hanno avuto comunque un significato importante nell’evoluzione della band e non potevamo escluderle dal nostro disco di debutto. A maggior ragione abbiamo deciso di inserire una canzone composta più di quindici anni fa, un po’ a ricordare un lontano punto di partenza.
Ovviamente, tutti i pezzi sono stati arrangiati da tutti i componenti, in modo da avere diverse sfumature e assorbire la personalità della band.
Certamente il modo di comporre ha subito dei cambiamenti, la tecnologia innanzitutto ci ha permesso di poter lavorare ai pezzi non solamente, in sala prove, ma anche a livello individuale. La consapevolezza maggiore del comporre oggi invece, è che oggi la canzone è al centro di tutto, tutti collaborano per migliorare il pezzo e se qualche parte va eliminata o rivista si discute e si apportano modifiche finchè tutta la band ne sia convinta.

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Come nascono i brani di A Matter of Supremacy? E’ predominante l’uso della chitarra a livello compositivo? Tutto il gruppo partecipa alla stesura dei brani?

Simone: Principalmente nascono musicalmente da un idea di Mauro o mia, da riff o da una struttura più complessa del pezzo, poi si sviluppano le linee vocali e si perfeziona il tutto provando tutti insieme la resa della canzone. In altri rari casi si parte da una melodia della linea vocale e si strutturano poi le varie parti. Siamo comunque aperti a diversi tipi di approcci compositivi, l’importante è il risultato finale.

 

La prova di Moz alla voce è stata davvero notevole. So che da poco però è stato sostituito da Davide Vella. Come sono andate le cose? Ti andrebbe di descrivermi il vostro nuovo cantante? Necessiteranno aggiustamenti i brani nuovi in sede live?

Mauro: Siamo tutti contenti del lavoro che Moz ha svolto sul disco, lui è un talento vocale, ma riuscire a far convivere 5 persone non è facile, in una band è fondamentale avere una comunione di intenti e gli stessi obiettivi. Con Moz era cambiato questo, e quando si vedono le cose e gli obiettivi in maniera differente iniziano a nascere tensioni, così alla fine separarsi è inevitabile. Lui ha deciso di andarsene dopo la pubblicazione di A Matter of Supremacy. Alla fine è stato giusto e meglio così, per tutti. E’ giusto che ognuno prosegua per la propria strada come ritiene più opportuno.
Il caso ha voluto che proprio alcuni mesi prima io abbia conosciuto ed iniziato a collaborare con Davide Vella in un’altra band. Si è dimostrato subito un ottimo cantante ed una grande persona, ma soprattutto ha un entusiasmo ed una voglia di cantare e stare su un palco incontenibile. Gli abbiamo proposto di fare una prova con i My Refuge e dopo 15 giorni conosceva già tutti i brani. Gli abbiamo detto di cantare i brani come sentiva, ma è riuscito a replicare fedelmente quanto presente in A Matter Of Supremacy, aggiungendo ovviamente la sua personalità.
Non avremo problemi dal vivo, le parti corali saranno curate da tutti noi, per cui per quanto un cambio di formazione importante come quella del cantante possa essere problematica l’abbiamo affrontata e superata velocemente nel migliore dei modi.  

 

nella foto i My Refuge con Andrea De Bernardi per registare A Matter of Supremacy

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A livello produttivo vi siete avvalsi della supervisione di Fabio Fiorucci e in fase di mixaggio da Andre De Bernardi. Siete stati anche impegnati direttamente nella produzione di “A Matter of Supremacy”. Com’è andata la fase di registrazione e produzione del disco? E’ stata una scelta voluta di abbassare i livelli della batteria rispetto al resto? Ipotizzavo fosse una scelta dovuta dall’uso dei cori…

Mauro: Il disco è stato registrato nel nostro studio per quanto riguarda batteria, chitarre e basso. Nello studio di Fabio Fiorucci abbiamo solo registrato le voci. Tutto il lavoro di mixaggio e mastering è stato fatto da Andrea De Bernardi presso i suoi Eleven Studio. E’ lui che si è occupato di far rendere il suono come risulta poi su disco, e riteniamo abbia fatto un grande lavoro. Abbiamo voluto mantenere una dinamica dei suoni e cercato avere un mix equilibrato. In molti dischi attuali si tende ad avere un muro di suono, con batteria molto alta, ma questo va a discapito di un equilibrio tonale degli altri strumenti e ammazza la dinamica.

Ipotizzavo che il nome della band derivasse dal brano dei Rage “Refuge” da The Missing Link, quasi a dichiarare che gli antichi dei del power metal sono con voi. In realtà dove deriva il nome della vostra band? Quali le vostre influenze? Hai degli album preferiti?

Mauro: Ci hai preso in pieno! E sei stato forse l’unico finora! Il nome My Refuge prende proprio ispirazione dalla canzone “Refuge” dei Rage, che per me è una delle maggiori influenze musicali. Inoltre il significato stesso di “Il mio rifugio” rappresenta proprio il nostro rifugio musicale, la musica che facciamo è un riparo ed un rifugio dalla vita di tutti i giorni.
Le nostre influenze sono sicuramente da ricondurre ai classici del power e dell’heavy, quindi Helloween, Rage, Blind Guardian, Iron Maiden, Judas Priest, Crimson Glory, ma abbiamo influenze anche meno classiche, che non sono state mai percepite, ad esempio Simone ascolta molto death melodico e thrash, senza dimenticare alcuni cantautori come Johnny Cash o Fabrizio De André, mentre io ascolto anche molto hard rock, glam o folk metal spagnolo, come Mago De Oz, che sono una delle mie band preferite.
Dovessi citare dei dischi preferiti direi Keeper of The Seven Keys, Trapped dei Rage, Gaia 2 dei Mago De Oz, Long Cold Winter dei Cinderella, ma l’elenco sarebbe molto lungo…

 

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Non mi pare che scrivete di draghi, tenzoni oppure meccanica quantistica. La copertina disegnata da Simone Dettore (chitarra) sembra indicare altro. A cosa si riferisce quindi il titolo A Matter of Supremacy? Di cosa parlano i testi?

Simone: L’idea dell’artwork era di proporre qualcosa di diverso rispetto al classico concetto di Power Metal, i nostri testi sono molto più riflessivi e malinconici rispetto al genere, per cui abbiamo optato per un approccio dai toni più dark. Il titolo A Matter of Supremacy è preso da un concetto racchiuso in un testo di una delle nostre canzoni (“This Wall”). La copertina volutamente non vuole dare un significato preciso, ma lasciare a chi la guarda una personale interpretazione. Per quanto mi riguarda io vedo la raffigurazione delle idee che si danno battaglia ad armi pari, durante un processo creativo o durante la ricerca di un proprio ideale di pensiero. Un po’ quello che succede durante la composizione di un brano, una frenetica lotta che porterà ad una idea a primeggiare sulle altre. Il fatto che tu abbia notato che la copertina sia diversa dal solito, la vedo come una cosa positive, anzi, mi piacerebbe sapere quale sia l’interpretazione di chi l’osserva.

 

 

Riferendomi precedentemente ai vostri precedenti ep ho visto che vi sono tre brani non ripescati per l’album nuovo (“Calling the King”, “Fair Demon” e “3407 Picture of An August night”). Ti va di descriverli? Potrebbero essere riutilizzati un domani su disco o in sede live?

 

Mauro: Il brano “Calling of The King” è stato modificato nella melodia e nel testo ed è diventato “Calling Of The Wind”, “Fair Demon” è un brano power thrash con una buona dose di tastiere e synth, era stato uno dei primi pezzi a cui avevo lavorato per il primo EP, non è escluso che lo si possa ri-arrangiare e riproporlo nel prossimo disco. “3407 Picture of An August night” invece è una ballata strumentale, i My Refuge nascono da quel brano. Per me rappresentava la chiusura di un ciclo vitale e l’inizio di uno nuovo, che ha portato poi appunto la nascita della band, mi piacerebbe ri-arrangiarlo e riproporlo ma forse proprio per quello che rappresenta è giusto lasciarlo così com’è.

 

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So che parteciperete prossimamente al “Rock Inn Somma”, un bellissimo festival di cui faranno parte tra gli altri Nanowar of Steel, Drakkar, Hell in the Club, Temperance e altri. Avete avuto modo di testarvi in sede live? Com’è andata? Quali brani eseguirete sicuramente dal vivo? Spero This Wall, uno delle mie preferite…

Mauro: Suoneremo a Rock Inn Somma questo venerdì e non vediamo l’ora! Quel festival è uno dei migliori organizzati nella nostra provincia proprio perché nasce dalla passione degli organizzatori per la musica e per creare un evento di aggregazione e divertimento.
Sarà la nostra prima data dopo la pubblicazione del disco e con Davide alla voce. Abbiamo preparato uno show come si deve e siamo sicuri che chi verrà non resterà deluso.
Davide è un frontman carismatico e coinvolgente oltre che un gran cantante, abbiamo suonato molto negli ultimi due anni ma questo rappresenta un nuovo inizio e non vediamo l’ora!
Suoneremo tutti i brani del disco ad eccezione delle due ballad, per una questione puramente di impatto, inoltre proporremo due cover, di Helloween e Judas Priest, per cui siamo sicuri che gli amanti del power/heavy apprezzeranno il nostro show.

State già lavorando a qualcosa di nuovo, magari utilizzando brani che non sono entrati nel nuovo disco? Oppure a nuove composizioni?

Simone: Certamente, il processo compositivo è sempre attivo, stiamo già sviluppando nuove idee, cercando di sperimentare nuovo soluzioni. Le recensioni ci aiutano a capire quali sono le componenti da migliorare e certamente cercheremo di aumentare il livello di personalità nei prossimi pezzi.

Come ti sembra la scena italiana? Quali sono le vostre ambizioni?

Mauro: La scena italiana è buona per la presenza di band molto valide ed interessanti, oltre a realtà consolidate come Rhapsody o Lacuna Coil ci sono molte valide band, il problema non risiede nell’offerta, ma in tutto quello che viene dopo. Mancano le strutture dove suonare, i locali sono pochi, e spesso promoter e gestori non sono interessati a nuove proposte.
Ci vorrebbe anche più collaborazione tra i musicisti, questo potrebbe portare a qualcosa in più, in Italia siamo abituati a tante pacche sulle spalle ma anche a tanto parlare male delle altre band, e questo è molto triste, perché non porta a nulla.
Noi siamo una realtà giovane, sappiamo che dobbiamo crearci un seguito e dimostrare il nostro valore, per cui l’obiettivo è suonare il più possibile dal vivo, visto che è l’unico modo vero di arrivare alle persone.
Abbiamo un po’ di date e qualche evento di maggiore visibilità che sarà annunciato a breve, ma siamo molto realisti, la strada è lunga e tortuosa!

 

A nome di Truemetal.it vi ringrazio per la disponibilità e spero davvero di vedervi presto su palchi importanti sia in Europa che in Italia (gli scongiuri del caso sono obbligatori).
 

Mauro e Simone: Grazie di cuore!    

 

 

intervista a cura di MARCO GIONO