Vario

Odd Dimension (Gigi Andreone e Gianmaria Saddi)

Di Fabio Vellata - 12 Maggio 2013 - 22:49
Odd Dimension (Gigi Andreone e Gianmaria Saddi)

…crediamo molto in questa band, nel corso degli anni non siamo mai voluti scendere a compromessi pur di far qualcosa ed uscire sul mercato. Abbiamo lavorato molto sulle nostre idee e sul nostro modo di concepire la musica ed alla fine siamo riusciti nel nostro intento…

(Gianmaria Saddi)

Freschi autori del delizioso “The Last Embrace To Humanity”, secondo capitolo di una discografia ancora esigua ma già in grado di delineare valori interessanti, gli Odd Dimension rappresentano una delle migliori speranze per il prog metal italiano del futuro in cui, brani articolati e ricchi di sfumature – come imposto dalla tradizione – fanno il paio con una notevole freschezza d’idee ed una grande padronanza degli strumenti.
Date le premesse, abbiamo colto al volo l’opportunità fornitaci da Scarlet Records per scambiare qualche opinione con il giovane gruppo alessandrino…

Intervista raccolta da Fabio Vellata

Ciao ragazzi e benvenuti: sono molto lieto di potervi ospitare sulle nostre pagine.
Sebbene non sia la vostra prima intervista su Truemetal, partiamo proprio dall’inizio: raccontateci un po’ di cose in merito alla nascita della vostra band ed all’evoluzione che vi ha condotti all’esordio nel 2011.

Gigi Androne: il progetto Odd Dimension nasce nel 2001 e dopo molto lavoro ed alcuni cambi di formazione giunge al rilascio nel 2011 del debut album ‘Symmetrical’ anticipato nel 2005 dall’EP A New Dimension. L’album venne ben accolto dalla critica e ad inizio 2012 abbiamo intrapreso un tour europeo in supporto a Rhapsody of Fire.
Di ritorno abbiamo intrapreso le composizioni per l’attuale ‘The Last Embrace to Humanity’  che e’stato rilasciato a fine marzo, come per il primo album via Scarlet Records.

Da cosa deriva il vostro singolare moniker “Odd Dimension” (Dimensione Bizzarra o Dispari?)

Gigi Androne: in realtà l’origine del nostro nome è leggermente diversa, quando abbiamo costituito il primo nucleo della band con Gianmaria (Chitarra) e Federico (Basso) ed Antonio Agate alle tastiere da subito furono chiare le influenze eterogenee che caratterizzavano i vari musicisti, che volevamo canalizzare in una nuova ‘dimensione’ sonora, con il punto comune della passione per il progressive rock caratterizzato storicamente dall’abbondanza di tempi ‘dispari’ (tradotto ‘Odd’ appunto). Da queste varie influenze iniziali nacque il nome Odd Dimension…

“Symmetrical” e “The Last Embrace To Humanity”. Il secondo evoluzione del primo, o assoluta continuità stilistica?

Gigi Androne: sicuramente quando ci si avvicina ad un secondo lavoro in un genere complesso come il progressive la prima intenzione è quella di rappresentare al meglio le varie idee nella mente dei singoli che confluiscono in molti spunti musicali. Progressive per noi significa principalmente evoluzione e commistione, quindi l’album pur ponendosi nel solco del precedente apre verso nuove sonorità più vicine alle nostre attuali idee musicali.

Nel vostro nuovo album si percepisce talvolta un alone di oscurità che, probabilmente, sottende ad un qualche pessimismo di fondo. Vorreste descriverci gli argomenti trattati in “The Last Embrace To Humanity”, a partire dal titolo, non esattamente bene augurante?

Gigi Androne: questo album come il precedente, ha preso corpo in sala lavorando insieme alle idee dei singoli. Da subito il nuovo pacchetto di brani è apparso come caratterizzato da un suono più ‘maturo’ e se vogliamo a tratti oscuro, legato anche al particolare momento storico che viviamo. I testi sono nati in parallelo al suono e costituiscono un concept sull’alienazione umana vista nei vari aspetti della vita. Il titolo vuole quindi rappresentare l’ultimo incontro dell’uomo con l’umanità intesa come sentimento: siamo sempre più vicini ad un’epoca in cui il confine tra uomo e macchina diventerà sempre più labile, con la vita in tutti i suoi aspetti sacrificata all’essere parte di un meccanismo che lentamente ci stritola.

Il vostro stile è pienamente catalogabile all’interno del filone progressive. In molti ritrovano parecchi punti di contatto con i celebri Dream Theater.
Vi sentite a vostro agio con queste due definizioni? E, più in generale, dove si radicano le vostre influenze?

Gigi Androne: sebbene sia certamente un complimento esser paragonati a band di questo livello, direi che con questo album le sonorità hanno avuto nuovi spunti, mi riferisco ad esempio a brani come “Another Time” (ballata di sapore AOR) o “It’s So Late” (brano in cui abbiamo avuto il piacere di Ospitare Michele Luppi).
Le nostre influenze come accennavo già prima riguardo alle origini stesse della band, sono tra le più varie, dal progressive rock anni 70 di cui siamo tuttora grandi estimatori, passando per il classic metal anni 80 per arrivare a classici moderni del genere come Porcupine Tree e Opeth.

Quando pensate ad una canzone “vincente”, che possa davvero “sfondare”, cosa immaginate? E come agite poi per tentare di renderla concreta?

Gianmaria Saddi: come già detto, le nostre canzoni non nascono studiate a tavolino. Diamo il massimo su ogni composizione, anche se inevitabilmente ne usciranno di più belle e meno belle. Il fatto di sentire una canzone “vincente”, a mio avviso, è relativo. Comunque per darti un’idea, se te la immagini suonata live, ti impersoni nel pubblico presente ed inizi a sentire qualcosa dentro che ti gasa, beh…siamo sulla strada giusta.

Avete già testato le vostre nuove composizioni dal vivo? Immagino che le difficoltà nel proporre alcune situazioni piuttosto elaborate non mancheranno. Come vi comporterete nel riproporle sul palco?

Gigi Androne: non ancora ma abbiamo in programmazione alcuni live, non vediamo l’ora!
La nostra musica trova la sua vera dimensione proprio dal vivo, ci piace lavorare attentamente in sala per preparare i nostri live. Come già testato dal vivo durante il recente tour europeo seguente il primo album in supporto a Rhapsody of Fire, non abbiamo avuto grosse difficoltà nonostante le molte parti sinfoniche, il nostro tastierista Gabriele Ciaccia ha saputo rendere al meglio i vari arrangiamenti presenti.
Palestra importante quella dei live specialmente in questa epoca in cui la musica sta diventando sempre più ‘intangibile’:  speriamo di crescere ulteriormente in questo settore!

Come vi ponete nei confronti dell’odierno mercato discografico e del business che ne fa parte? Vi accontentate di “esserci” e di ritagliarvi un piccolo spazio, o puntate ad obiettivi ambiziosi e ad ampio respiro?

Gianmaria Saddi: crediamo molto in questa band, nel corso degli anni non siamo mai voluti scendere a compromessi pur di far qualcosa ed uscire sul mercato. Abbiamo lavorato molto sulle nostre idee e sul nostro modo di concepire la musica ed alla fine siamo riusciti nel nostro intento. Abbiamo sfornato due album con Scarlet, siamo andati in tour, insomma…stiamo facendo conoscere la nostra musica, quella che amiamo, senza compromessi.

Integrità artistica e grande successo. Sareste quindi disposti a mediare le vostre convinzioni musicali, qualora una specifica “logica di mercato” vi potesse garantire un grosso numero di vendite ed una notorietà importante?

Gianmaria Saddi: non seguiamo le mode, penso sia un concetto importante. Se in futuro riusciremo ad avere grande successo suonando la musica che più ci rappresenta non potremo che esserne strafelici!

Ed ora per alleggerire, un piccolo giochino veloce: elencate, senza dubbi e senza riserve, i cinque album che considerate quali pietre angolari della vostra passione musicale. Quelli, insomma, che più hanno contribuito a formarvi come appassionati, spingendovi magari a diventare musicisti.

Gianmaria Saddi: i nomi sono tanti, personalmente mi sento di elencare:

Beatles: Sgt. pepper’s lonely hearts club band
Queen: A night at the Opera
Dream Theater: Images and words
Queensrÿche: Operation mindcrime
Iron Maiden: Seventh son of a seventh son

Finale con il botto: datemi un top e un flop. Un artista o personaggio pubblico (qualsiasi ambito) che in questi ultimi mesi vi ha colpito positivamente e, al contrario, uno che più vi ha delusi.

Gianmaria Saddi: eh..purtroppo mi sento di iniziare con chi mi ha deluso, avrei voluto farti un nome, magari evitare di entrare in argomento, ma ce lo sbattono in faccia tutti i giorni, quindi come flop inserisco questa classe politica indecente che ci sta deludendo da decenni.
Al top invece metto Steven Wilson, un vero vulcano di idee e di progetti musicali interessantissimi.

Saluti conclusivi. A voi la chiusura, il pensiero finale, i titoli di coda. Insomma, siete liberi di parlare a ruota libera per terminare al meglio

Salutiamo tutti i lettori e tutti fans che ogni giorno sono sempre di più. Seguiteci  e continuate a seguirci sui social network e sulla nostra homepage Odddimension.com, vi aspettiamo sotto il palco, ciao!
Infine un ringraziamento a te Fabio e a tutti i ragazzi di Truemetal per lo spazio che ci avete concesso, grazie!

Fabio Vellata

 

Discografia Odd Dimension:

2005 – A New Dimension (EP)
2011 – Symmetrical
2013 – The Last Embrace To Humanity

Sito Web Ufficiale