Recensione: Demo 2002

Di Simo Narancia - 20 Marzo 2003 - 0:00
Demo 2002
Band: Illusoria
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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75

Questo che mi accingo a recensire è il demo di esordio degli Illusoria, heavy metal band di Novara. Formatisi nel 1998 iniziano la loro attività proponendo, come molte altre band agli esordi, cover di gruppi più o meno famosi e più o meno nel giro dell’ hard ‘n’ heavy. Presto però la band decide di scrivere canzoni proprie e questo demo è la testimonianza dei risultati raggiunti. C’è subito da dire che tutti e 5 i componenti pur essendo abbastanza giovani (età media 22 anni) hanno alle spalle molti anni di studio dello strumento e hanno frequentato o frequentano scuole musicali come il CPM di Milano o il CEM di Novara.
Le influenze della band sono molteplici, quelle più evidenti a mio parere sono un heavy classico che spazia dal prog al power (soprattutto per alcune melodie e alcune accelerazioni) senza trascurare qualche accenno alla potenza del buon vecchio thrash.

Il lavoro è composto da quattro tracce durante le quali si rendono evidenti tutte le influenze sopraccitate e sebbene qualche volta affiorino alla mente nomi noti, non si avverte quel senso di copia/incolla tipico delle band meno esperte e smaliziate. Si può parlare quindi di un accostamento a gruppi famosi solo per quanto riguarda le sonorità o le atmosfere ricreate. Ma prima di passare a parlare dei brani bisogna fare i complimenti ai ragazzi per quanto riguarda la resa sonora del demo: il lavoro è stato infatti registrato e mixato dagli Illusoria stessi in uno studio di registrazione allestito in garage e il risultato è un prodotto che, rispetto a tanti altri demo, è veramente buono.

In apertura troviamo 3000 A.D. un buon brano che si disimpegna bene tra accelerazioni e momenti più delicati miscelando il più possibile le sonorità prog oriented del ritornello con quelle più classiche del resto della canzone. Con il secondo brano, Memoeries, fanno invece capolino le atmosfere tipiche del thrash: così troviamo un incedere generale lento e pesante (ma non troppo) contrapposto alle aperture melodic/power del ritornello, molto carino ed accattivante. Sostanzialmente un brano ben riuscito. Proseguendo nell’ascolto sembra che il livello si alzi di canzone in canzone, quasi come se queste fossero state incise nell’ordine cronologico col quale sono state composte. Di fatti il terzo brano proposto,The Dark Rite , risulta quello più fluido e coinvolgente già dai primi ascolti, forse per via del fatto che è quello che più di altri rievoca gruppi di prestigio come i Dream Theather (nei passaggi più articolati) e gli Angra (in quelli più melodici e spumeggianti). Tuttavia questa miscela di power e progressive genera una canzone molto personale e piena di verve, come ad esempio in occasione dell’assolo: melodico ed arioso quanto basta per rimanere subito impresso nella mente ascoltatore.
La chiusura è affidata a Sound Machine, canzone che si attesta sui livelli della precedente anche se l’impostazione del brano è differente. In questa occasione infatti si ricalca un po’ la contrapposizione tra metal melodico e thrash metal già sentita in Memories, solo che il tutto avviene in modo più convincente e dinamico.

Se i pregi di questo prodotto stanno nella buona tecnica individuale e nell’abilità (volontà) di inglobare molteplici influenze musicali, per non rimanere schiacciati da nessun tipo di etichetta, i limiti sono proprio quelli di riuscire nell’impresa di creare brani dal forte impatto fin dai primi ascolti. Specialmente per i primi due brani proposti in questa sede, si avverte una certa mancanza di “civetteria” ( se mi passate il termine): brani ben fatti che però rimangono impressi solo dopo numerosi ascolti. A questo proposito consiglio agli Illusoria di porre un po’ più di attenzione alle linee vocali e magari di concentrarsi un po’ di più sulla contrapposizione di passaggi lenti e pesanti con quelli veloci e melodici che molto bene è riuscita in alcune situazioni proposte. Un ultimo appunto va al cantato (non me ne voglia Cristiano): mi sembra che la voce sia più a suo agio sui toni medio bassi risultando più piena e potente e che invece sui toni più alti tenda un po’ a “sparire”, ad essere meno efficace e appunto meno potente. Anche se questo può essere un problema dovuto ad una produzione non professionale, mi sento di consigliare due soluzioni: tentare di migliorare anche sotto questo aspetto o (meglio) dedicarsi maggiormente su un tipo di cantato pieno ed espressivo (prendendo spunto ad esempio da Roy Khan, cantante dei Kamelot), in modo da risultare anche più personale.
Comunque sia questi sono difetti che solo l’esperienza può migliorare. Quindi anche per gli Illusoria un in bocca al lupo: le qualità ci sono, bisogna quindi continuare a lavorare sodo, con passione e costanza per ottenere i risultati desiderati.

Tracklist:

1) 3000 A.D.
2) Memories
3) The Dark Rite
4) Sound Machine

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