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Skylark (Eddy Antonini)

Di Roberto Buonanno - 16 Aprile 2013 - 11:37
Skylark (Eddy Antonini)

Dopo la recensione del bell’album “Twilight of Sand”, era d’obbligo chiamare Eddy Antonini per un’intervista. Il fondatore degli Skylark è raramente banale, quindi la lettura è consigliata a tutti, non ai soli fan della band.

Tra l’altro Eddy ci teneva a far sapere ai nostri lettori che a breve uscirà un compilation in due volumi con brani inediti, intitolata “Divine Gates Part 5-chapter 1- The road to the Light”. Questa sarà la prima parte di un’opera concepita per festeggiare il ventesimo anniversario di Skylark. Nei prossimi due anni usciranno il secondo capitolo  “Divine Gates Part 5-chapter 2- Dragon’s Gate” ( la nuova versione di Dragon’s Secrets riregistrata oer l’occasione) e il terzo capitolo “The Storm and the Horizon”.

Veniamo ora all’intervista, che gravita ovviamente attorno all’ultima uscita Twilight of Sand ma svaria su molti argomenti e, ovviamente, tocca in generale tutta la nostra scena musicale.

Eddy l’album suona come nessun altra produzione degli Skylark, per piacere spiegaci cosa è cambiato

Soldi, tutto qui. Con la conseguente possibilità di registrare in uno studio top class in America. E il paradosso che ci sarebbero voluti ancora più giorni, almeno una o due settimane in mixing e più tempo per il mastering. Più alzi il livello più tutto diventa complesso. E’ stato sempre il problema di Skylark: i nostri lavori venivano paragonati a gruppi con budget almeno 7 8 volte superiori ed erroneamente confusi con altri più simili a produzioni amatoriali, con tutto il rispetto per ogni produzione.

Skylark era in una dimensione nella quale i budget erano normalmente più alti.

Un esempio possono essere gruppi come Angra  o Blind Guardian o Rhapsody.

Si sono fatti dei miracoli per sfornare prodotti decenti ma chiaramente non si poteva pretendere il medesimo sound dei gruppi sopra citati. L’altra soluzione sarebbe stata quella di semplificare con una produzione più piatta e canonica ma chi ha fatto questa scelta non è stato premiato dai risultati. Ogni gruppo ha la sua identità, deve rispettarla facendo il massimo possibile, che ovviamente non è il massimo in assoluto, accettando di compiere errori.

Comunque mi fa piacere che questo lavoro può risultare più gradevole dal punto di vista sonoro; per molti è così. Ma per il sound che davvero vorrei ci vorrebbero appunto ancora più soldi e quindi più tempo.

 


Da sinistra: Roberto “Brodo” Potenti, Ashley “The Princess” Watson, Eddy Antonini

Ma che ci fate in Giappone?

Nulla, sicuramente il Giappone è il paese nel abbiamo venduto di più ma non credere che sia molto diverso rispetto ad altre parti; non è abbiamo mai avuto grande appoggio dai media. La differenza sta forse nel fatto che il pubblico nipponico si è dimostrato molto indipendente e quindi la gente ha comprato talmente tanti dischi, merchandising e biglietti di concerti che di conseguenza qualche media ha poi avuto la decenza di riconoscerlo, al contrario che altrove. Per esempio è appena uscito un libro per il più grosso editore musicale giapponese che ha inserito Skylark tra le 500 band che hanno fatto la storia dell’hard rock / metal dagli anni 70 ad oggi.

Ma lo stesso editore in passato ci ha bastonato pesantemente su altre testate e in futuro magari lo farà ancora oppure ci ignorerà. Ma il metterci nell’enciclopedia, al di la dei commenti positivi che possono più o meno far piacere, è un chiaro sintomo. Se perfino un tuo detrattore ha dovuto riconoscere la tua dimensione, forse qualcosa la si è fatta davvero.

Parliamoci chiaro, io dopo il primo disco speravo di rientrare per avere il budget sufficiente per fare il secondo. Tutte le cose che sono successe in 19 anni non le avrei mai ipotizzate.

Parlaci dei risultati che avete nella terra dei Samurai

Quelli passati credo ormai si sanno; con l’ultimo disco si è fatto ancora meglio.

Numero uno rock metal in Amazon per due settimane (parliamo di copie vere quindi non di dichiarazioni presunte di A&R e download più o meno legali). Amazon è il più grande online store al mondo e in Giappone copre quasi i 2 terzi delle vendite. Posizione di picco, la numero 12 nella classifica generale con fixing nella seconda settimana di gennaio al numero 32, primo artista straniero davanti ad Adele e Lady Gaga.

Non male per una progetto sostanzialmente undergorund indipendente e osteggiato da 19 anni.

Abbiamo sempre risposto con i numeri, il nostro ultimo tour ad Osaka ha fatto più persone di Dark Tranquillity e più o meno la stessa gente di Rage, Amorphis e un filo meno di Royal Hunt.

Più di così non si può, ma neanche nei sogni più folli. Non posso far altro che ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto verso questi traguardi impensabili. Altro non posso aggiungere. Con Skylark si è fatto un miracolo.

 

Tornerete a suonare in Italia? tanto sai che ti sto invitando al prossimo festival di TM

No non ci torneremo, il festival di truemetal potrebbe essere una piacevole eccezione e l’unico problema per questo festival è dato dal fatto che la nostra band è ormai dispersa per il mondo e che le spese per portarla in un posto sono tante. Vediamo, faremo il possibile. Promesso.

Purtroppo ormai il pay to play  (e il pay to be published) sta diventando una costante e quindi è difficile già ottenere un rimborso spese se non ti chiami Iron Maiden o Bon Jovi.

Gli organizzatori sono ormai abituati a parametri diversi. Detto questo Skylark come band live è limitata a sporadiche apparizioni in oriente e solo se tutte le richieste (economiche e di organizzazione) vengono soddisfatte. Poco tempo abbiamo fa rifiutato un festival in Corea del Sud in posizione di co-headliner e dove comunque saremmo stati pagati discretamente perché non vi erano sufficienti garanzie di far bella figura.

Sul disco ci sono molti artisti, dicci chi suona e canta nei vari pezzi

Sicuramente la figura di riferimento di Twilight of Sand è stata quella di Ashley, la ragazza americana che compare in copertina (per scelta della casa discografica giapponese) e con cui siamo andati in tour. Ashley farà parte anche dei prossimi lavori, ma non sarà l’unica cantante presente.

Per TOS abbiamo deciso di non avere una band fissa né un frontman, anche se poi le cose con Ashley sono andate parzialmente in quella direzione.

Ci sono in tutto nove cantanti (sei donne e 3 uomini) oltre al chitarrista Pota che compare costantemente sugli album degli Skylark da 15 anni e al batterista storico Federico Ria. Vi è poi un altro nome memorabile, Bob Gram alla chitarra acustica. Oltre ad alcuni cantanti che compaiono sul CD bonus:  David Defeis dei Virgin Steel, che compare in Symbol of Freddom, e le vecchi voci degli Skylark Fabio e Kiara in versioni di pezzi vecchi rimasterizzate.

Credo di aver finito e mi scuso se mi è sfuggito qualcuno.

 

 

In Twilight of Sand quali pezzi sono originali, quali vecchi brani risuonati, quali altro ancora?

I pezzi sono tutti nuovi tranne i remake di “Lions are the World”, proveniente da Fairytales e originariamente cantata da Kiara e “Believe in Love” proveniente da The Last Gate e anch’essa cantata da Kiara. L’idea era quella di sviluppare ulteriormente due brani in cui sentivamo che mancavano alcuni ritocchi importanti, così abbiamo deciso di risuonarli con arrangiamenti più ricchi e un sound diverso. Poi c’è la cover di Aitakatta e nella versione giapponese soltanto la cover, in lingua originale, della sigla di Goldrake” Tobe Grendizer” (vola Grendizer, che è il nome giapponese di goldrake) cantata nella versione originale da quel mostro di bravura che è Mister Sasaki. L’album comunque avrebbe avuto una durata di oltre 50 minuti anche senza questi pezzi, che sono da considerarsi un plus.

A noi comunque di tanto in tanto piace ritornare su vecchi brani, risuonandoli, riarrangiandoli e cambiando alcune cose.

Spiegaci come mai avete inserito la cover Aitakatta nell’ultimo disco.

Aitakatta è un pezzo delle AKB 48, probabilmente il gruppo POP giapponese più famoso nella terra del sol levante. Il gruppo è un insieme di 48 ragazze molto giovani che danzano e cantano canzoni orecchiabili e accattivanti. Ormai sono uno dei fenomeni più rilevanti della storia della musica Giapponese. Abbiamo deciso di suonare la cover di questo brano perché ci piaceva e pensavamo potesse risultare divertente. Per fare un paragone sulla portata del gruppo, è un po’ come coverizzare Madonna negli States.

Ho sentito definire il disco “un’opera fredda, senza cuore”. Secondo me chi lo dice sbaglia, è vero però che il suono è così pulito da risultare freddo.  Hai ancora il cuore?

La definizione di cuore è troppo soggettiva, come quella di freddo o caldo. Le cose per me sono intonate, stonate a tempo o fuori tempo, in armonia o fuori armonia, ecc… Il resto sono gusti, quindi ognuno è giusto che ne tragga le proprie impressioni. Solo il fatto che qualcuno ha perso dei minuti ad ascoltare un nostro disco è cosa da apprezzare; che poi lo trovi interessante, sgradevole, freddo o meraviglioso, sono appunto solo sensazioni: tutte valide, tutte rispettabili.

 

Vuoi veramente terminare il progetto Skylark?

Questa è un risposta personale, di Eddy Antonini non di Skylark; perché Skylark è una progetto condiviso da me e da Brodo e quindi non posso rispondere anche per lui e non posso prendere decisioni al suo posto.

Se lui volesse continuare con Skylark ha il mio benestare al 100% più o meno in qualsiasi modo lo voglia gestire.

Io mi fermo qui, il che stiamo componendo per il ventennio è il mio ultimo sforzo. A parte questa scadenza, credo che il progetto abbia detto tutto ciò che doveva essere espresso.

Mi capiterà magari in futuro di scrivere nuovi brani? Forse. Li registrerò? Boh. Per Skylark? Non credo proprio.

Difficilmente qualcosa, da parte mia, sarà fatta con intenti commerciali. Non è un business che mi piace al momento, tutto in piedi sul nulla e sulla scarsa qualità. Un finto business che sfrutta un po’ troppo la speranze, l’entusiasmo e l’innocenza di ragazzi pieni di sogni. Con le famiglie che si sacrificano per supportarli. E per ottenere cosa nel 99.99% dei casi? Nulla, solo un contatto con la fantomatica “fama”. Il più delle volte pure effimero e che causa solo delusioni, depressioni e insoddisfazioni. Non vado oltre preferisco fermarmi qua con questo discorso.

A quando un nuovo album solista? Per me il primo è indimenticabile

Grazie ma non credo ce ne sia bisogno. Il mio solista è un album Skylark che non si poteva chiamare Skylark per ragioni diciamo discografico/commerciali. Così ci aggiunsi due pezzi di J.S. Bach, intro e chiusura, suonati con clavicembalo.
Comunque rimase legato a Skylark per composizioni, arrangiamenti e per la maggior parte degli interpreti.

Senza dubbio l’album avrebbe dovuto uscire come Skylark e rappresentare l’esatto collante fra Dragon’s Secrets e i primi due divine Gates. Il maledetto music business non lo ha permesso, come non permise l’esatta scaletta di Wings (che invece è apparsa nell’edizione americana del 2009) mutilandola di Little Red Riding Hood. Brano poi inserito senza alcun senso nella prima pubblicazione di Fairytales. Poco male, sopravviviamo.

Tra spotify, iTunes e YouTube, ha ancora senso scrivere album interi e pubblicarli ? Non vale la pena buttare sul mercato singoli brani in modalità asincrona?

Assolutamente sì, ma forse vale più per le band già affermate perché le etichette, in genere, puntano ancora sugli album. Io alcune idee del perché non si rompa questa logica anacronistica forse  le avrei e  anche su questo ci sarebbe da parlarne molto; ma non lo faccio se no poi scateniamo un polemica forse sterile e inutile.

Ringraziamo Eddy Antonini e speriamo che possa trovare l’ispirazione e la passione per tanti nuovi dischi, con o senza Skylark.