Death

Soilwork (Björn “Speed” Strid )

Di Andrea Poletti - 20 Giugno 2016 - 14:09
Soilwork (Björn “Speed” Strid )

Qualche giorno addietro abbiamo avuto la possibilità di fare due chiacchiere con Bjorn “Speed” dei Soilwork; come sempre si è dimostrata una persona gentile e piena di parole sulla sua attività live. Una bella persona, che oltre alla fama e all’essere conosciuto in giro per il globo, non dimentica mai quanto sia importante mantenere un aspetto “umano” in ogni situazione. Non c’era un argomento  sul quale focalizzarci per cui, quello che leggerete non nient’altro che un cantante, che racconta di se, dei progetti futuri e della situazione attuale della musica. Vi auguriamo una piacevole lettura.

Ciao Bjorn, è un piacere sentirti spero tu stia bene, dove ti trovi ora?

Ciao, grazie, mi fa piacere anche a me sentirci, in questo momento sono a casa mia in Svezia, siamo appena tornati ieri sera da un festival dove abbiamo suonato con i Ghost e i Tribulation. Ci siamo divertiti moltissimo ma ora penso di avere bisogno di un piccolo break per qualche giorno prima dello Sweden rock che avremo a breve.

Ti posso capire anche perché vedo sia dai social che dalle nostre foto che state viaggiando moltissimo, siete parecchio in tour. Senti ancora la passione che brucia dentro per l’aspetto live oppure sta iniziando a stancarti un pochino?

Si è vero hai ragione ma quello che ci si prospetta davanti non sarà un periodo così difficile da sostenere; suonare in tour e suonare ad eventi selezionati richiede una preparazione e un’impegno diverso per cui non sono molto stressato. Quando devi alzarti la mattina, prendere l’aereo, andare in hotel suonare e ripartire immediatamente è a tratti insostenibile, a volte l’aeroporto è la tua casa. Essere in un festival c’è un clima differente e riesci anche a divertirti con gli amici.

In questi ultimi mesi come avete aggiornato i vostri live in base al nuovo materiale? Abbiamo questo nuovo album “The Ride Majestic” che è una ennesima conferma del vostro status di salute dopo l’ottimo “The Living Infinite”, senti di avere dato qualcosa in più ai fan? Percepisci di aver dato loro un buon album?

Mmm.. (Ci pensa qualche secondo NdR) Credo che con questo nuovo album abbiamo unito tutti i fan dei Soilwork; quelli che vengono dalla vecchia scuola e quelli più moderni a cui piacciono “Stabbing the Drama” o “Figure Number Five” hanno trovato l’unione delle diverse epoche. Sento che ogni brano funziona benissimo dal vivo diventando un ponte tra passato e presente.

Quindi mi stai dicendo che anche tu hai sentito una transizione di stili negli ultimi anni? Sto pensando a “Sworn to a Great Divide” per esempio che ha un impatto molto distante da ciò che siete oggigiorno.

Si credo proprio che ci sia stata una mutazione negli ultimi tempi. Siamo una band che è riuscita a creare canzoni dall’aspetto differente pur mantendo sempre e comunque un suono definibile come “Swedish death metal”. Credo che si possa dire che i Soilwork hanno un loro sound personale e unico, quello che riesci a riconoscere in mezzo ad altri; abbiamo fatto in modo negli ultimi tempi di trasformare la nostra musica in qualcosa di più intenso e personale rispetto a qualche anno addietro. Credo che la transizione sia riscontrabile anche in sede live, dove ad oggi tutto funziona bene dal mio punto di vista, anche le canzoni cerchiamo di scriverle più per il fattore live che non solamente per l’album in studio. L’unica controindicazione è che dobbiamo cercare di essere sempre in forma e non ammalarci, altrimenti diventa durissima riuscire a rimanere sul palco con la tipologia di canzoni che oggi abbiamo (Ride NdR).

Non credi dunque che c’era necessità di comporre quei dischi per riuscire a far diventare i Soilwork ciò che sono oggi? Sono molto distanti dal contemporaneo però sono serviti alla causa.

Credo piuttosto che sia stato una crescita naturale e senza forzature per quello che riguarda il songwriting, sono conosco anche io che i cambiamenti ci sono stati ma credo sia stati positivi. Abbiamo nuovi membri all’interno del gruppo che hanno portato in dono molte valide idee e abbiamo sempre cercato di far crescere e plasmare il suono della band attraverso quelli che erano i cambiamenti della line-up, pur rimanendo sempre entro i canoni del nostro standard musicale. C’è un’atmosfera più melanconica nei nuovi brani dal mio punto di vista avendo riesumato il vecchio suono Svedese che in parte è andato perso. Stiamo e siamo tornati indietro verso le nostre radici se ascolti bene.

Vorrei essere onesto, mi considero un fan della band ma cerco di esprimermi in maniera più equa possibile. Credo che ad oggi i Soilwork siano gli unici in terra Svedese che riescono a mantenere vivo il famoso “Göteborg sound”; vedo anche i vostri “fratelli” In Flames e molti altri gruppi cambiare completamente stile ma voi riuscite a rimanere sinceri verso voi stessi.

Mmm… (pensa qualche secondo NdR) Questo è un argomento difficile ma anche interessante. Risulta difficile rimanere fedeli a se stessi, guardare verso le proprie origini senza diventare come i Manowar (Ride NdR). Non fraintendermi, adoro i Manowar però obiettivamente hanno sempre creato lo stesso album a loro modo, credo invece che noi abbiamo avuto la possibilità di reinventarci pur rimanendo fedeli. Di questo ne sono molto orgoglioso, senza alcun dubbio.

State già pensando ad eventuali brani nuovi per il prossimo disco? Siete in fase di composizione?

No, non ancora, ci sono solo idee che abbiamo abbozzato durante le pausa tra una data e l’altra. Credo inizierò più avanti a scrivere in maniera seria qualcosa di nuovo ma abbiamo ancora molte date da fare live.

Ci sono luoghi nei quali avete viaggiato che ti hanno dato degli stimoli particolari a livello umano, dai quali senti di aver appreso un insegnamento per crescere come uomo e come musicista?

Questa è una domanda intrigante, mi viene da pensare agli Stati uniti, dove abbiamo suonato davvero molto e le influenze che vanno per la maggiore in quel paese credo siano entrate un pochino dentro di noi. Però mi fa ridere vedere dei gruppi Svedesi che vogliono suonare Statunitensi e band Statunitensi che cercano di raggiungere un suono più Europeo e Svedese (Ride NdR). Credo però che l’importante sia farti influenzare dalla buona musica, non importa quale sia il genere a cui appartenga. Mi viene in mente anche l’Australia, dove siamo stati diverse volte, li senti un’atmosfera differente ed è molto emozionante essere la con la loro natura, e i loro stili di vita. Non sempre è solo musica la fonte principale d’ispirazione.

Vorrei farti una domande leggermente distante dal discorso che stiamo facendo ora. Qualche giorno addietro ho visto i Megadeth al Gods of Metal con Dirk alla batteria. Come vedi questa possibilità che ha avuto? Credi influenzerà in qualsiasi maniera il gruppo oppure potrebbe rimanere come un caso isolato?

Penso che sia un’opportunità unica per Dirk e non poteva lasciarsela scappare, è un grandissimo batterista. Non posso nascondere che è una situazione difficile per noi perché arriva alle porte della stagione estiva del festival dove dovremmo adeguarci con session Drummer. Non potevamo nemmeno dire di no a questa sua possibilità; ammetto che quando l’ho visto dietro quella batteria la prima volta sono rimasto senza parole, non riuscivo a crederci. Credo però che anche per coloro che non sanno chi sia, cercheranno di conoscerlo facendo indirettamente pubblicità ai Soilwork.

Quindi avrete bisogno ufficialmente di un Session Drummer per i prossimi tempi?

Si senza alcun dubbio, abbiamo già suonato con lui, è un ragazzo Svedese che si chiama Bastian (Thusgaard già militante nei Dawn of Demise e negli Arcane Order NdR) che ha fatto molto bene nei primi live con noi e sono sicuro che ci troveremo bene con lui.

Perfetto grazie, mi viene in mente un’altra domanda, cambiamo argomento drasticamente ora. Volevo chiederti in merito a questo nuovo progetto che prende il nome di The Night Flight Orchestra. Che cosa ci puoi raccontare in merito?

Si infatti questo progetto denominato The Nigh flight Orchestra è un step nuovo che ho creato insieme a David, in nostro chitarrista, che abbozzato da solo ancora prima che entrasse dentro la band in via definitiva. Vogliamo cercare di reinterpretare la musica classica in una versione molto vicina agli standard degli anni 70 e 80; questa idea è iniziata mentre stavamo chiacchierando e ci siamo detti “dovremmo sicuramente fare un gruppo con queste sonorità”. All’inizio ne abbiamo solo parlato, poi abbiamo fatto un po’ di jam session e abbiamo chiamato anche Shane D’angelo degli Arch Enemy con noi; tutto ha preso una vena magica e inaspettata mentre registravamo i pezzi e siamo ancora sorpresi. I primi due album li ha pubblicati l’etichetta italiana Coroner Records e piano piano è diventato sempre più serio. La considero una vera e propria band non un progetto a se stante; mi considero un metafora al 100% ma sono anche un grande fan del rock ed è bellissimo avere questo progetto per testare nuovi range vocali e musicali. Abbiamo appena firmato un contratto con la Nuclear Blast e registreremo il disco questa estate finendo in autunno; se tutto va nella maniera corretta l’album verrà fuori sul mercato la prossima primavera. Sono molto fiducioso per il futuro di questo gruppo.

Ti sento molto entusiasta mentre me ne stai parlando, sento che ci credi molto in questo progetto.

Si è vero sono molto positivo a riguardo e ci credo fortemente; come musicista devi avere necessità di andare oltre i solito standard cercando di sfidare te stesso. Questa sfida costante che mi porto dietro da una vita credo tu la possa sentire anche nei Soilwork attraverso gli arrangiamenti sui differenti dischi; sugli ultimi due in particolare mi sentivo molto a mio agio e in pieno possesso delle mie capacità stilistiche.

Mi fai venire in mente così una domanda che mi son posto in alcuni casi, credo questo sia l’occasione corretta. Hai mai pesato di registrare un tuo album solista?

Si, a volte ci ho pensato ma non so come potrebbe suonare, sicuramente molto più generico rispetto al death metal che facciamo con la band. So che suonerebbe metal a tutti gli effetti ma non ho idea con quali sfumature; le mie influenze personali e i miei gusti sono molto più ampi in proporzione alla musica che compongo con i Soilwork per cui non saprei nemmeno dirti cosa potrebbe uscire. Potrebbe uscire acustico, thrash o anche black metal, davvero non so cosa potrebbe succedere, è difficile da pronosticarlo.

Vedremo, sarebbe bello riuscire a sentirlo un giorno. I piani per questa estate quindi quali sono? So che verrete in Italia a breve e mi chiedevo quale sarà la vostra tabella di marcia.

Andremo per la prima volta nella nostra vita in Sud America e non vedo l’ora, poi in autunno torneremo negli Stati Uniti e alla fine sarà la volta dell’Europa da Gennaio 2017, questi sono i piani attuali e li vedo i mesi a venire molto impegnativi, l’anno prossimo sarà un’anno molto importante e sto cercando di preparami al meglio.

Benissimo, non vedo l’ora di potervi vedere dal vivo, ti ringrazio infinitamente per questa intervista e la disponibilità concessa. Grazie mille e buona giornata.

Grazie a te e per esserci sentiti, è stato un piacere parlare con te buona giornata.