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Steelpreacher (Jens Steelpreacher)

Di - 11 Luglio 2003 - 18:53
Steelpreacher (Jens Steelpreacher)

Parole di Eugenio Giordano.

Intervistare un personaggio affabile e sincero come Jens degli Steelpreacher è stato come tornare indietro di una decade quando la scena metal era composta da band veramente ispirate e convinte sostenitrici degli ideali dell’Heavy Metal senza compromessi e contaminazioni, quando essere metallari significava soprattutto vivere il Metal e non solamente suonare o vestirsi in un certo modo.
Da quasi quattro mesi sono entrato in contatto con questi ragazzi tedeschi, prima solo come fan, poi come giornalista interessato a far conoscere al pubblico italiano la loro potenza e integrità artistica.

“Hail Guys!!!!” Cominciamo questa intervista presentando la band ai metallari italiani, in primo luogo potete dirmi qualcosa sulle origini degli Steelpreacher e quando vi siete uniti in questa line-up?

Jens: “Certo!, le radici del gruppo affondano nella scena underground della città Koblenz (Germania) intorno al 1998; eravamo stufi di tutte quelle band “new” metal così io e Muskel (basso) abbiamo fondato i Claymore nella primavera del 1998. Per dirti la verità quella band non aveva molte differenze artisitche rispetto agli Steelpreacher, registrammo la demo “the eternal course” nel 2000 e ricevemmo un certo riscontro positivo dalla critica, che ci consentì di suonare live gigs vicino a casa e all’estero. Nel 2001 decidemmo di separarci per seguire differenti strade artistiche, ma io e Muskel decidemmo di dare un seguito alla musica dei Claymore e di fondare una nuova band che potesse continuare quanto di buono avevamo fatto fin lì.
Nel Gennaio del 2002 trovammo in Hendrick il perfetto batterista per la nuova band, e cominciammo subito a scrivere i nuovi brani.
Nell’aprile del 2003 si unì a noi Duke in veste di chitarrista ritmico e finalmente eccoci qui: gli Steelpreacher!!!”

Oltre ai Claymore avete suonato in altre band prima di unirvi negli Steelpreacher?

Jens: “Io e Muskel eravamo nei Calymore, Hendrik era il batterista dei Thorns of Sephiroth, una altra band di Koblenz, l’abbiamo visto in azione ai loro concerti e Hendrik veniva a vedere quelli dei Claymore (gli piacevano davvero). Siamo stati fortunati perchè i Thorns of Sephiroth si sciolsero in concomitanza ai Claymore in modo casuale!!! (risate). Comunque Muskel suona in una band black-thrash chiamata Epitaph e io mi diverto a cantare nei Straight Ahead una cover band hard rock. Duke non ha mai suonato in altre band se si escludono collaborazioni con i Metal Inquisitor, i Desaster e una cover band dei WASP”

Penso che la vostra musica possa essere descritta come “true dedicated metal”, se condividete la mia opinione provate a descrivere dal vostro punto di vista la musica che suonate. Quali band si avvicinano di più allo stile degli Steelpreacher?

Jens: “Noi definiamo la nostra musica semplicemente Heavy Metal !!! Penso che l’etichetta di true metal band ci calzi a pennello, ma assolutamente non quella di power metal band. La nostra musica nasce dritta dal nostro cuore e dalla nostra anima di metallari, non ci interessa pensare troppo alle strutture delle canzoni, ai testi, alle influenze sinfonic-prog e alle stronzate commerciali. Noi suoniamo Heavy Metal al modo giusto, come dovrebbe essere, diretto e potente con il giusto sentimento. Molta gente ci dice: “le vostre canzoni ci ricordano i Manowar, i Running Wild, gli Iron Maiden”. Sì, perchè no? Quelle band avevano l’attitudine giusta una volta, ma oggi ci convincono davvero solo band come Desaster, Metal Inquisitor, Metalucifer, Axewielder, Epitaph e poche altre.

Trovo la vostra attitudine davvero sincera e diretta, questo feeling è lo stesso quando suonate un concerto? Ne avete suonati molti? Avete intenzione di andare in tour per supportare il nuovo “route 666” ?

Jens: “(risate) Abbiamo suonato a un solo happening come Steelpreacher fin ora, siamo ancora una band giovane e tutto sommato siamo insieme solo da Aprile 2003, ma questo cambierà presto posso garantirlo, appena Duke migliorerà nell’esecuzione dei brani….forse (risate). Posso però garantirti che la potenza dei nostri shows è maggiore rispetto al disco, quando gli Steelpreacher salgono sul palco è davvero un “hell on stage live” (risate)”.

Passiamo a “route 666” il vostro primo disco autoprodotto, come avete affrontato il periodo di composizione dei brani e delle registrazioni? C’è solo una mente che lavora ai brani o lavorate tutti insieme alla composizione?

Jens: “Allora Eugenio, prima lasciami dire che “route 666” nasce come un mini-cd di 3 tracce risalenti al periodo dei Claymore, i tre brani in questione sono “route 666”, “into war” e “messangers of steel”. Tutte le altre tracks le abbiamo composte dopo la fondazione degli Steelpreacher e sono certo che i vostri lettori non si accorgeranno della differenza di stile, perchè non c’è !!! (risate). Le restanti tracks le abbiamo composte tra il Gennaio e l’Agosto 2003. Non abbiamo nessuna “mastermind” nel gruppo, scriviamo i brani nello stesso modo da sempre: Io e Muskel troviamo dei riff di chitarra che ci piacciono, li suoniamo e li modifichiamo secondo la nostra verve, ogniuno nel gruppo può portare le sue modifiche e le sue nuove idee in sala di incisione. Penso che lavorare ai brani in sala suonandoli direttamente possa regalare alle canzoni un feeling davvero irresistibile. I testi, i cori e le parti vocali invece sono totalmente opera mia, non so dirti perchè ma ci viene bene così (risate)”.

Ogni fedele metallaro credo che adorerà i testi di “route 666” è per caso un concept album? Se non lo è c’è un filo conduttore a unire i significati delle canzoni? Su quali argomenti vi soffermate quando scrivete un testo?

Jens: “No, non è un concept a meno che tu non consideri il concetto del Metal come colonna portante del disco, i principali argomenti che mi piace trattare sono: la guerra contro codardi e impostori, la birra e il Metal, con questi argomenti puoi comprendere e descrivere la musica degli Steelpreacher!!! (risate). Non amo i testi politici noi siamo fedeli gli imperativi: “bere, sbattersi col Metal e scopare” (risate).

Adesso una domanda più personale, puoi dirmi perchè “route 666” non è stato pubblicato da una label metal ufficiale? State cercando un contratto in questo momento? Lo avete trovato?

Jens: “Penso di poterti dire con orgoglio che la composizione di “route 666” non ha subito pressioni di nessun tipo perchè nessuno conosceva il nome degli Steelpreacher. Sono molto fiero di quello che abbiamo fatto con le nostre sole forze, abbiamo avuto proposte da verie label e una in particolare (non ti posso dire il nome) ci ha offerto un deal. Ho rifuitato, volevano troppo controllo sulla nostra musica, troppi diritti, come quello di scegliere quali pezzi inserire nel disco, e io non gli darò mai questi diritti, al momento non abbiamo bisogno di una label, ma in futuro se ne troveremo una adeguata alle nostre esigenze firmeremo! Chi può dirlo?”.

Molti dei nostri lettori mi hanno chiesto come possono procurarsi il disco, visto che non è distribuito nei negozi o dai mail orders, puoi dirmi cosa devono fare i metallari italiani per avere “route 666”?

Jens: “Lo capiso, il nostro cd è difficile da reperire giù da voi in Italia, qui in Germania è lo stesso (risate) allora: i metallari italiani possono scaricare due brani completi dal nostro sito internet www.steelpreacher.de e se gli piacciono, possono contattarmi jens@steelpreacher.de per le spedizioni postali sia del cd che delle T-shirt, digli di scrivere in inglese, non esiste nessuna distribuzione ufficiale del disco in Europa”.

Gli Steelpreacher sono una band metal classica, ma la maggior parte delle band tedesche di oggi suonano power metal e seguono un trend preciso, in questo senso gli Steelpreacher sono considerabili una defender band? Cosa ne pensate di queste due realtà opposte?

Jens: “parlo a nome della band quando ti dico che nessuno di noi vuol sentire parlare dell’ennesima band alla Blind Guardian, Stratovarius, Helloween etc… troppo commerciali e privi di sentimento, privi di Metal, ci piace il nostro modo di suonare Metal vecchio stile e non c’è bisogno di una produzione galattica alla Nuclear Blast per esprimere queste emozioni in un disco!”.

Siete mai venuti in Italia? Cosa ne pensate del nostro paese? Ci sono band italiane che amate? Pensavate di avere dei fan in Italia prima di questa intervista?

Jens: “Da bambini io e Muskel venivamo in Italia per le vacanze, Duke ci è venuto recentemente con i Desaster in tour. Personalmente penso che la cucina italiana sia la migliore del mondo, amiamo le lasagne, la pizza, e tutto il resto. Mi piacciono delle band italiane ma non mi ricordo il nome esatto, Battle Ram e Berserker, mi hanno detto grandi cose di loro; non riesco a credere che abbiamo dei fan italiani (risate)”.

Quali sono i vostri piani per il futuro? Registrerete del nuovo materiale, avete intenzione di suonare in qualche grosso happening estivo tedesco?

Jens: “Faremo delle date quest inverno! Davvero in molti ci chiedono di suonare e intanto stiamo scrivendo i nuovi brani; se tutto fila liscio registreremo un singolo per la Metalcoven Records, una piccola etichetta che stampa solo vinili, il prossimo disco degli Steelpreacher è in cantiere per l’anno prossimo”.

Grazie per la disponibilità, vi lascio questo spazio per rivolgervi direttamente ai lettori di www.truemetal.it:

Jens: “In primo luogo ti ringraziamo Eugenio, per averci presentati al pubblico italiano, per esserti sbattuto a cercare una band underground come la nostra, troverete sempre delle band che suonano Metal con passione e fedeltà!!! Metal till death”.