Progressive

Sweet Oblivion (Simone Mularoni)

Di Fabio Vellata - 26 Giugno 2019 - 0:09
Sweet Oblivion (Simone Mularoni)

 

sweet oblivion 2019 album

 

Dopo aver ascoltato il primo capitolo dell’ottimo side project intitolato Sweet Oblivion, ci siamo messi in contatto con il deus ex-machina Simone Mularoni, elemento cardine attorno al quale ruota questa nuova ed interessante realtà prog, impreziosita dalla presenza al microfono di un nome di grandissimo peso come quello di Geoff Tate.

Qualche domanda per identificare un po’ meglio le radici e le ambizioni di un progetto senz’altro riuscito nonostante la sua nascita costruita letteralmente “a tavolino”.

Buona lettura!

 

Intervista a cura di Fabio Vellata

 

Ciao Simone e benvenuto su Truemetal.it!
Mi fa molto piacere poterti intervistare in occasione del nuovo progetto Sweet Oblivion.
Lasciami dire, anzitutto, che mi ha colpito molto positivamente.

Troppo buono, grazie!

Partiamo subito in modo molto tradizionale.
Mi racconti com’è nata l’idea di Sweet Oblivion? Una mera costruzione nata a tavolino o qualcosa di più spontaneo?

Il progetto è nato da un’idea di Serafino, presidente di Frontiers. Circa due anni fa mi ha chiamato chiedendomi se ero interessato a lavorare con Geoff ad un album, che avrebbe dovuto portarlo su lidi un po’ piu heavy di quello che stava facendo ultimamente, possibilmente strizzando l’occhio un po’ ovviamente ai Queensrÿche dei tempi d’oro.

Quindi l’idea di identificare una sorta di totem del prog metal come Geoff Tate in qualità di frontman era proprio alla base del progetto?

Come accennavo poco fa, il progetto è nato ed è stato creato con Geoff alla voce fin dal principio. Mai mi sarei sognato ovviamente di poter anche solo contattarlo per fargli fare un album e una volta presentatami l’occasione, l’ho colta al balzo! Per quanto mi riguarda è fondamentale sapere fin da subito chi sarà il cantante principale di ogni disco, in modo che si possano scrivere brani adatti e soprattutto linee vocali “consone” al timbro e allo stile di chi le eseguirà.

Mi dicevi che anche l’affinità smodata con i Queensrÿche era già in programma..

L’idea era proprio quella di riprendere un po’ il sound dell’epoca e “aggiornarlo” con suoni e produzione piu moderna. La cosa piu difficile del progetto era proprio quella di “ispirarsi” a dischi che hanno fatto la storia come Operation Mindcrime ed Empire ma non copiarli di sana pianta ovviamente! Ho cercato per quanto mi era possibile di prendere spunto da quei dischi che tanto ho ascoltato anni fa e aggiungergli le idee e lo stile che seguo di solito. Per me è sempre difficile decidere prima di iniziare un disco come dovrà essere anche perchè i brani si evolvono in maniera naturale e spontanea quindi solo a disco finito si può dire che tipo di album è venuto fuori! Ma sicuramente avendo una voce come Geoff a disposizione, non si poteva non pagare tributo a quei dischi.

I brani sono tutti opera tua? Qual è stato il contributo di Tate e degli altri musicisti?

No, non sono tutti miei! Il disco è molto variegato in termini di songwriting. Un brano è totalmente mio, due li abbiamo scritti a quattro mani insieme a Geoff, un altro l’ho scritto insieme al mio caro amico Davide Moras (Elvenking, Hell in the Club) mentre i restanti li ho scritti insieme a Filippo Martignano, bravissimo tastierista/arrangiatore con cui avevo già lavorato sul disco di Lione/Conti. Insomma, in ogni brano c’è qualcosa di mio, che sia la linea vocale, il testo o la musica, ma la composizione vera e propria è spalmata in piu persone. Ovviamente avendo prodotto il tutto ho cercato di rendere i brani omogenei il piu possibile. 

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Ce n’è qualcuno in particolare a cui ti senti più legato?

Il brano che più mi appassiona è sicuramente l’opener del disco… sono super soddisfatto del riff principale eheh, deformazione da chitarrista!

Come avete realizzato l’album? Come avete registrato? Vi siete incontrati qualche volta, oppure ognuno ha inciso per conto suo e poi tutto è stato assemblato assieme?

No, pensa che non ho mai visto Geoff in vita mia! Tutto è stato fatto a distanza, scambiandoci mp3 e demo di ogni brano per quanto riguarda la composizione. Per la registrazione invece è stato fatto tutto da me nei miei studi: ho registrato Paolo Caridi, il batterista, poi ho personalmente suonato basso e chitarre e infine abbiamo aggiunto le tastiere con Emanuele (tastierista dei DGM). Solamente Geoff ha registrato negli stati uniti e ci ha mandato le tracce, seguendo le linee guida che gli avevo inviato. Sarebbe stato ovviamente bellissimo registrare tutti insieme di persona, ma con le schedule di tutti e i mille impegni, ma soprattutto la distanza, è veramente difficile!

Come hai vissuto nel tuo intimo questo cd? Lo hai sentito davvero tuo o lo hai percepito in qualche modo, come una sorta di lavoro svolto per qualcun’altro?

Bella domanda! L’idea di fare questo album non è scaturita da me, quindi non posso dirti di averlo sentito “mio” all’inizio. Ma chiaramente non appena iniziato a lavorarci sopra, mi ci sono affezionato sempre di piu, proprio perchè cerco in ogni produzione che faccio (sia mia che di altri) di dare il 200% e di raggiungere il miglior risultato possibile, mettendomi in discussione e in prima linea ogni volta, come se fossi un membro di ogni band. Quindi ti posso dire che in fin dei conti, è sicuramente un disco in cui c’è tanto di me, anche se non è ovviametne paragonabile ad un lavoro della mia band a livello di coinvolgimento.

Dobbiamo considerarlo come un progetto destinato a rimanere confinato in studio o pensi che ci potrà mai essere la possibilità di vedere gli Sweet Oblivion dal vivo?

Ci sono già state diverse proposte live, e per quanto riguarda noi musicisti sarebbe bellissimo portare i brani dal vivo. Geoff ora è spesso in tour tra Avantasia e la sua band principale quindi sta un po’ agli impegni di tutti, speriamo!

E di conseguenza: ci sarà un futuro per questo comunque ottimo side project? Sarà possibile ritrovarvi con un nuovo capitolo discografico o questo è destinato ad essere l’unico prodotto della vostra collaborazione?

Questo dipende ovviamente dai risultati raggiunti e dal feedback che avrà il primo disco. Ovviamente quando si fanno progetti come questo, si spera sempre di potergli dare un seguito, anche perchè in questo modo ci sarebbero sicuarmente piu chances di portarlo dal vivo.

In generale, quanto pensi possa essere ricettivo il pubblico nei confronti di così tanti side project che, pur mostrandosi altamente validi e qualificati, perdono un po’ in quanto a spontaneità? Non pensi che, in questo modo, si vada un po’ a smarrire quel senso di attaccamento che si creava tra band e fanbase?

Ottima domanda! Personalmente non sono mai stato amante di fare decine di side project, in fin dei conti gli unici che ho fatto nella mia carriera al di fuori dei DGM sono proprio questo album con Tate e il disco fatto con gli amici Fabio e Alle (Lione/Conti). A livello compositivo e musicale penso siano veramente un’ottima “valvola di sfogo”, soprattutto perchè fare questi progetti permette ad ogni musicista di poter lavorare con persone al di fuori della propria cerchia e spingersi in territori esterni alla propria “comfort zone”. Questo se non altro è quello che mi ha spinto ad accettare a fare questi due album. Sono quasi quindici anni che pubblico dischi con la mia band e con la stessa lineup, quindi avere qualche esperienza esterna a mio avviso può solo che fare bene! Ovviamente non penso che debba diventare una cosa “seriale”, anche perchè come tu dici, potrebbe veramente minare la fiducia del proprio seguito, che ci si è guadagnato con sudore e fatica in tanti anni di lavoro. Questa ovviamente è la mia opinione, ma in generale finchè c’è buona musica, ben vengano sia i side project che qualunque altro tipo di disco…

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Parlando di te: quali sono i tuoi prossimi passi? Nuove uscite con i DGM, collaborazioni varie, idee particolari?

Sicuramente la mia priorità ora è il nuovo album DGM. Siamo circa quasi a metà scrittura della parte musicale, ma il mio lavoro di produttore mi porta via veramente il 90% del mio tempo quindi non è sempre facile trovare il tempo da dedicare alla chitarra. Ma sono sicuro che il disco sarà fuori nel 2020 e ripartiremo con i live di supporto.

Chiudi come preferisci…

Grazie del supporto e di aver apprezzato il disco, dopo tanti mesi di lavoro è sempre una grandissima soddisfazione veder ripagati gli sforzi! 

A presto, complimenti ancora e grazie davvero per il tuo tempo!

 

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