Power

Trick or Treat (Alessandro Conti)

Di Marco Giono - 4 Luglio 2016 - 13:00
Trick or Treat (Alessandro Conti)

 

Il 23/06/2016 ho intervistato via telefono Alessandro Conti, cantante dei Trick or Treat e dei Luca Turilli’s Rhapsody, in modo da scoprire attraverso le sue parole la genesi del nuovo album intitolato “Rabbits’ Hill Pt.2” che verrà pubblicato l’8 luglio via Frontiers Records. Qui di seguito pubblichiamo la conversazione con un Alessandro davvero disponibile e generoso a raccontarsi e descrivere la sua musica senza dimenticare l’attualità della scena musicale.

 

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intervista a cura di MARCO GIONO

 

Mi piacerebbe che mi parlassi della storia da cui i Trick or Treat prendono spunto per raccontare il concept di “Rabbits’ Hill Pt.2” basato sulla storia narrata nel libro di Richard Adams. Da quale punto siete ripartiti a raccontare gli avvenimenti per la vostra seconda parte e come l’avete riletta nei vostri testi?

 

La parte II di Rabbits’ Hill riprende la storia proprio dalla collina dei Conigli, dove Quintilio, il protagonista del racconto, ha trovato una nuova casa dopo innumerevoli traversie. Infatti questa avventura ha avuto inizio quando in una visione veniva profetizzato proprio al protagonista che la loro conigliera sarebbe stata distrutta dagli umani. Dopo aver affrontato le popolazioni di diverse conigliere stabiliscono casa a proprio a Rabbit’s Hill dove però si ritrovano senza conigliette. Grazie ad un gabbiano raggiungeranno Refrafa, una conigliera a cui capo c’è il generale Vulneraria ,interpretato da Tim “Ripper” Owens nel disco [il brano in cui è ospite è ‘They Must die’ n.d.a], un dittatore da cui le conigliette vorrebbero fuggire. In un primo momento Quintilio e i suoi si infiltreranno a Efrafa e rapiranno le coniglie, salvo poi dover battagliere sulla collina contro Vulneraria che le rivuole indietro. Segue uno scontro finale. Infatti la seconda parte della storia è di certo più cruenta rispetto alla prima e questo si riflette anche nelle nostre scelte musicali, abbiamo messo qualche spunto più pesante…

 

Quali le differenze a livello musicale rispetto a  “Rabbits’ Hill  Pt.1”? La mia sensazione è che sia un power metal con un attitudine più sinfonica…

Si, ha un’attitudine più sinfonica, perchè volevamo arrangiare un pò di più, non è una scelta dettata solo dalla storia. E’ anche una scelta nostra, di gusto. Poi le orchestrazioni hanno comunque aiutato a raccontare meglio la storia e la musica ora mi sembra davvero legata alle vicende vissute dai personaggi.

 

Mi piacerebbe mi raccontassi della produzione e del mixing dell’album. So che vi siete fatti produrre ancora da Simone Mularoni (DGM, Elvenking, Eldritch, Temperance, Ancient Bards e tante altre…) di nuovo…

Si può dire che Mularoni è il sesto elemento della band. Finchè lavorerà ci affideremo a lui…Per i suoni della batteria abbiamo cercato di ottenere un effetto acustico che fosse il più naturale possibile. Magari perdi qualcosa in potenza, ma non risulta finto come alcune produzioni di oggi che tendono stancare.

 

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Voi usate anche molto il basso a differenza della media di gruppi power di oggi che spesso lo trascurano…

Abbiamo cambiato il suono del basso già su  “Rabbits’ Hill Pt.1”, lo abbiamo caricato di più, è più alto, alla Cliff Burton diciamo. Anche a Leo [Leoni Villani Conti, bassista dal 2002 n.d.a.] piace molto e da un’impronta più dinamica alla musica.

 

Invece a livello compositivo stiamo parlando di canzoni che già esistevano ai tempi della prima parte nel 2012?

In realtà il progetto allora era di fare un doppio Cd, poi un pò di cose sono successe. In ogni caso per prima cosa non avevamo il budget per fare un’uscita doppia di quel tipo, poi non eravamo convinti al 100% del materiale che avevamo per le mani. Quindi c’era la parte uno che ci soddisfaceva stilisticamente e la seconda parte che aveva alcune lacune. Quindi di quelle sessioni abbiamo solo tenuto alcuni brani e la restante parte di  “Rabbits’ Hill Pt.2” è stata riscritta. Tieni conto che nel frattempo è andato via il nostro chitarrista Cabri che aveva scritto buona parte della parte 1 ed aveva comunque uno stile comunque diverso dai nostri gusti per cui abbiamo deciso di riscrivere quasi tutto.

 

Ti andrebbe di raccontarmi cosa è successo con il vostro ex chitarrista Cabri?

Non è successo nulla di particolare. Era davvero preso dal lavoro ed ha mollato. Lo sento di tanto in tanto e al momento non ha altri progetti musicali, non sta lavorando su nulla ed è un peccato perchè è un grande talento anche a livello compositivo…alla fine bisogna capire che fino al precedente album eravamo in un limbo per cui dovevi fare le cose come i grandi gruppi, ma con i nostri mezzi, autofinanziandoci per ogni cosa, dall’album, ai trasporti, al merchandising e l’aiuto dell’etichetta è limitato. In pratica tutti i guadagni dei concerti vanno a finanziare l’album, quindi dopo dieci anni ci sta anche che uno voglia fermarsi. Qualche soddisfazione siamo riusciti comunque a togliercela assieme sia con il tour dei Sonata Arctica che con il tour di Helloween più Stratovarius.  

 

Tornando al nuovo album c’è qualche canzone a cui sei più legato?

Solitamente le canzoni che preferisco in generale sono quelle con gli ospiti, non perchè siano quelle più belle, ma avendoli sia scelti per la giustezza della voce sia perchè sono i nostri idoli da sempre. Ad esempio è stato molto figo con Tony Kakko [è ospite nel brano intitolato ‘United‘ n.d.a.] che avevamo conosciuto in tour con i Sonata Arctica.  E’ stata una soddisfazione, è uno che di ospitate ne fa davvero poche e non è che non ne riceva di richieste. Per cui è stata una soddisfazione e un valore aggiunto averlo come ospite. Poi al di fuori di queste canzoni sono molto legato a ‘The Great Escape’ che forse è il più canonico power, ma apre con un bel ritornello, insomma mi piace.

 

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A me piace ‘Cloudrider’, è da giorni che non mi esce dalla testa…

Si, quel brano è molto facile, ci siamo ispirati a ai Journey mischiandoli un pò agli Helloween. Era stato scelto tra i primi singoli, anche se poi con l’etichetta abbiamo deciso di fare il video di  ‘The Great Escape’.

 

Ovviamente avete lavorato a distanza con gli ospiti come con Kiske e Matos nel precedente album?

Si, abbiamo lavorato a distanza con gli ospiti sia per motivi logistici che di costi. Eccezion fatta per Sara Squadrani [voce degli Ancient Bards n.d.a.] che abita vicino allo studio di registrazione di Mularoni.

 

Come è ricaduta la scelta sulla cantante Sara Squadrani?

Avevamo bisogno di una voce femminile che interpretasse il personaggio ribelle e la scelta è stata piuttosto facile con Sara perchè a livello nazionale per me è la migliore voce. Quindi sono andato sul sicuro sentendo poi il brano scritto da Leo è stato immediato scegliere lei. Ho subito pensato che la canzone sarebbe venuta fuori una chicca. Lunedì pubblicheremo il video del brano intitolato ‘Never Say Goodbye’ [il brano è stato pubblicato il 27 giugno n.d.a.]

 

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Se non sbaglio avete anche fatto parte del tour con i  Luca Turilli’s Rhapsody ?

Quello, il tour è venuto molto dopo aver registrato “Rabbits’ Hill – pt 2”. Tieni conto che è stato finito di essere registrato ad agosto dell’anno scorso, quindi è fermo da un anno, anche a seguito del cambio di etichetta.

 

Siete passati a Frontiers Records. Ti va di raccontarmi qualcosa in merito?

Per noi Frontiers è una bella soddisfazione perchè è un’etichetta grossa e una delle etichette più grosse a livello internazionale per l’hard rock ad esempio. Poi noi siamo stati una delle prime band, se non la prima band come band power metal a essere messa sotto contratto. A cui si sono aggiunti poi DGM e Secret Sphere.

 

So che vi esibirete inoltre al Frontiers Metal Festival (23-24 aprile Live Club@Trezzo). Vi supportano anche per un tour europeo?

Si, sicuramente ci stiamo lavorando su ad un tour europeo e presto avrete news. Nel frattempo abbiamo comunque sei date già programmate di cui quattro festival: il Metal for Emergency Festival 2016 [il 16 luglio presso Cenate Sotto (BG)],  l’Isola Rock [l 20 agosto presso Isola (VR)] e il Guiglia Rock Experience [il 27 agosto presso Guiglia (MO) n.d.a.], al  Babylon METAL FEST Open Air [il 10 luglio a Cervo (IM), oltre alle due date di Modena. Poi parto per il Sud America con Turilli.

 

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Per quanto riguarda la scaletta dei concerti con i Trick or Treat?

Sarà molto rimaneggiata. Inseriremo molti brani del nuovo album. L’idea è quella di saperle fare tutte. Ci piacerebbe fare tutto Rabbits’ Hill, magari se vende un botto (ride…)

Mi piacerebbe chiederti a proposito di “Prometheus – Symphonia Ignis Divinus” dei Luca Turilli’s Rhapsody  quali sono le differenze rispetto ai Trick or Treat nell’interpretare vocalmente due proposte musicali comunque distanti a livello stilistico?

Gli approcci sono molto differenti per due motivi. Il primo è stilistico perchè quello che scrive Luca è più complicato come partitura, come tessitura e spesso anche come tonalità. Prometheus contiene delle parti che rappresentano veramente una sfida per chiunque, dovendo essere cinematico, orchestrale anche la voce è spinta al massimo. E’ il limite che posso raggiungere io e quello che ha lui nella sua testa. I tempi di produzione vanno per le lunghe, per Prometheus ci sono volute tre settimane per registrare solo la voce, quando una band impiega lo stesso tempo per registrare l’intero album. Secondo aspetto non sono canzone mie e vi sono cose complicate, come avere che fare con lingue diverse…cantare in italiano comunque non è facile anche se sembra il contrario. C’è l’aspetto della dizione che se la sbagli non sembra più nemmeno italiano… e poi c’è dentro il latino…

 

Si Turilli ci mette dentro davvero di tutto…

E’ bello così. E’ un genere che ha creato lui e ha rinnovato a sua volta con i nuovi Rhaposdy perchè comunque è certamente un genere diverso rispetto a quello di prima. Sono davvero felice di farne parte perchè i Rhapsody sono parte della parte storia del metal.

Invece con i Trick or Treat dal punto vista vocale cosa cambia?

Per i Trick or Treat è tutto più semplice per vari motivi. Intanto le linee vocali sono scritte da me e anche i testi. Diversamente ho meno tempo per preparare i brani dei Rhapsody che ho ascoltato in pre-produzione, ma non ho avuto molto tempo di prepararle prima di entrare in studio, invece con i Trick or Treat i tempi sono più dilatati e ho avuto modo di provarle, cantarle per i conti miei. Poi ovviamente quelle dei Trick or Trick sono meno arzigogolate come struttura.

 

In alcuni punti il tuo cantato è davvero accostabile a quello di Kiske negli Helloween e Avantasia…

Si, beh se vuoi è un cantato più standard quello con i Trick or Treat, più vicino a quello tipico del power metal. Mentre con i Luca Turilli’s Rhapsody è più personale. Sicuramente l’esperienza già con il primo album mi ha giovato, ho inserito altre influenze ed ho studiato insieme a Luca per dare più colore alla voce e tutto questo mi ha aiutato molto anche nei i Trick or Treat. Se senti gli album precedenti ai due Rabbit il mio stile coincideva con quello degli Helloween di Kiske, ma erano gli esordi. E’ un modo anche per farti conoscere e apprezzare al pubblico, poi una volta fatti i primi passi è necessario anche differenziarsi, trovare la propria via, il proprio stile.

 

Passando ai cori chi avete utilizzato questa volta?

Per i cori abbiamo chiamato Damna (Elvenking) come la volta scorsa, Sara stessa è presente nei cori, poi ho cantato io e anche Mularoni che molti non lo sanno, ma canta e anche decisamente bene.

 

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Com’è nata l’unica strumentale del disco intitolata ‘Beware the Train’?

E’ stata scritta da Luca Venturelli che è subentrato al nostro chitarrista Luca Cabri. Nel momento in cui è entrato a fare parte dei Trick or Treat il lavoro di songwriting era tutto già impostato, certo ha dato una buona mano a livello di arrangiamento, ma a livello di capitoli/traccie era stato già scritto tutto.  Così è stato inserito questo passaggio che nella storia coincide con una sorta di ponte tra due conigliere.

 

Come siete arrivati a scegliere Luca Venturelli?

Intanto è membro dei Mad Maze ed è un ottimo songwriter,  oltre ad essere uno dei migliori chitarristi che abbiamo qui in zona, ma anche in Italia. Lo conoscevamo da anni ed è anche amico di Cabri, per cui è stato naturale sceglierlo.

 

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Passando ad altra attualità. Alcune band storiche come Manowar o Black Sabbath hanno annunciato di dare l’addio alle scene. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi? Quale effetto può avere sulla scena metal?

Sui Manowar ci credo poco, lo annunciano, poi tra due anni ne fanno un altro di tour. Detto questo, è un ciclo che si chiude. Questo non è un genere che è facile da suonare, intendo dal punto di fisico, stare in tour quando hai una certa età diventa una sfida e sei hai fatto il musicista da sessanta anni ad un certo punto sei costretto a fermarti. Poi la scena metal di certo sarebbe in crisi nera se ipoteticamente si ritirassero tutte le grandi band contemporaneamente, ma sono convinto che dopo un paio di anni di crisi nera ci sarebbe un ricambio generazionale. Ad oggi il ricambio è stato minimo, mi vengono band quali Rammstein, Nightwish o Slipknot, ma sono cambiate diverse cose, tra cui il fatto che si fatica a rischiare su band giovani e così l’età a cui si arriva a crearsi un buon seguito, magari ad essere headliner si è spostata avanti, di conseguenza oggi una band come i Trick or Treat viene considerata come giovane, negli anni ‘80 non era di certo così.

 

Ti consideri un cantante metal e basta? Vorresti fare anche altro?

Io canto nel metal ed in particolare power perchè mi piace, così seguo anche la scena, ascolto band nuove. Abbandonarlo, no. Forse se avessi una richiesta per cantare in un musical mi piacerebbe…Fai conto che in fondo qualcosa di simile lo faccio già con Turilli, se prendi un brano come ‘Tormento e Passione’ è molto teatrale, come in fondo lo è tutta la sua musica. Invece con i Trick or Treat la nostra proposta è più power. Per cui si  può dire che posso variare molto come stile e sono soddisfatto così. Poi se avete proposte mandatemi una mail (ride).

 

 

 

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