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Valak (Jacopo Renzoni e Nicola Terenzi)

Di - 16 Dicembre 2003 - 11:57
Valak (Jacopo Renzoni e Nicola Terenzi)

Ecco il resoconto di una chiacchierata fatta con i Valak, giovane e introversa black metal band marchigiana proveniente dal più oscuro underground ma dal futuro decisamente promettente e luminoso. Interlocutori principali sono stati i due chitarristi Jacopo Renzoni e Nicola Terenzi assieme al batterista Alessandro Cicconi: musicisti, dall’impressionante serietà artistica, che si fatica a credere essere poco più che ventenni. “From the Gloomy Sky” è il loro ultimo lavoro, di cui potete leggere qui la recensione, sul quale si incentrano le domande. Ma ora spazio ai Valak…

 

Salve ragazzi, innanzitutto, vi chiedo di presentarvi brevemente a chi ancora non avesse avuto il piacere di “ascoltarvi”.

Jacopo: E’ difficile descriversi razionalmente, la storia, i pensieri non servono tanto per inquadrarci, il modo migliore per conoscere è senz’altro ascoltare: l’unica presentazione che mi viene in mente è la musica, altrimenti contattateci personalmente tramite il sito www.valak.tk

 

Io vi ho conosciuti di persona nel 2002, in occasione del primo Archamnion Death Fest, e devo dire che già allora si avvertivano, con i nuovi pezzi, i primi tentativi di allontanamento dallo stile di “Promo 2001”, ma questo nuovo mcd ne è ancora più distante, pur rimanendone la naturale evoluzione. La prima domanda che mi sono fatto ascoltandolo, e che ora vi rigiro, è stata: cosa ha influito su questo “cambio di rotta”?

Jacopo: Sinceramente non l’ho mai inteso come cambio di rotta, anzi, a mio avviso rappresenta l’espandersi dei concetti espressi nei brani del “Promo 2001”; naturalmente questo ha modificato parzialmente le sonorità rispetto ad un orecchio estraneo ai nostri intenti, ma l’approccio mentale con cui ci si immerge nei brani lo ritengo simile. Naturalmente nuove influenze musicali, studi più approfonditi, hanno lasciato un’impronta sul nostro stile, ma non la ritengo decisiva; in una parola: il concetto si sta espandendo, ma la base è sempre quella.

 

Comunque complimenti perché questo “From the Gloomy Sky” mi è piaciuto moltissimo! Ho seguito sommariamente gli eventi che hanno portato ai vari ritardi nella sua uscita; addirittura mi pare di aver capito che tra i due lavori ne sarebbe dovuto uscire un terzo, ma poi non se n’è più fatto niente… come sono andate esattamente le cose?

Jacopo e Nicola: Riuscire a rappresentare al meglio un concetto astratto attraverso la musica o qualsiasi altra forma d’arte è sempre difficile, noi semplicemente ci siamo accorti che i brani che avevamo in mano non rappresentavano in modo soddisfacente ciò che volevamo dire, quindi tra la scelta di registrare ugualmente e quella di ricominciare da capo abbiamo optato per la seconda. Naturalmente abbiamo riutilizzato diversi riff vecchi per i nuovi brani ma a livello di espressione e di contesto ti posso assicurare che sono completamente differenti. Forse però proprio quei brani “fantasma” rappresentavano il ponte giusto tra il “Promo 2001” e “From The Gloomy Sky” ed è per questo che probabilmente hai notato molto la differente timbrica dei due cd.

 

Come prendono forma le vostre canzoni? C’è qualcuno, in modo particolare, che compone e propone nuovi spunti?

Nicola: sicuramente i nuovi spunti e i primi pezzi nuovi dello stile che vogliamo sviluppare li porta Jacopo, non è un fatto di composizione, piuttosto è il trovare la giusta strada che ci porta al perfetto modo di esprimerci: Jacopo è una guida, poi tra me e  lui c’è un forte dialogo che permette di capirci, così insieme riusciamo a comporre nuovo materiale; ma il visionario è lui!!!

Jacopo: Successivamente al primo abbozzo chitarristico il pezzo viene arrangiato anche dal resto del gruppo, anche se durante la composizione è fondamentale per noi l’aiuto di Alessandro, che “dall’esterno” del contesto musicale riesce a giudicare obiettivamente l’embrione del pezzo. Ma non è un lavoro che può fare chiunque, gioco forza è il fatto che siamo cresciuti insieme ed egli riesce a capire bene quello che voglio dire pure quando non lo sto dicendo.

 

Molti dei vostri testi si ispirano a riflessioni su opere letterarie e artistiche… Qual è l’importanza che ricopre per voi la letteratura (e l’arte) sia all’interno che all’esterno del gruppo?

Nicola: Personalmente ti rispondo che è molto importante, per conseguire dei fini sia all’interno del gruppo (la musica è compreso nel sistema delle arti) che fuori, in particolar modo se i fini di cui sto parlando sono artistici o in qualche modo espressivi, ci vuole sempre un punto di riferimento (un colore, una nota, un verso, un fatto) che dia inizio alla tua interpretazione ed interiorizzazione della realtà.

Jacopo: Per me invece ricopre un ruolo secondario, la musica rappresenta la massima astrazione tra le arti e quindi do a lei maggior importanza in fase compositiva, i testi li lascio scrivere agli altri del gruppo anche se naturalmente un minimo di collaborazione ci vuole per riuscire ad integrare al meglio le due cose.

 

Visto il vostro sempre più personale connubio tra l’aggressività del black e l’emozionalità delle soluzioni melodiche, all’interno del combo c’è qualcuno che spinge più in direzione di un certo tipo di soluzioni, melodiche per esempio, a discapito di quelle estreme, e viceversa, oppure avete tutti lo stesso orientamento musicale?

Jacopo: Naturalmente gli orientamenti musicali, i punti di vista e le mentalità sono differenti, e questo è un bene perché rende più ricco il nostro sound che progressivamente sta prendendo una forma autonoma e indipendente; la cosa che io ritengo fondamentale infatti, non è cosa si ascolta abitualmente o cosa piace suonare, ma dove si vuole arrivare con la musica, che cosa deve esprimere e come deve mutare, in questo posso dire che siamo perfetta sintonia.

 

Nella recensione ho scritto che nelle parti melodiche mi ricordate i Novembre, e anche gli Opeth e i Borknagar più “tranquilli”, mentre in quelle violente, black/death, il sound si fa più vicino a quello di icone del metal estremo come Enslaved, Marduk, Dimmu Borgir, Dark Funeral, Cradle of Filth… Quali sono i vostri reali punti di riferimento?

Jacopo: Questa è una domanda a cui non so dare una risposta precisa, naturalmente conosciamo bene tutti i gruppi che hai appena citato e sicuramente ci hanno influenzato notevolmente nel sound, se ne potrebbero aggiungere molti altri, ma è inutile perdere tempo in futili elenchi, posso dire che le influenze vanno a fasi, a seconda di quello che ascolto maggiormente in un determinato periodo e che vanno progressivamente a ricomporsi all’interno di ogni pezzo. Non c’è un gruppo vero e proprio da cui traiamo i nostri punti di riferimento.

Nicola: Basta pensare che all’interno del gruppo non c’è nessuno che ascolta solo metal, per esempio Alessandro non penso che l’ascolti più, Jacopo solo determinati tipi (black, a volte doom), io invece non l’ascolto più da tre anni… sinceramente non so dirti da chi prendiamo spunto, penso che il nostro punto di riferimento e ispirazione siano le emozioni estreme, sia positive che negative.

 

I vostri artisti preferiti esterni alla scena metal, invece?

Nicola: Toad The Wet Sprocket, Wilco, Gin Blossoms, Del Amitri, Caetano Veloso, Yoshihiro Hanno.

Jacopo: Ascolto l’estremo di tutti i generi: classica, fusion, elettronica e ambient.

 

Sapendo quindi di poter fare da gruppo spalla ad una band in un lungo tour chi vorreste come headliner?

Jacopo e Nicola: Veramente siamo restii al mercato della musica, perché un “lungo tour” presuppone un contratto con grosse etichette, che per definizione pensano più al business che al bene del gruppo, quindi preferiamo suonare per chi crede e valorizza il gruppo che sta sotto di lei.

Alessandro: Sinceramente un tour con i Tool non mi farebbe schifo… e neanche un contratto con una grossa etichetta!! (risata collettiva!)

 

Fantasie a parte le complesse sonorità che compongono la vostra musica quanto ostacolano la rappresentazione in ambito live dei vostri brani?

Jacopo e Nicola: Non esistono grossi ostacoli, bisogna però tener conto che la traccia registrata e l’esecuzione live sono due mondi a parte e che secondo me necessiterebbero di brani differenti per poter meglio valorizzate i pregi di ognuno di essi. Quindi capita che alcune canzoni siano più adatte al live o comunque che alcuni riff rendano al meglio in una o nell’altra forma di rappresentazione. E’ per questo che spesso riarrangiamo con ritmiche e stacchi o cambiamo alcune parti in occasione delle esibizioni dal vivo per fare in modo che il brano non cali e renda sempre al meglio!

 

Come procede l’attività live? Ho visto che avete preso parte a diverse manifestazioni, molte delle quali al di fuori della vostra regione. Com’è la situazione nelle Marche per un gruppo metal e soprattutto per un gruppo come il vostro certo non facilmente digeribile da tutti?

Jacopo: Naturalmente non esiste una scena, non c’è affiatamento e ognuno pensa per se, è inutile illudersi: se parlassi di sostegno e collaborazioni mentirei.

 

All’Archamnion ho avuto il piacere di conoscere anche Razvan seppure, quel giorno, in veste di cameraman, anzichè di violinista! Come è nata la collaborazione con lui? Avevate già intenzione di creare atmosfere “sinfoniche” sin dall’inizio o è stato un passo fatto in seguito?

Jacopo: Nulla è stato programmato, ci siamo semplicemente accorti che il violino poteva far al caso nostro per contribuire a creare l’atmosfera giusta in “Race Throught The Death” quindi abbiamo impostato il pezzo in modo da poter rivalutare le parti melodiche cercando però di non perdere troppo nell’esecuzione live.

 

Sapevo che erano in atto progetti che lo vedevano impegnato con rappresentazioni al teatro de La Scala di Milano. Come riesce a combinare questi due diversi, quasi antitetici, generi musicali?

Jacopo: Razvan non fa parte del gruppo quindi non gli pesa il fatto di collaborare con noi, si è limitato a venire a pezzo finito ed abbozzare insieme a noi le parti, bisogna tener conto che il più è stato buttato giù in studio in maniera naturale ed istintiva, l’importante per noi era che lui avesse capito il “concetto” da esprimere poi naturalmente col nostro aiuto è riuscito ad inserirlo al meglio.

 

Siete tutti impegnati solo con i Valak o portate avanti altri side-project? Faccio questa domanda perché so già che Jacopo ha in mente un progetto solista… Ci vuoi illustrare di cosa si tratta?

Jacopo: Al momento porto avanti un mio progetto solista (anche se ne ho altri due in programma), un qualcosa di personale ed intimo, nulla a che vedere coi Valak, nulla a che vedere con nessuno, è nato per me e morirà con me.

Nicola: In questo periodo ho un trio acustico e una band di rock americano, ma non abbiamo grossi progetti, suoniamo per gusto e piacere personale.

 

Ho visto che già siete al lavoro sul nuovo materiale: l’evoluzione continua… avete idea sin da ora delle caratteristiche che avrà il vostro prossimo disco? Avete già buttato giù dei binari o vi lascerete trasportare dal “caso”?

Jacopo: I binari ci sono già, ma non sono messi a caso, nulla accade a caso, tutto è condizionato da una serie di avvenimenti, noi siamo parte di essi, sia se trascinati, sia se in contrapposizione, nulla si può prevedere, nulla si può pianificare.

 

Trattandosi, questa, di una webzine non posso non chiedervi com’è il vostro rapporto con il mondo cibernetico e più in particolare cosa pensate di questa sempre più aspra crociata delle case discografiche contro la pirateria e gli mp3? Trovate giusto rifarsi con prezzi di cd che superano costantemente i 20 euro?

Jacopo: Questo è un discorso trito e ritrito, mi sembra ovvio che internet aiuti il mercato undergound, i generi meno conosciuti o la musica di qualità a discapito dei monopoli delle major che tendono a sfruttare idee oramai scadute da troppo tempo, io quindi sono favorevolissimo agli mp3 anche perché se a me un gruppo piace veramente poi il cd me lo compro, internet per me ha semplicemente la funzione di scremare la vasta scelta verso band e generi più mirati. Le crociate contro la pirateria sono delle buffonate come del resto il prezzo dei cd, tanto che finora il nostro cd lo abbiamo dato gratis!

 

Beh, non ho altro chiedervi… vi saluto, vi faccio ancora i complimenti e i miei più sinceri auguri per il futuro! Se volete dire qualcosa questo spazio è tutto vostro.

Jacopo: Support the underground!