Viking Metal Special Parte Seconda: THYRFING

Di Daniele Balestrieri - 19 Marzo 2002 - 19:24
Viking Metal Special Parte Seconda: THYRFING

I Thyrfing sono un’altra band che sicuramente ha basato il proprio lavoro sulle tradizioni vichinghe, cosa che li ha resi molto apprezzati nell’ambito, tanto che sono stati affiancati a mostri sacri come i defunti Mithotyn e agli Amon Amarth.

 

Nati in Svezia (vera forgia di Viking Metal) nel 1995 dall’unione delle forze di Patrik Lindgren, Joakim Kristensson, Peter Löf e Kimmy Sjölund, i Thyrfing iniziarono subito a comprendere che la strada da seguire era proprio quella della mitologia nordica e dello spirito vichingo. Per sugellare la creazione di questa band, sul finire di quello stesso anno venne pubblicato il primo demo, Solen Svartnar.
La risposta del pubblico svedese fu abbastanza contenuta, ed essenzialmente smosse l’ambiente “death grezzo” piuttosto che quello del black puro. Di questo demo fu pubblicato anche un EP rarissimo, numerato in appena 300 copie. Nel 1996 registrarono il loro secondo demo, Hednaland, il quale fu successivamente riunito dalla Hammerheart insieme al primo demo e pubblicato in un CD a tiratura limitata.

Smosso abbastanza interesse nella madrepatria, nel 1997 firmarono un contratto con la Hammerheart, casa olandese famosa per l’interesse riposto in questo genere di musica. Nel marzo del 1998, con la produzione di Tomas Skogsberg e la registrazione nei famosi Sunlight Studios di Stoccolma, vide la luce il loro primo album, Thyrfing. C’è da dire che l’album presenta ampie zone di black metal, e sicuramente è una produzione molto più valida rispetto ai loro primi due demo, sebbene a mente fredda non mi pare che il livello di registrazione sia molto buono, e in generale le canzoni non sono capolavori in quanto la voce, uno screaming medio, non aiuta a variegare le canzoni come ci si aspetterebbe da un album di Viking Metal. In ogni caso, la splendida copertina dell’artista belga Kriss Verwimp e il relativo successo dell’album (quasi 4000 copie allo stato attuale) rese questa band un’arma di grande potenziale.
Tanto che, a un anno esatto di distanza, sfornano niente meno che Valdr Galga (padre dei torrenti, uno dei nomi di Odino), un album che merita appieno il titolo di Viking Metal. È un trionfo di mitologia, di storia e di iconografia nordica, a iniziare dalla copertina che vede un gruppo di guerrieri con un sovrano intenti ad alzare i corni a Odino e a festeggiare probabilmente qualche battaglia. L’album, registrato negli Abyss Studios e prodotto da Tommy Tägtgren, vide la luce nel marzo del 1999 e ricevette recensioni entusiasmanti in ogni parte del mondo, Europa e America in testa, e vide i Thyrfing in tour insieme a band come i Six Feet Under, i Vader, Enslaved, Cryptopsy e i Nile.

Il grande successo di questo album, un eccezionale compromesso tra inserti folk, chitarre pesanti e un ottimo compromesso nella modulazione vocale portò la Hammerheart a credere in loro, ed ecco che nell’agosto del 2000, come un fulmine a ciel sereno, comparve Urkraft (Forza Primordiale), che dissipò ogni paura dei fans: fu la consacrazione del viking metal. Ancora una volta prodotto da Tommy Tägtgren e registrato negli Abyss Studios a Ludvika, Svezia, l’album è considerato all’unanimità il capolavoro dei Thyrfing, alle porte della loro prossima release. Urkraft possiede liriche forti, molto espressive e capaci di una rara introspezione all’interno delle credenze nordiche, in un vibrante anti-cattolicesimo che ancora una volta si pone come leit-motif di buona parte delle produzioni di Viking Metal.

 

Ora, mentre il 2002 si dirige verso il giro di boa, con la produzione di Daniel Bergstrand e la registrazione nei Dug-Out Studios, i Thyrfing si apprestano a lanciare nel carnaio il loro quarto album, Vansinnesvisor (Melodie dei Visionari). Nel loro sito principale sono contenuti quattro stralci delle loro canzoni, dalle quali si evince un sound molto più sostenuto ma decisamente più oscuro e brutale, probabilmente in visione del “medioevo scandinavo”, un periodo misterioso ed evocativo. I Thyrfing hanno dichiarato di aver voluto sperimentare con questo loro nuovo album, e ancora una volta tremiamo. Molte sperimentazioni hanno abbandonato la loro via, speriamo che questo non sia il caso.

Dopo questa breve ma necessaria storia andiamo ad analizzare il punto di vista dei Thyrfing in fatto di Viking Metal. Per quanto concerne le tematiche anticattoliche bisogna dire che non si sono mai esposti come gli Amon Amarth, ma non le hanno nemmeno ghettizzate come i Borknagar, riuscendo quindi a creare una solida via di mezzo, che si è mantenuta abbastanza costante nel tempo.

   

Thyrfing si presenta come un album dai connotati abbastanza aggressivi. L’apertura, Raven Eyes, è la spiegazione forse più lampante dell’odio che scaturisce dalle canzoni di queste Viking Metal band.

“Christian men took our land
But they did not take our pride”

È ancora la terra alla base dell’odio tra le culture. I cristiani, poco dopo l’alba dell’anno mille, portarono la loro cultura in ogni parte d’Europa, distruggendo i culti pagani e annichilendo le culture diverse da quella cristiana, assimilandole in un primo momento, quindi distruggendole. E l’innata curiosità dell’uomo verso il nuovo e il diverso hanno compiuto il resto. Aperto il loro primo album con una canzone anti cattolica, i Thyrfing hanno immediatamente messo la parola “attenzione” alla loro produzione. “La nostra sarà una band che si baserà sui principi dei neo-pagani della scandinavia, i principi di chi non scorda, anche a distanza di mille anni, che un tempo credevamo nei nostri dei, che ci sono stati portati via con l’inganno, con la violenza fisica,

“Crusaders of the cross rape the pagan land
A father and his son watch the troops
Knights in shining armour and horses to carry their gold
“Oh, please father, let me be a christian knight”

Crusaders of the cross rape the pagan land
A raven and his son watch from above
Wimps in womens clothing and mules to carry their shit
“Oh, please father, let me rip their eyes out”



e con la violenza spirituale, e che ora rivogliamo indietro. Non tolleriamo l’ipocrisia di una chiesa che nasconde i propri orrori sotto un materasso di buonismo e di intorpidimento mentale”. La violenza del primo album è una diretta conseguenza di questo pensiero, legittimato in Vargavinter, ispirato “haiku” in svedese, in Set Sail to Plunder fino a Burning Arrow, canzoni in cui si innalza l’orgoglio del pensiero nordico e delle battaglie del periodo vichingo. Segue una toccante preghiera (che ha molti punti di contatto con “Without Fear” degli Amon Amarth) di En Doende Mans Forbannelse e prosegue fino all’ultima Going Berserk, malsano inno alla furia degli uomini-orso dell’epoca vichinga.

Valdr Galga nasce invece dai presupposti di Thyrfing, e si insinua come un vero e proprio album didascalico sulla mitologia vichinga. Nulla di particolarmente rilevante, se non fosse per il fatto che le canzoni si presentano come un inno alle grandi tradizioni nordiche, perdute e soffocate dall’avvento della religione cristiana, rigorosamente iconoclastica. Degne di nota “Storms of Asgaard” e la potente “The Well of Mimir”, in cui si nota chiaramente l’impronta black predominante rispetto all’alone death dell’album precedente.

Un nano che batte su un incudine ci porta a Urkraft, che fonde religione e mito con un buon equilibrio. Inizia anche la prevaricazione dello svedese rispetto all’inglese, segno che l’orgoglio deriva anche dall’utilizzo della lingua. Durante una intervista infatti, a Patrik venne chiesto dove fosse possibile trovare delle traduzioni delle loro canzoni in svedese. Patrik rispose che non era possibile trovarle da nessuna parte, perché quelle canzoni erano in svedese perché sono state intese per essere svedesi, e le traduzioni le avrebbero snaturate. Sono certo che non fosse proprio quello il senso della domanda, ma il senso della risposta appare chiarissimo, anche perché pare che il loro nuovo album, Vansinnesvisor, sarà interamente in svedese. Interessante la canzone “Ways of a Parasite”, in cui delle metafore abbastanza chiare lasciano immaginare che il parassita sia proprio un credente della religione cristiana, e interessante anche tutto Urkraft, che nell’eccellente ritornello

“En ododlig energi, som i naturen frodas
i varje levande fors och sjo, i varje maktig ek och reslig gran
Stilla den andas, lugnt och starkt
men ett vaket sinne ser och hor, hur den vacker sjalaminnen”

parla dell’Urkraft come una forza inimmaginabile che risiede e proviene dalla natura, altro grande tema portante e ispirante dell’intero panorama Black Metal, e in particolare nel Viking Metal. Non si può ignorare che l’Urkraft venga indicato proprio come simbolo della fierezza e dell’immortalità dello spirito guerriero anche di fronte a forze schiaccianti come quelle che diedero vita alle guerre per la difesa della loro terra dall’invasione dei cristiani, molto più strisciante e insidiosa in quanto morale, oltre che fisica. Una curiosità, il film preferito del cantante è Braveheart. Ma anche di questo ne parleremo in seguito.
Sul sito ufficiale dei Thyrfing potrete scaricare quattro estratti del loro nuovo album, in uscita a fine marzo. Un’ottima occasione per entrare nel periodo più oscuro del Viking Metal.