Recensione: Wayfaring

Di Eugenio Giordano - 26 Giugno 2003 - 0:00
Wayfaring
Band: Valiance
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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77

I campani Valiance rappresentano una delle più promettenti realtà della attuale scena metal tricolore, di quella parte del panorama artisitco meno supportato e seguito dalla critica giornalistica e dal pubblico, ma che sta progressivamente aumentando sensibilmente le quotazioni del metal tricolore all’estero con proposte intelligenti e creative che escono dallo stile ormai noto dei gruppi nostrani. Sul primo “the unglorious conspiracy” i Valiance si sono immediatamente distinti sotto il profilo compositvo proponendo un power metal elaborato dalle sfumate tinte progressive che fece parlare di loro in maniera positiva, ma che richiedeva all’ascoltatore una certa attenzione e perizia per poter essere apprezzato in pieno, non esagero, se affermo che questa caratterisitca rende i Valiance una delle band più promettenti della nostra scena. In questo frangente il gruppo sembra aver collezionato la migliore serie di brani della sua carriera, il nuovo “wayfaring” è un indiscutibile prova di capacità e passione per il metal, il nuovo materiale è incentrato su un dinamismo e una ricerca compositiva attribuiti spesso a gruppi  più blasonati ed osannati dalla critica rispetto ai nostri, senza voler togliere loro merito alcuno. Sotto la prospettiva artistica dei Valiance il power è ancora un genere fondamentale, ma bisogna ammettere che in questo nuovo “wayfaring” i nostri si siano lasciati contaminare dal metal statunitense degli anni ottanta, sono vibranti gli influssi dei migliori Fates Warning, e degli Helstar, il tutto impreziosito da una capacità compositiva matura e coraggiosa. L’iniziale “the less beaten path” è proprio l’incipit di questa sconcertante evoluzione, un brano graffiante, basato su una sezione ritmica potente e dinamica, dove larga importanza viene lasciata alle chitarre, alle eleganti architetture melodiche e ad un uso intelligente delle tastiere forse figlio della direzione artistica della seconda carriera degli Angel Dust. Il medesimo concetto si ripropone su “immaterial” forse ancora più ambiziosa, qui si possono notare le influenze statunitensi affiancate ad una capacità compositiva indiscutibile, sebbene complessi, i brani risultano snelli e finalizzati durante l’ascolto e bilanciano bene le caratteristiche artisitche e stilistiche che li animano. Ottima “gates of winter” un poco più melodica e power-oriented, è comunque ben inserita nel contesto del disco, mi accorgo che non c’è spazio per la semplicità nella musica dei Valiance, i nostri puntano all’eleganza e lo fanno con raffinatezza.  Con “neverending flame” e “victim of my pride” un brivido sulla schiena corre veloce, credo di essermi imbattuto in uno dei gruppi migliori, sotto il profilo compositivo dai tempi degli Eldritch di “seeds of rage”. Di questi ricordano lo stessa intelligenza nelle melodie e del riffing dinamico e oscuro, un grande gusto ritmico con molti cambi di tempo e una compattezza sonora invidiabile che dimostra quanto le idee fossero chiare per gruppo in sede di composizione.   Più tecniche e ricercate sono le conclusive “recall” e “free men’s cage” che piaceranno a chi ama il metal classico ed elegante con una ossatura vibrante e oscura, io non posso che prendere atto della maturazione esponenziale del gruppo, notando una personalità e un carisma rari anche tra chi possiede già decenni di carriera alle spalle. Questo nuovo platter dei Valiance potrebbe far cambiare radiclmente idea a molti di quelli che sentenziano il metal italiano come un genere finito artisticamente, torno a ripetere, lontani da facili catalogazioni, già dall’esordio, i Valiance si sono spinti verso soluzioni ambiziose e vincenti rielaborando personalmente venti anni di musica metal e generando una prova discografica notevole. Vi consiglio seriamente di prendere in considerazione i Valiance, probabilmente sono destinati ad entrare in quella cernita di band venerate e stimate dagli esperti, forse pochi oggi, ma che certamente sopravviveranno alle mode del momento e del mercato, un disco da incorniciare.  

1 the less beathen path

2 immaterial

3 the secret

4 gates of winter

5 neverending flame

6 victim of my pride

7 recall

8 free men’s cage

9 valiant day

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Band: Valiance
Genere:
Anno: 2003
77