Recensione: A Deep Breath Of Life

Di Gaetano Loffredo - 7 Aprile 2008 - 0:00
A Deep Breath Of Life
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Anno: 2008
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70

Gli Stratovarius: quanti di voi sono ancora increduli/avviliti per la notizia del recente scioglimento di una delle formazioni power metal più osannate di sempre?

A metterci una piccola pezza ci pensano gli svizzeri Crown Of Glory, fautori di un genere molto vicino a quello degli scandinavi, che con A Deep Breath Of Life ritagliano il loro pezzetto di gloria e riaccendono le speranze degli amanti di un certo tipo di metal melodico.
E il disco è a tutti gli effetti una sorta di retrospettiva finnica: suoni, composizioni e voce celebrano i primi due lavori dei Sonata Arctica e pescano qua e là nel sentiero interrotto da Timo Tolkki, concedendo spazio a qualche elemento personalizzato (poco a dire il vero) e ottenendo, grazie al prezioso aiuto del solito Dennis Ward, un risultato più che soddisfacente nello studio di registrazione.

La traiettoria del disco è spesso rilassata ma sempre avvolgente, rallentato dalla scelta di limitare i tempi veloci a favore di cadenze più marcate, più consistenti, e affidando il ruolo predominante ai ritornelli di stampo nordico: fluidi e dinamici ma poco coraggiosi. Si tende ad andare sul sicuro, e non possiamo certo farne una colpa.

Quanto agli undici brani che compongono questo A Deep Breath Of Life, mi permetto di segnalare l’effervescente opener, The Calling, disegnata dagli intrecci strumentali ricercati ma mai complessi, la centralissima Save Me, un brano anthemico a metà tra una power ballad e un mezzo tempo tratteggiato dalle atmosfere epiche delle tastiere (fondamentali qui e all’interno di ogni canzone), e la ballata conclusiva, The Lament Of The Wind, perfezionata dalla voce cristallina di Hene Muther e da un songwriting davvero ispirato.

Il disco è apprezzabile nella sua integrità, non abbiamo ravvisato momenti straordinari ma nemmeno sostanziali cadute di stile, è forse poco esuberante e leggermente stantio ma adeguato alla necessità di coloro che hanno intenzione di trascorrere quaranta minuti in apnea per poi riprendere ad “esplorare in musica” con qualcosa di più articolato.
L’esordio dei Crown Of Glory convince, a dimostrazione che la Svizzera non è soltanto Hard Rock (Gotthard, Shakra, Krokus e Crystal Ball) ma anche power metal. Power metal derivativo, certo, ma efficace e coinvolgente quanto basta per attirare l’attenzione degli ascoltatori alla ricerca di una brillante alternativa ai soliti noti.

Ci sono anche i Crown Of Glory: altro nome da aggiungere alla vostra lista, altra proposta da verificare nel tempo.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
01.The Calling
02.Pathfinder
03.The Raven’s Flight
04.Inspiration
05.The Prophecy
06.Save Me
07.Anthem of the End
08.Mirror, Mirror
09.Ikarus
10.See You Rise
11.The Lament of the Wind

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