Recensione: A Manifesto for Domination

Di Lorenzo Bacega - 5 Dicembre 2009 - 0:00
A Manifesto for Domination
Band: Halcyon Way
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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62

Tecnici, rocciosi e con tanta voglia di stupire: stiamo parlando degli Halcyon Way, quintetto progressive proveniente dai dintorni di Atlanta (Georgia, Stati Uniti), formatosi nel 2001 ma giunto solamente lo scorso anno all’esordio sulla lunga distanza. Dopo svariati cambi di line-up che hanno minato la stabilità della formazione, i cinque americani danno alle stampe un paio di demo completamente autoprodotti, intitolati rispettivamente Blind Eyes to the Sky (rilasciato nel 2002) e Deliver the Suffering (risalente al 2004). Solamente nel 2008 i cinque riescono però a pubblicare il primo full length della carriera, intitolato A Manifesto For Domination, rilasciato dall’etichetta americana Nightmare Records.

Abbastanza vario a livello di sonorità, le coordinate stilistiche di questo A Manifesto for Domination rimangono legate a un progressive metal piuttosto roccioso e potente dalle ritmiche decisamente thrash oriented, e con inserti di chiara matrice power metal, fatto di sezioni strumentali lunghe ma non troppo intricate, riff serrati e sporadiche melodie orecchiabili. Sugli scudi soprattutto il lavoro svolto dalla coppia di chitarristi Jon Bodan (principale compositore di tutti i pezzi qui presenti, che in questa sede si occupa anche delle parti di tastiere e dei campionamenti) e Zane Matthews, ottimi soprattutto in fase di riffing. Buono anche il lavoro svolto dalla sezione ritmica, composta da Kris Maltenieks al basso e da Ernie Topran alla batteria, mentre alla voce troviamo il cantante Sean Shields (abbastanza simile al ben più blasonato James Hetfield quanto a timbro e impostazione vocale, soprattutto nelle tonalità più basse e votate all’interpretazione), che successivamente alla registrazione del disco ha deciso di abbandonare la band, sostituito dal buon Steve Braun (già frontman dei nostrani Ashent).

Dodici sono le tracce che compongono questo A Manifesto for Domination per un minutaggio complessivo che non supera i cinquantasei primi di durata. Pezzi granitici e di grande impatto quelli proposti in questo disco, discretamente bilanciati tra potenza, virtuosismi e melodia, e che mettono sicuramente in evidenza il più che valido bagaglio tecnico appannaggio della band statunitense. Per quanto riguarda il songwriting c’è da dire che la proposta del combo americano rimane abbastanza varia, ma decisamente confusionaria e solo a tratti ispirata: per tutta la durata del disco si ha l’impressione di trovarsi davanti a un compitino svolto senza pretese e senza idee particolarmente vincenti, eseguito da un gruppo ancora relativamente inesperto e alla ricerca di una propria identità. Certo, di episodi positivi ce ne sono eccome, soprattutto nella seconda metà del disco: la conclusiva Physician, Heal Thyself, pur non essendo il massimo quanto a originalità, può senza dubbio essere considerato un pezzo assolutamente riuscito e ampiamente convincente; molto buona anche la più ragionata e intensa Communicate with the Violence, forse il brano migliore del lotto, dove una leggera tastiera (mai eccessivamente invadente) va ad intrecciarsi alla perfezione con un riffing di chitarra mai così serrato ed efficace. Abbastanza godibile inoltre anche la più granitica e pesante A Manifesto for Domination, posta in apertura dell’album e decisamente avvincente nel complesso nel suo contrasto tra ritmiche thrash oriented e refrain ampiamente melodico.

In definitiva ci troviamo davanti a un lavoro complessivamente sufficiente, ben suonato ma con assolutamente pochi spunti personali e destinato a cadere nel dimenticatoio dopo davvero pochi ascolti: il songwriting infatti risulta abbastanza zoppicante e lacunoso, per un disco, questo A Manifesto for Domination, infarcito di richiami più o meno palesi, decisamente banale nel complesso e poco interessante. La speranza è che nel futuro, soprattutto grazie all’inserimento di Steve Braun al microfono, questi Halcyon Way riescano a dare alle stampe un lavoro ben più profondo e godibile di questo. Staremo a vedere.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:
01. Intro
02. A Manifesto for Domination
03. Blind Eyes to the Sky
04. The Hidden
05. Disconnected
06. Deliver the Suffering
07. PowderBurn
08. A Thousand Points of Night
09. Communicate with the Violence
10. I Fought the World
11. The Lonely Road
12. Physician, Heal Thyself

Lineup:
Sean Shields – Vocals
Jon Bodan – Guitars, Keyboards, Programming
Zane Matthews – Guitars
Kris Maltenieks – Bass
Ernie Topran – Drums

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