Recensione: A New Identity

Di Stefano Vianello - 25 Aprile 2010 - 0:00
A New Identity
Band: Edgend
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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75

Gli Edgend sono una band israeliana che ha iniziato la propria attività nel 2005 proponendo un heavy-power metal dalle sfumature neoclassiche. Appena un anno dopo, viene registrato un primo EP che, in breve tempo, porta alla notorietà il gruppo facendolo apparire come spalla agli Evergrey nel live suonato a Tel Aviv. Nel 2008 il combo mediorientale inizia la fase di realizzazione dell’album di debutto A New Identity: la produzione, affidata a Kevin Codfert, già al lavoro con band come Adagio, Venturia e Myrath, è decisamente un punto di forza di questo lavoro, aggressiva e intensa.
Definire il genere suonato dagli Edgend risulta piuttosto complicato, essendo il sound un miscuglio di diversi tipi di metal, che spaziano tra il progressive in stile Symphony X e diverse sfumature di power, thrash e persino symphonic black metal. La proposta musicale è quindi decisamente personale: ogni elemento della band sfoggia una tecnica non indifferente e ogni brano realizzato ne racchiude l’efficacia.

Dopo la breve intro sinfonica Into The Equation: A Mask Without Identity, un pesante riff thrash introduce il primo brano Internal Fire: il groove vigoroso delle chitarre supportato da un pesante tappeto di tastiere genera un’ottima base musicale sulla quale la voce del cantante Rami Salmon calza a pennello. In questa, come in molte altre tracce del disco, l’influenza di gruppi importanti per il genere come Symphony X e Dream Theater è ben marcata, sia per quanto riguarda le linee vocali, sia per le melodie vere e proprie. Ogni brano ha una propria identità, ci sono quelli più spensierati e aggressivi come My Oath e Acts Of Disgrace e quelli più riflessivi come Revelation: l’unica pecca che più volte salta all’orecchio, è la prolissità di virtuosismi e assoli che alla lunga rendono noiose le parti strumentali.
La ballad A Chosen Truth è dolce e malinconica quanto totalmente spiazzante la strumentale Winds From The Abyss: una intro orchestrale dai toni cupi introduce un pesante riff dal registro tipicamente symphonic black metal, che si evolve in un mid-tempo progressivo con virtuosismi di chitarra intrecciati alle ottime melodie di pianoforte e tastiere. Un accostamento forte e geniale che il quintetto israeliano ha saputo sviluppare al meglio riuscendo a non annoiare nonostante l’assenza di una linea vocale. Ottima la mini-suite Balance, dall’inizio atmosferico e dall’evoluzione aggressiva e trascinante: il lavoro di Sharon Halachmi alla chitarra e David Ezuz alle tastiere è decisamente intenso, ma il risultato finale è ottimo, anche se molte volte dispersivo a causa della lunghezza degli assoli.

Si affacciano dunque sulla scena metal internazionale gli Edgend che con questo debutto mettono subito in chiaro quanto ci sappiano fare con gli strumenti: ottima tecnica, forse un po’ troppi virtuosismi, ma una band da tenere d’occhio. Il disco si lascia ascoltare con piacere e la speranza è quella di riuscire ad ascoltare live al più presto la band, magari come supporto ai mostri sacri da cui trae ispirazione.

Stefano “Elrond” Vianello

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Tracklist:
1.Into The Equation – A Mask Without Identity
2.Internal Fire
3.My Oath
4.Acts of Disgrace
5.Revelation
6.A Chosen Truth
7.The Pain
8.Winds From the Abyss
9.Balance
10.Voices
11.Out of the Equation – A New Identity

Line-up:
Rami Salmon – Vocals
Sharon Halachmi – Guitar
Ben Metal – Bass
David Ezuz – Keyboards
Assaf Rosenberg – Drums

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