Recensione: A Night Under The Dam DVD

Di Nicola Furlan - 23 Maggio 2007 - 0:00
A Night Under The Dam DVD
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Genere:
Anno: 2006
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90

Il 3 agosto 2006 mezzo migliaio di persone ha assistito ad un evento che a prima battuta mi sento di identificare come “magico”: venuti da tutta Europa – e non solo – hanno assistito ad un evento musicale live più unico che raro. Tchort (ex-Emperor, ex-Satyricon, Carpathian Forest, Blood Red Throne) e compagni si stanziano ai piedi di una diga alta 30 metri realizzata nel 1939 e interpretano Acoustic Verses, full-length uscito lo stesso anno. Lo eseguono con una sincronia naturale che disarma: le note sembrano fondersi alle atmosfere circostanti in un connubio pieno di romantica alchimia. Dietro loro la terra norvegese per location che fa da teatro ai musicisti schierati. Ed il poema musicale scandisce le prime note. 

La band, supportata da elementi ospiti alle voci ed agli archi, si presenta elegante e mistica all’avvenimento che sa potrebbe essere davvero unico nel suo genere: siamo di frequente abituati ad un bombardamento di prodotti video che il più delle volte lascia l’amaro in bocca; non di rado è facile imbattersi in DVD che lasciano davvero interdetti gli acquirenti.  

Niente di tutto questo. Staccate la mente dalle frenesie del mondo, aprite la custodia e lasciate uscire l’anima dai contenuti infiniti che questa esecuzione è capace di generare dall’energia dell’arte. La musica qui celata ha delle linee che fendono i contorni invisibili delle creature che danzano ispirando i musicisti nel loro incedere musicale ed artistico. Li accarezzano e li invogliano alla danza stendendo un incantesimo sul astanti. Una interpretazione che ha la forza di assorbire l’attenzione, che ipnotizza chi ascolta.   

Un’orchestra precisa nelle esecuzioni, delicata, ma al contempo determinata nelle esecuzioni, violenta e posseduta nelle esternazioni connesse ai pezzi più diretti (bravo Tommy Jackson alle pelli), protettrice e cantilenante nelle parti più tiepide. Gli strumentisti spostano i pattern nelle direzioni più consone al momento con una dinamicità esecutiva orchestrale e distintamente tecnica, da Childs Play all’estasi delle lyrics di Alone (autore Edgar Allan Poe) fino agli arpeggi fatati di The Burden Is Mine…Alone. Nessuna inflessione, nessuna mera esecuzione. L’impegno tocca livelli inimmaginabili in quanto tutti sono ben consapevoli dell’unicità del momento; un momento che per questo motivo diventa unico e rappresenta in sostanza un talento fuori dal comune. Il concerto pian piano si consuma ed arriviamo alla fine. 

Gli occhi di chi ha ripreso si alzano al cielo, dietro il muro artificiale il cielo dipinge di brillante nero la notte; la gente rimane in basso ormai rapita dal tempo, lo spirito vola via, sopra solo il buio della poesia ed il silenzio della foresta ascolta ancora un flebile eco di arte errante.

Tracklist:
01 Childs Play (Part III) (4′ 32”)
02 Sweet Leaf (4′ 59”)
03 9-29-045 (Part I, II and III) (15′ 50”)
04 Alone (3′ 57”)
05 Maybe? (3′ 28”)
06 High Tide Waves (8′ 22”)
07 Transparent Me (5′ 16”)
08 Six Ribbons (3′ 53”)
09 The Burden Is Mine…Alone (7′ 57”)

Line up:
Tchort
Kjetil Nordhus
Stein Roger Sordal
Michael S Krumins
Kenneth Silden
Tommy Jackson
Bjørn Harstad

Ospiti: Leif Wiese, Anne Marie Almedal

Ospiti agli archi:
Kjell Åge Stoveland: Viola
Ariel de Wolf: Cello
Pål Svendsberget: Violin
Lene-Marie Helland: Violin

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