Recensione: A Tale Tell Heart

Di Francesco Sgrò - 17 Dicembre 2012 - 0:00
A Tale Tell Heart
Band: WildeStarr
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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63

I californiani WildeStarr nascono nel 2003 per volere del chitarrista/bassista Dave Starr (Chastain,Vicious Rumors) e della cantante/tastierista London Wilde. Il gruppo viene completato dal batterista Jim Hawthrone, con il quale la band andrà ad incidere l’album d’esordio,intitolato “Arrival“, rilasciato nel 2009.
L’intento del trio americano è quello di proporre un massiccio Heavy Metal, caratterizzato da leggere venature Power, il tutto molto simile alle sonorità adottate da gruppi storici degli anni ’80 come Armored Saint e gli stessi Chastain.

A tre anni di distanza dal primo album, dopo aver sostituito Jim Hawthrone con Josh Foster alla batteria, i WildeStarr tornano sul mercato pubblicando nell’ottobre del 2012 la loro seconda fatica intitolata “A Tell Tale Heart“ (titolo ispirato ovviamente all’omonimo racconto dello storico scrittore statunitense Edgar Allan Poe).
Il nuovo parto degli americani, si presenta come un lavoro ottimamente suonato e completato da una produzione ruvida e polverosa, dal gusto davvero old – style.

Nonostante tutte queste ottime qualità, le canzoni contenute in “A Tell Tale Heart“ risultano essere, nella maggior parte del lavoro, prolisse e poco convincenti, caratterizzate da buoni riff e ottimi assolo chitarristici, ma altresì povere di melodie vocali in grado di esaltare l’ascoltatore.
Per comprendere meglio quanto appena affermato, basta soffermarsi sul brano iniziale del disco intitolato “Immortal“, un pezzo potente, rovinato da un ritornello del tutto anonimo e reso irritante dai fastidiosissimi acuti eseguiti dalla bionda vocalist.

Sulla medesima scia si susseguono purtroppo anche i tre brani seguenti, “Transformis Ligeia“, “A Perfect Storm“ e “Valkyrie Cry“ che, nonostante le buone prove chitarristiche di Dave Starr, scivolano via senza riuscire a catturare l’attenzione di chi ascolta.
Vagamente migliore invece si rivela essere la buona “Last Holy King“, aperta da un’intro acustica riuscita, su cui la voce della cantante riesce a muoversi con disinvoltura ,regalando una buona performance e una melodia piacevole ed orecchiabile.
Sfortunatamente il combo americano non riesce a mantenere il livello raggiunto dal brano precedente e quindi anche “In Staccata”, “Not Sane“  e “Seven Shades Of Winter“, appaiono quali canzoni deludenti e prive di melodie significative.

Tuttavia,con un elegante (e inaspettato) colpo di coda, i WildeStarr, mettono a segno due brani conclusivi, violenti ed indubbiamente ben riusciti, intitolati “The Pit Or The Pendulum“ e “Usher In The Twilight“, che riescono a salvare il disco dal fallimento totale per rivelarsi gl’episodi migliori di questo lavoro.

Semplice dunque la conclusione: i WildeStarr con “A Tell Tale Heart“, dimostrano di essere un gruppo tecnicamente eccellente ma ancora poco solido in termini di songwriting.
Un aspetto che, ne siamo certi, il trio a stelle e strisce saprà migliorare in futuro, nonostante le carenze sin qui dimostrate.

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Tracklist:

01. Immortal
02. Transformis Ligeia
03. A Perfect Storm
04. Valkyrie Cry
05. Last Holy King
06. In Staccata
07. Not Sane
08. Seven Shades of Winter
09. The Pit or the Pendulum
10. Usher in the Twilight

Line Up:

London Wilde – Voce / Tastiere
Dave Starr – Chitarra / Basso
Josh Foster – Batteria
 

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