Recensione: A Tribute to GG Allin

Di Emanuele Calderone - 29 Ottobre 2012 - 0:00
A Tribute to GG Allin
Band: A.A. V.V.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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60

Jesus Christ Allin, noto ai più come Kevin Michael Allin o, in alternativa, come GG Allin, ha rappresentato, per molti, un esempio da seguire all’interno del movimento punk. Oltranzista e intransigente come pochi altri personaggi, il musicista statunitense è divenuto famoso grazie ai suoi atteggiamenti estremamente singolari e spesso sopra le righe.

A diciotto anni di distanza dalla morte di GG, avvenuta nel 1993, la casa discografica italiana Lo-Fi Creatures immette sui mercati un tribute album firmato da Forgotten Tomb e Whiskey Ritual.
A Tribute to GG Allin”, questo il titolo scelto per l’opera, consta di sei brani completamente rivisti da entrambe le band, per un totale di circa 15 minuti di musica.
I primi tre pezzi, ad opera di Whiskey Ritual, rispondono ai nomi di “Die When You Die”, “Bite it You Scum” e “Drink, Fight and Fuck”. Le canzoni, strutturalmente volutamente semplici e quasi elementari, risultano piuttosto fedeli alle originali, sebbene godano di una maggiore aggressività dovuta non solo alla compressione del suono delle chitarre, ma anche a una sezione ritmica assai più corposa.
Delle tre, quella che maggiormente riesce a coinvolgere e a catturare l’attenzione è sicuramente “Drink, Fight and Fuck”, traccia potente, dotata di un piglio quasi scanzonato che difficilmente non farà breccia nei cuori dell’audience.
I Whiskey Ritual si impegnano al massimo e alla fine riescono a risultare estremamente genuini anche in questa veste “punk”.

La situazione non cambia poi tanto quando a scendere in campo sono i Forgotten Tomb. La band piacentina, una delle formazioni storiche del panorama black italiano, sembra muoversi con grande sicurezza,apparendo credibile anche in una veste più hardcore. I tre pezzi proposti, intitolati rispettivamente “Expose yourself to Kids”, “Gypsy Motherfucker” e “I Kill Everything I Fuck”, scorrono in maniera sufficientemente gradevole, divertendo l’ascoltatore grazie ad una buona dose di “scanzonata aggressività” e un’attitudine sincera e viscerale.
In “Gypsy Motherfucker”, senza ombra di dubbio l’episodio più riuscito, il combo ci delizia con degli assoli di chitarra davvero irresistibili, che rendono il tutto ancora più gradevole.

Prodotto in due versioni, cd e vinile da 7”, questo “A Tribute to GG Allin” riesce a cogliere l’anima più profonda di un artista volutamente disgustoso, oltremodo volgare, deprecabile e ironico, che a suo modo ha scritto una pagina importante della musica.
Se siete fan del punk più intransigente, sporco e dissacrante, allora cercate di recuperare questo lavoro; per tutti gli altri passate anche oltre.

Tracklist:
01- Die When You Die
02- Bite it You Scum
03- Drink, Fuck and Fight
04- Expose Yourself to Kids
05- Gypsy Motherfucker
06- I Kill Everything I Fuck

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