Recensione: Above Heaven, Below Heaven

Di Alessandro Zaccarini - 23 Marzo 2006 - 0:00
Above Heaven, Below Heaven
Band: Saeko
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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40

Wacken 2004: cartelloni e manifesti ovunque, interviste, conferenze stampa, presentazioni a non finire, pose da eroina dei videogames, mega-party nel backstage per la presentazione del disco e fior fior di promozione come nemmeno le band decennali possono vantare.

Wacken 2005: Saeko c’è e canta (per fortuna relegata al Wet Stage). La curiosità vince sul sesto senso, ascoltiamo un paio di pezzi della singer orientale e siamo costretti a scappare.

Ormai la nostra missione ci appare limpida e cristallina: impedire a questo germe di diffondersi, mettere in guardia più persone possibili riguardo a cosa si nasconde nel primo album di Saeko: l’inutilità più totale, la summa della tediosità incarnata in 47 minuti di inquinamento acustico.

Si parte con l’intro (che poi è anche la title track): 1.36 secondi di effetti da apparizione mistica nel tempio tibetano e una vocina stile robot che dice tutto quello che ha da dire negli ultimi 2 secondi. Insomma 1.36 di niente. Ok, è solo un intro. Si passa all’opener vera e propria che porta il titolo di Sins For The Gods. Genesi quasi epic e poi via in un susseguirsi di riff sempre più banali che conducono all’assolo, dove Saeko pensa bene di intromettersi con strilli insopportabili che protrae fino all’epilogo della traccia. Le cose purtroppo non cambiano. L’agonia prosegue con la scontatezza di Nature Of Mortality, la quale improvvisamente si infrange in On The Way To Eternity, ballad di sette minuti che sembra non voler finire mai. Qui, tra un paio di passaggi già sentiti (tra cui Imagine di John Lennon), la signorina Kitamae ci da sfoggio delle sue (pessime) doti al pianoforte. E dire che lo suona da quando ha 7 anni. D’altronde la classe non è acqua, e il talento dicono sia innato…

Questa fiera della banalità poteva non prevedere qualche bel pezzettone di power ipermelodico e derivativo, con tanto di ritornello giocato su una costruzione allegra e insipida, alzata di tono a tre quarti brano e finale vocale filo-helloweeniano? Certo che no, e infatti Seek the Light risponde a tutte le richieste sopraccitate, guadagnandosi baldanzosamente un posto nella lista delle cose peggio riuscite dell’album. Graduatoria davvero ardua da stilare data la grande quantità di materiale disponibile, non ultime la successiva Hands Of Might o la altrettanto banale Way To The One. Con Sinners For False Lights la nostra eroina vorrebbe dilettarsi in qualcosa di più aggressivo, qualcosa sulla falsa riga degli ultimi Saxon, ma il risultato è tristemente in linea con il resto dell’album.

In Song Of Delight arriviamo finalmente al plagio vero e proprio, fino a questo momento semplicemente sfiorato. La vittima è tutta la scuola happy metal tedesca, Helloween e primi Gamma Ray in primis, dai quali vengono scippati i modi più lenti e solenni, qui riadattati alla caratura qualitativa del resto del lavoro (fate i vostri conti). A questo punto Saeko si lancia nell’outro parlato (che poi è anche la title-track invertita).

Il cd pare (finalmente) concluso, e invece ecco sbucare la chicca finale: un messaggio nascosto in giapponese. Un saluto? Un ringraziamento? Speriamo la promessa di non incidere mai più nulla.

Esplorati i misfatti musicali di ‘Above Heaven, Bellow Heaven’, vi starete chiedendo: “ma sta Saeko da dove sbuca?”. Domanda più che legittima. Nonostante la negazione totale per la musica metal che traspare da questo album, la signorina pare avere un passato da artista (brrrr) con una band chiamata Fairy Mirror. Dopo dieci anni di lotte e litigate con la famiglia Saeko ha poi lasciato i suoi vecchi compagni per approdare (ahimè) in Europa e tentare la carriera solista.

Che farne di questo progetto? Ridere? Piangere? Vedete voi che strada imboccare, una vale l’altra, purché vi porti il più lontano possibile da questa apoteosi di mediocrità e fallimento.

Stolti noi o album raccapricciante? La seconda che hai detto. (Cit)

Tracklist:
01. Above Heaven – Below Heaven
02. Sins For The Gods
03. Nature Of Mortality
04. On The Way To Eternity
05. Seek The Light
06. Hands Of Might
07. Sinners For False Lights
08. Way To The One
09. Don’t Be Afraid
10. Birthright
11. Song Of Delight
12. Heaven Above – Heaven Below

Nota: abbiamo scritto questa recensione la scorsa estate. Per tutti questi mesi è rimasta in soffitta, nella speranza che non ci fosse bisogno di pubblicarla. Alla notizia del nuovo album di Saeko non abbiamo potuto tirarci indietro, e quindi eccola online.

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini
Daniele ‘Fenrir’ Balestrieri

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