Recensione: Abuse

Di Michele Carli - 5 Aprile 2010 - 0:00
Abuse
Band: Wormrot
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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76

Sembra proprio che questa volta la Earache abbia colpito per bene il bersaglio. Abuse già l’anno scorso aveva fatto la sua porca figura tra le uscite grindcore, e complice anche l’annata non proprio idilliaca in questo campo, ha goduto della heavy rotation nel mio fido lettore mp3. Un disco semplice, old school fino al midollo, assolutamente non innovativo ma comunque in grado di bastonare per bene numerose quantità di colleghi. La scia positiva della riedizione di World Extermination degli Insect Warfare deve aver contribuito alla scelta della famosa label del mal d’orecchi di produrre questa bella ristampa, assicurandole una degna distribuzione – finora parecchio limitata – e qualche chicca per arricchire ulteriormente il prodotto.

I Wormrot suonano grindcore classico, classicissimo. Nonostante la formazione a tre composta da chitarra, voce e batteria, che tanto sembra richiamare le nuove formazioni indifferenti all’utilità del basso, questi signori si dedicano completamente all’adorazione dei vecchi Napalm Death e Brutal Truth. Un po’ come per i Super Fun Happy Slide, o i già citati Insect Warfare, la loro proposta basa la sua forza sul riproporre le vecchie sonorità lo-fi delle origini del genere. Bastano le prime due tracce, Lost Swines e Exterminate, per capire che l’intento dell’album è solo quello di tritare tutto nel più semplice dei modi: riff basilari, groove, blast beats a vagonate, ritmi crust e voce che alterna lo screaming esasperato al growl più tradizionale. Fortunatamente le tracce sono tutte, e dico tutte, composte con cognizione di causa, nonostante la durata media delle canzoni sia sul minuto scarso. Il songwriting curato che non ti aspetti, ben nascosto dal suono fuzzoso della chitarra e dalle urla psicotiche di Arif. Le parti di chitarra sono semplicemente azzeccate, fluide e al tempo stesso bastarde: tracce come Double-Feeding, oppure Dis-Appointing, lo dimostrano pienamente, forti anche del supporto preciso e ferocemente incazzato di Fitri, intento a massacrare le pelli della batteria. Un’accozzaglia di elementi già sentiti, ma messi assieme in modo da essere ben più incisivi ed efficaci di tante altre band più sperimentali. Da segnalare assolutamente la cover di Rich del gruppo indie americano Yeah Yeah Yeahs, a dir poco esilarante.

Il pacchetto confezionato per questa ristampa comprende, oltre all’album stesso, un ulteriore disco contenente un demo del 2007, una cover degli Insect Warfare, tutto l’EP Dead del 2008, lo split con i Diseptic e altre sei tracce completamente inedite. Una bella raccolta, senza dubbio, che praticamente consegna tutta la discografia prodotta dal gruppo al costo di un unico album. Quindi, se siete in cerca di grindcore vecchio stampo, senza contaminazioni, senza modernismi e senza pretese di originalità, una puntatina in casa Wormrot ve la consiglio caldamente.

Michele “Panzerfaust” Carli

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Tracklist:
01. Lost Swines
02. Exterminate
03. Double-Feeding
04. Born Stupid
05. Sledgehammer
06. So Fierce for Fuck!?
07. Dis-Appointing
08. Good Times
09. Freedom to Act
10. Indonesia
11. Shitlack
12. Condemnation
13. One Round Away
14. Fuck…I’m Drunk
15. Operation Grindcore
16. Rich (Yeah Yeah Yeah’s cover)
17. Overgrown Asshole
18. Blasphemy My Ass
19. Fix Your Broken Mind
20. Newkiller Nuclear
21. Uncovered and Proud As Fuck
22. Murder
23. Scum Infestation and Last Song

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76