Recensione: Acacia Avenue

Di Fabio Vellata - 21 Gennaio 2010 - 0:00
Acacia Avenue
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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60

 

Un moniker che non mancherà di trarre in inganno più di un lettore, lasciando intuire radici maideniane e sfumature di metallo tradizionale per questa nuova creatura del guitar hero danese Torben Enevoldsen, esperto axeman già visto in passato con i melodic rockers Fatal Force e Section A.

Nessun riferimento all’heavy di stampo classico è invece il fondamento su cui si erige la proposta dei newcomer Acacia Avenue, band dedita per lo più ad un canonicissimo AOR di radice ultra melodica che, come da copione, accoglie al proprio interno un collage di ospitate più o meno illustri e di prestigio, tra cui sono essenzialmente da ricordare i quattro singer: Tony Mills dei TNT (ed ex Shy) su tutti, ed i meno conosciuti Geir Rönning (Radioactive), Torben Lysholm (Pangea, Mysterell) e Lars Säfsund (W.O.A.).
Modellato su soluzioni stilistiche a cavallo tra lo scandi-rock e certo melodic anglosassone, il progetto di Enevoldsen non lesina richiami e citazioni in serie a carico di Heartland, TNT, Newman e Radioactive, cui si aggiungono rare inflessioni blueseggianti, mandando a referto una serie di brani gradevoli ma, parimenti, di somma prevedibilità ed inequivocabile scontatezza.

Ottimo mestiere tecnico-strumentale, buone prestazioni vocali da parte dei quattro vocalist ed un livello di produzione più che dignitoso, non sono, infatti, del tutto sufficienti per consentire all’album d’elevarsi da un profilo anonimo e privo di grossi valori artistici, conseguenza diretta di un songwriting decisamente scolastico ed impersonale. Ritornelli spesso ripetitivi, impasto melodico incentrato su armonie elementari e con poco mordente e rare occasioni in cui l’ispirazione pare qualcosa di più che una semplice idea presa in prestito, riducono di molto l’efficacia di questo debut, destinato a spegnersi lasciando scarse memorie, dopo pochi e fuggevoli ascolti.
Interessanti i passaggi un po’ blues ed un po’ west coast di “Can’t Make You Stay”, traccia che ricorda da vicino i migliori Newman, le morbide atmosfere di “No Looking Back”, episodio in cui, una volta tanto, è rilevabile un refrain di buona fattura e la frizzante “Just Wanna Be With You”, AOR semplice e godibile. Il tono scende purtroppo a picco con la scarsissima verve di pezzi come “An Illusion”, “Hold On”, “Let Go” e “Digging”, autentica fiera della banalità in cui una potente sensazione di deja-vu tende a farsi strada con autorevolezza dopo pochissime note.

Ordinaria amministrazione per gli appassionati del genere. I sussulti sono invero rari, l’originalità, termine del tutto alieno ed i frangenti degni davvero di nota piuttosto limitati.
Immerso in un mare d’idee sentite milioni di volte negli ultimi venti anni, l’esordio degli Acacia Avenue è, insomma, un platter innocuo e di consistenza esigua.

Gli strenui sostenitori del rock melodico, quelli per intenderci, pronti a dare un’occasione ad ogni singola uscita del loro settore preferito, valutino pure con calma.
Tutti gli altri, saltino tranquillamente piè pari e passino oltre senza pensarci su troppo.

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Tracklist:

01. Don’t Call Me Tonight
02. Hold On
03. An Illusion
04. Jamie’s In Love
05. Can’t Make You Stay
06. Mad Antenna
07. Wait No More
08. No Looking Back
09. Just Wanna Be With You
10. Let Go
11. Digging

Line Up:

Tony Mills – Voce
Geir Rönning – Voce
Torben Lysholm – Voce
Lars Säfsund – Voce
Torben Enevoldsen – Chitarra / Basso / Tastiere / Voce
Carsten Neumann – Basso
Thomas Heintzelmann – Batteria

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