Recensione: Affiliated With The Suffering

Di Matteo Bovio - 27 Gennaio 2003 - 0:00
Affiliated With The Suffering
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
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78

I Blood Red Throne sono stati negli ultimi anni uno dei progetti più spinti e gonfiati dalla promozione, almeno qui in Italia; il loro primo album è stato accolto quasi come un evento, e a distanza di due anni l’impazienza per il successore è non indifferente. Sono contento che dietro tutto ciò non ci sia poi un contenitore vuoto, ma una proposta concreta e degna dunque di attenzioni. Sul fatto che il loro nome sia accompagnato da mille trovate che con la musica hanno ben poco a che fare non vi porti quindi a pensare che il loro successo sia dovuto esclusivamente a questa facciata esterna.

Con “Unleashing Hell” la band da inizio a questo violentissimo Affiliated With The Suffering nel migliore dei modi; a parti tirate si alternano stacchi da puro headbanging, con riffings granitici in evidente stile anni ’80. In questa traccia ci viene dato il modo di apprezzare molti elementi costanti dell’album, non da ultimo l’ottima impostazione vocale di Mr. Hustler. Ma anche il suono della chitarra, che ci torturerà con le sue rasoiate per la durata intera del lavoro. Anche la title-track si rivela essere una mazzatona in piena regola, grazie ad una partenza molto alla Malevolent Creation che lascia poi spazio ad aperture di ogni genere. Comunque un’ottima prova di tecnica, precisione e attitudine per il neo entrato Espen “Beist” Antonsen.

Talvolta i pezzi di questo lavoro fanno un po’ di fatica a decollare, e anche ad entrare in testa a chi ascolta, ma una volta che li avrete ascoltati e compresi, saranno ben pochi a lasciarvi insoddisfatti. E per ogni parte “mediocre”, ne troviamo il quadruplo degne di attenzione: assieme alle due tracce già citate menzionerei d’obbligo la settima “Gather The Dead”. Forte di doppi vocalizzi perfetti, la song procede sul riffing forse in assoluto più ispirato dell’intero lavoro. Un intreccio chitarristico elementare, ma eseguito alla perfezione e ideato per creare un vero e proprio wall of sound.

La produzione si rivela essere l’elemento più controverso dell’intero lavoro. Da una parte giunge come una nota stonata: un tocco decisamente troppo contemporaneo in un contesto che invece vuole essere un richiamo ai “vecchi tempi”. Dall’altro non è assolutamente possibile giudicarla male; ascoltatela con la dovuta attenzione, e dovrete ammettere che prodotti così potenti e ruvidi sono veramente rari! Chitarre sporche e taglienti e voce bella pompata sono forse i due elementi che più saltano all’orecchio, fin dal primo ascolto.

78 vuole essere in parte un voto simbolico: quei due punti in meno stanno a significare che non sempre il feeling del Death metal di vecchia matrice, quella sensazione di cui sono pregni i capolavori di inizio anni ’90, è presente. Affiliated With The Suffering è comunque un lavoro che inaugura alla grandissima la stagione Death metal 2003, facendo da degno successore a due lavori che già non avevano deluso. Un cd dedicato sia a chi ha voglia di bands dal suono potente ed esplosivo, sia a chi adora versare qualche lacrimuccia riesplorando suoni che oggi sono sempre più rari.
Matteo Bovio

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