Recensione: Alcoholic Invasion

Di Nicola Furlan - 31 Maggio 2007 - 0:00
Alcoholic Invasion
Band: Devastator
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

A due anni dal debut album Thrash’n’War, dopo cambiamenti di line-up (e di intenzioni), ritroviamo il combo toscano alle prese con un lavoro decisamente spiazzante, si può dire pure lontano dai rigidi e spigliati punti fermi che hanno caratterizzato gli esordi. Chi ha ascoltato il primo full-length si ricorderà che gli orientamenti erano rivolti al classico sound teutonic thrash che ha costituito un marchio indelebile della scena tedesca, soprattutto a metà Eighties.

I risultati, a dirla tutta, furono poco più che sufficienti. Tanti erano i punti da rivedere, dalle linee vocali non all’altezza, alla grezza produzione e all’atteggiamento compositivo troppo “ispirato”, ma era pur sempre un esordio. Ora le cose sono cambiate. E di molto anche.

Sebbene il target centrato dal songwriting abbia i connotati dell’ordinario thrash germanico, bisogna anche dire che i quattro hanno saputo delineare un contorno sonoro davvero particolare. Le forme che nascono hanno tratti spigolosi, ma riescono ad essere in sintonia con i graffianti settaggi sonori delle chitarre, senza disdegnare però un arido approccio a soluzioni più scanzonate. Desperados (dell’ex-“Uncle” Tom Angelripper) e Tankard sembrano in assoluto i vati ispiratori di quel sapore di sbronzo Southern/Thrash che definisce i tratti qui delineati.

Impressionante il lavoro al drumming di Luke. Il musicista ha fatto passi da gigante e il potenziale appena percepito dal precedente lavoro qui deflagra, trovando ampio raggio di soluzioni tecniche. Passi in avanti anche in merito alle voci: le ruvide e graffianti vocals di Albe sembrano decisamente più adatte a interpretare la proposta del combo rispetto a quanto fatto dal precedente singer Luchino, che faceva degli alti una peculiarità prevalente e quindi forse maggiormente adatto a sonorità più speed-oriented.

Ultimo punto a favore da annoverare è la produzione perfettamente equilibrata (il full-length è stato registrato nei nuovi Toscanini Studios e masterizzato nei prestigiosi Fonoprint Studios di Bologna), che non snatura né l’anima primigenia del rozzo ed alcolico thrash di strada, né tantomeno la qualità e la definizione di ogni singolo arrangiamento in gioco.

Mezz’ora di thrash con i controca**i. La scena rinasce, lo vediamo oramai con un sacco di nuove proposte più o meno valide, ma come nel mondo così anche in Italia il thrash ha un punto di riferimento. Non sarà facile ripetersi nuovamente, li aspetterò al varco con il prossimo disco e spero di essere smentito alla grande, però ora godiamoci questa mazzata sui denti.

Nicola ‘nik76’ Furlan

Tracklist:
01 Forever In The Bed
02 Alcoholic Invasion
03 Breath Of Stukas In Rage
04 Doom Child
05 Chuck Berry Wants Hardcore
06 Mad Pusher
07 Star Desire
08 True Hate
09 Solemn Oath
10 Homicidal Maniac
11 Sergeant Napalm

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