Recensione: All Systems Go! – The Neat Anthology

Di Hogan Steel - 28 Novembre 2002 - 0:00
All Systems Go! – The Neat Anthology
Band: Raven
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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85

“It? Nice To Smash A Bit Of Gear”

Credo che questa frase, scritta all?interno della confezione, possa da sola far intuire a chi ancora non conosce il gruppo dei fratelli Gallagher (se avete pensato che fossero gli Oasis potete anche smettere di leggere N.d.H) la loro attitudine. Tornate indietro con la memoria al periodo tra la fine degli anni 70 e l?inizio degli anni 80, quando la NWOBHM esplodeva nel mondo con moltissimi gruppi ognuno dei quali si creò uno stile diverso dagli altri. Mentre gli Iron Maiden si indirizzavano sullo stile “studs and leather”, i Saxon si dedicavano ad uno stile con linee melodiche più complesse ed i Def Leppard prendevano ispirazione dalle icone dell?Hard Rock, i Raven si dedicavano ad uno stile molto più veloce e frenetico, diventando, insieme a diversi altri gruppi, gli antenati del thrash metal.

Profondamente influenzati dal punk dell?epoca i Raven diedero vita a quello che loro stessi definirono Athletic Rock, in cui gli strumenti impazziti accompagnavano la voce graffiante e urlante di John Gallagher. Il trio era composto dai due fratelli, John (basso e voce) e Mark (chitarra) e dallo “psicopatico” batterista Rob “Wacko” Hunter. L?effetto scenico del gruppo era devastante, con il loro stile di vestire alla Mad Max ed un impatto dal vivo incredibile. Pensate che all?epoca avevano nei loro tour due giovani band esordienti, non so se ne avete già sentito parlare, erano gli Anthrax ed i Metallica.

Purtroppo la loro carriera prese nell?85 una via in discesa. Dopo la firma del contratto con la Atlantic, gli stessi Raven ammettono di aver vissuto la parte peggiore della propria carriera.

Questo “best of” è infatti dedicato al periodo tra l?80 e l?83, quando sotto le bandiere della Neat Records, che aveva scritturato nello stesso periodo un altro trio che avrebbe fatto la storia, i Venom, i Raven misero a ferro e fuoco il mondo del metal.

Fin dalla prima traccia è facile rendersi conto che la grinta non manca affatto. Don?t Need Your Money è un pezzo elettrico, una linea melodica semplicissima ma frenetica ed uno screaming spettacolare di John rendono il primo pezzo scritto dal gruppo un must da non perdere, senza dimenticarci che vedere dal vivo Wacko Hunter suonare la batteria con la testa basterebbe da solo a farci ascoltare questa canzone all?infinito.

Chitarre distortissime e batteria ci lanciano in Wiped Out prima di avere il tempo di riprendere fiato. Cosa dire di questo pezzo? Non è facile parlare di tutte le canzoni dell?album. Conosco gente che le definirebbe monotonamente simili tra di loro, ma si sa, il mondo è pieno di idioti.

Una delle proprietà principali dei Raven è secondo me proprio quella di fare pezzi che non si differenziano molto tra di loro ma in grado di non annoiare mai, neanche dopo infiniti ascolti (lo ammetto, c?è stato un periodo in cui ho ascoltato solo questo cd per una settimana, in loop e spegnendolo solo di notte). In Wiped Out secondo me c?è un riff impressionante, elementare ma, nella sua semplicità, tra i più potenti che io abbia mai sentito.

Vorrei saltare il commento di qualche traccia per non rendere questa recensione un romanzo ma Hard Ride non posso tralasciarla, non sarebbe giusto. Potentissima, un pezzo che non può assolutamente mancare, soprattutto nella vostra autoradio, con il suo coro vi costringerà ad urlare insieme al folle John mentre sfrecciate in questa cavalcata selvaggia.

Mi vedo costretto a tralasciare Crazy World ed il suo splendido scream iniziale per passare a Hell Patrol, ai suoi folli giri di chitarra, al suo ritmo serrato e ai virtuosismi vocali, in cui Il Gallagher (tutti gli altri sono pallide imitazioni) ci stupisce più che mai, soprattutto con un acuto lunghissimo che sembra pronto a perforare il nostro cervello.

Non possiamo dire che Wacko si sprechi in virtuosismi tecnici nell?intro di quello che è diventato l?inno del gruppo ma quello che non manca sicuramente è la potenza! Immaginatevi il buon batterista con il suo completino da giocatore di football in plastica metallizzata mentre cerca di distruggere il crash a testate! Un titolo di una canzone, un motto per vent?anni di musica : Rock Until You Drop!

Dopo il medley di Hellraiser e Action e Tyrant of the Airways se avete dei timpani delicati cominciate a mettervi i tappi per le orecchie, non credo sopravvivereste. La breve intro vi dovrebbe aver già messo in guardia e quando il testo delirante attacca mi spiace ragazzi ma non c?è nessuno, pochi gruppi sono riusciti ad esprimere sensazioni simili nell?ultimo ventennio. In alcuni parti il cantato ricorda molto i deliri di un pazzo ma Crash, Bang, Wallop vi rimarrà in mente molto, molto, molto a lungo.

Mi vedo costretto a saltare ben due pezzi, Fire Power e Rock Hard per passare a Faster Than The Speed Of Light, con la sua splendida chitarra iniziale e la voce molto particolare di John in questo pezzo, una voce quasi metallica, per non tralasciare poi degli assoli che definire deliranti sarebbe probabilmente poco, e penso che se la velocità di questi ultimi non sorpassa la velocità della luce ci si avvicina veramente moltissimo.

Ma lo spazio stringe e non posso dedicare ad ognuno di questi splendidi pezzi lo spazio che merita, per cui senza fermarci un attimo il display si sposta sulla traccia numero tredici e la stanza esplode, angeli e demoni comprate il biglietto, i Raven suonano Live At The Inferno! Ogni volta che la ascolto mi stupisco di come la voce di un essere umano sia in grado di produrre suoni simili. E puntualmente ogni volta rimpiango di non essere nato vent?anni prima aver potuto assistere in diretta alla nascita di questo gruppo, non fa sicuramente lo stesso effetto sentirli ora in questo periodo in cui la fucina del metal sta sfornando anche molta spazzatura. Ma non è certo la malinconia che il trio del corvo ci vuole trasmettere e tralasciando purtroppo UXB andiamo a quella che forse è una delle canzoni migliori dell?album, un classico, Born To Be Wild. Che dire? Bella bella bella! E? inutile che io dica perché, la peculiarità di questo pezzo, come del resto di quasi tutte le canzoni dei Raven è che a parole è difficile descriverne le qualità, l?unico modo per capirle è ascoltarlo, una scarica di adrenalina sparata direttamente nelle vostre vene.

Delle ultime quattro canzoni devo scegliere di citare Break The Chain , non perché le altre non siano belle ma perché sicuramente lei lo è di più. Esplosiva, coinvolgente, annichilante ma anche melodica, trasmette esattamente quello che vuole, senza esitare un attimo e senza deludere in alcun modo l?inconfondibile sensazione di potere trasmessa dal trio di Newcastle.

Credo che sia chiaramente emersa dal testo la mia opinione sull?album, ma voglio lo stesso sintetizzarvela in poche parole : se non avete gli album originali da cui sono state tratte le tracce…COMPRATELO!!

Emiliano “Hogan” Pastorelli

1 Don?t Need You Money
2 Wiped Out
3 Hard Ride
4 Crazy World
5 Hell Patrol
6 Rock Until You Drop
7 Medley : Hellraiser / Action
8 Tyrant Of The Airways
9 Crash, Bang, Wallop
10 Fire Power
11 Rock Hard
12 Faster Than The Speed Of Light
13 Live At The Inferno
14 UXB
15 Born To Be Wild
16 Inquisitor
17 Take Control
18 All For One
19 Break The Chain
20 Seek And Destroy

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