Recensione: All The Colors Of The Dark

Di Stefano Ricetti - 10 Maggio 2011 - 0:00
All The Colors Of The Dark
Band: Death SS
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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75

E’ disponibile, in tiratura limitatissima di soli cento pezzi per il mercato italiano ed esclusivamente tramite il Fans Club ufficiale della band All The Colors Of The Dark – The Very Best Of Death SS, raccolta antologica per l’etichetta Under Fire Records contenente trentadue brani, sedici a Cd, che ripercorrono l’intera storia della band dalle origini ai giorni nostri. Presente anche l’inedita song Revived, composta nel 2010.

La genesi della compilation è da ricercarsi nella fame di materiale Death SS da parte del pubblico messicano, rappresentato dal mastermind del fan club dei Nostri in quelle latitudini, Josè Luis Cano, che ha personalmente formalizzato la richiesta a Steve Sylvester, il quale ha avvallato l’idea e fornito il proprio supporto e benestare, contribuendo alla scelta dei pezzi da inserire – privilegiando i singoli – e realizzandone l’artwork. 

Tale decisione appare palese sul primo Cd, quello che ha l’onere e l’onore di percorrere la carriera dei Death SS sin dagli inizi. Horror Metal allo stato primigenio, ben estrinsecato tramite The night of the witch, Spiritualist Seance e Buried Alive. In Profanation si profila viceversa una delle peculiarità del maitre à penser Steve Sylvester: la magia che sublima le tonalità catacombali con la giusta dose di melodia, al sevizio di un songwriting di classe.  

Immancabili i classiconi Terror, Vampire, Horrible eyes e Kings of evil per un poker da paura tratto dalle versioni finite sui vari full length degli anni Ottanta. Per molti l’essenza Death SS risiede qua dentro.
Organo da pelle d’oca nel primo minuto e mezzo di Cursed Mama, poi HM purissimo in your fucking face a svelare il lato Defender del gruppo. In the Darkness potrebbe essere la colonna sonora di qualsiasi film a tema, vedasi alla voce incantesimo di cui sopra. Bastone e carota sapientemente utilizzati.

A seguire quattro assi calati direttamente dall’empireo heavy metal facente capo al formidabile Heavy Demons del 1991. In rigoroso ordine di mazzate profuse: la title track (Re mix single version),  Inquisitor,  Where Have you Gone? e Baphomet. A chiudere le immortali e immancabili, nella loro semplicità cimiteriale, Chains of Death e Black and violet, entrambe giustamente presentate nella livrea nera del 1995, dipinta da suoni possenti e soprattutto presentabili, dal taglio fottutamente diretto.

Il secondo Cd inizia alla grande con il Metallo Killer di Straight to Hell, a seguire un trittico da Do What Thou Wilt del 1997: Baron Samedi, Guardian Angel e Scarlet Woman, pezzi dai quali costituisce vera impresa esprimere il bridge più azzeccato e ficcante tanta è la concorrenza fra loro stessi. Come to the Sabbat, la cover dei pericolosissimi Black Widow – erroneamente riportata con l’acca finale -non abbisogna di presentazioni: va semplicemente ascoltata e goduta a fondo, fino all’ipnosi. A proposito di sabba, non a caso il brano successivo è Let the Sabbath Begin, l’inno per antonomasia dei Death SS accompagnato da un altro anthem di altissimo calibro a potere detonante : Hi-tech Jesus, la traccia numero sette.

Come il pezzo appena citato, dall’album Panic del 2000 altri due estratti:  Lady of Babylon e la title track, caratterizzata da un drumming devastante. Il singolo Transylvania funge da spartiacque nei confronti della coppia tratta dalla controverso album del Periodo Blu dei Death SS, ossia il coraggioso – o folle, dipende dai  gusti e dai punti di vista di ciascuno – Humanomalies. Sinful Dove e Pain a raffigurare il disco che ha più diviso critica e pubblico all’interno della carriera del combo italiano.  A chiosa il settimo sigillo, l’ultimo lavoro in studio ancora oggi e risalente al 2006. Un tris composto dalla fragorosa Give’em hell, l’eclettismo di Der Golem e la sublime classe racchiusa in SIAGFOM.

Chicca finale l’inedito Revived, che gli ultras dei Death SS già hanno vivisezionato a dovere fin dal giorno successivo alla messa in onda della puntata 666 della serie TV L’Ispettore Coliandro sulla Rai. In quell’occasione, infatti, Steve, insieme con il fido Glenn Strange e gli altri pard ha proposto il brano in esclusiva assoluta, sebbene a livello solamente televisivo. Trattasi di canzone proiettata in avanti e dalla concezione moderna, a significare il trait d’union fra l’album Seventh Seal e – l’eventuale – nuovo corso dei Death SS, con parziale eccezione per la chitarra, che volteggia come una mannaia impazzita alla ricerca spasmodica del sangue fresco della prossima vittima adagiata su di un freddo ceppo. 

Trentadue canzoni, non poche all’interno del florido ed eclettico universo Death SS ma proprio per questo risulta difficile se non addirittura impossibile accontentare tutti. Ciascuno, infatti, inesorabilmente lamenterà qualche mancanza, sulla base della propria sensibilità e gusti personali. Nel caso del sottoscritto avrebbero dovuto trovar spazio quantomeno tre brani, sacrificandone quindi altrettanti presenti: la mazzata Peace of Mind, dalla magnificenza Defender comprovata, la magneticissima The Hanged Ballad e The 7th Seal, la Terror del nuovo secolo.

L’uscita è corredata di un sontuoso booklet di sedici pagine con la storia del gruppo in lingua inglese assemblata dallo stesso Steve Sylvester, foto della band, dei singoli e degli album. Il packaging si completa con un poster formato 28 x 41 Cm.

Ascoltando All in the Colors of the Dark – the Very Best of Death SS ci si rende conto, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanti riff – limitandomi a quelli – da Red Carpet del Metallo abbia concepito il gruppo marchigiano/toscano, a significare che la fama della quale gode oggi a livello mondiale non può e non deve far riferimento solo all’immagine piuttosto che all’immaginario scatenato negli ultimi decenni, ma si basa essenzialmente sulla qualità della musica, servita all’uopo in due curati Cd.

Stefano “Steven Rich” Ricetti                
 

 

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Tracklist CD 1
1- The night of the witch (7” ep) – 3:36
2- Profanation (7” ep) – 4:38
3- Spiritualist Seance (7” ep) – 4:51
4- Buried Alive (Studio 1982 version) – 2:33
5- Terror (Album version) – 8:07
6- Vampire (Album version) – 5:40
7- Horrible eyes (Album version) – 5:21
8- Kings of evil (Extended single version) – 4:33
9- Cursed Mama (Album version) – 5:08
10- In the Darkness (7” ep) – 5:03
11- Heavy Demons (Re mix single version) – 4:36
12- Inquisitor (Album version) – 3:30
13- Where Have you Gone? (Album version) – 3:30
14- Baphomet (Album version) – 4:48
15- Chains of Death (1995 Version) – 5:27
16- Black and violet (1995 version) – 4:51

Total time: 78.06 min

 

Tracklist CD 2
1- Straight to Hell (maxi ep) – 3:10
2- Baron Samedi (album version) – 5:59
3- Guardian Angel (Album version) – 4:35
4- Scarlet Woman (Album Version) – 5:40
5- Come to the Sabbat (Black Widow cover, 1998 Studio version) – 5:27
6- Let the Sabbath Begin (Album version) – 4:33
7- Hi-tech Jesus (Album version) – 4:28
8- Lady of Babylon (Album version) – 5:07
9- Panic (Album version) – 5:42
10- Transylvania (single edit) – 4:10
11- Sinful dove (Album version) – 4:50
12- Pain (single version) – 4:10
13- Give’em hell (Album version) – 4:09
14- Der Golem (Album version) – 4:49
15- SIAGFOM (Album version) – 6:06
16- Revived (Unpublished track 2010) – 4:26

Total time: 77.38 min

Fare riferimento alle tracklist per sapere a quali versioni si riferiscono i brani inclusi nei due Cd.

 

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