Recensione: Alpha Noir

Di Alessandro Calvi - 27 Aprile 2012 - 0:00
Alpha Noir
Band: Moonspell
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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72

La carriera dei Moonspell ha avuto alti e bassi. Dai gloriosi albori con dischi come “Wolfheart” e “Irreligious”, che li avevano consacrati come una delle band rivelazione del periodo, il passo per scendere dal piedistallo era stato relativamente breve. Colpa di alcuni album un po’ troppo sperimentali che avevano scontentato i fan e non erano riusciti a convincere del tutto la critica. Passata questa parentesi, il gruppo portoghese è tornato in parte sui suoi passi ed è riuscito a mixare in maniera eggregia le nuove influenze con gli inizi. Il risultato sono stati alcuni cd di volta in volta sempre più convincenti, fino all’ultimo, notevole, “Night Eternal”. Con “Alpha Noir” i Moonspell affermano di aver continuato su questa strada, ovviamente, come sempre nelle dichiarazioni ufficiali, migliorandosi.

In realtà bisognerebbe subito mettere in evidenza che, almeno nelle intenzioni del gruppo, questo “Alfa Noir” sarebbe solo mezzo album. O, quantomeno, un disco con due anime, la seconda intitolata “Omega White”, ma disponibile solo nell’edizione limitata. Questo secondo cd, infatti, dovrebbe presentare ben 8 tracce d’ispirazione uguale e contraria ad “Alpha Noir”, più portate, quindi, alla lentezza, alla ricerca della melodia, delle atmosfere cupe e decadenti.
Se questi due dischi sono, quindi, così intrinsecamente legati, ci appare strana la scelta della casa discografica di porre il secondo solo come “bonus” per l’edizione deluxe, così come di rendere disponibile alla stampa per la valutazione solo il primo.
Per fortuna “Alpha Noir” è un lavoro che riesce a farsi apprezzare anche da solo, per quanto sia avvertibile, lungo tutta la scaletta, come manchi qualcosa. Se, infatti, “Omega White” è più votato alla creazione di melodie malinconiche, oscure, ottenebranti, il suo corrispettivo “Alpha Noir” punta, invece, sulla violenza. E’ dai tempi di “Wolfheart” che da parte di Ribeiro e compagni non ascoltiamo un simile concentrato di potenza e aggressività senza mezzi termini. Un vero e proprio pugno in faccia agli ascoltatori meno preparati.
L’uso massiccio delle chitarre e di alcuni riffoni di chiara matrice thrash, la voce quasi esclusivamente in scream, salvo qualche passaggio al limite del growl, anche il moderato uso delle tastiere e di qualche effetto elettronico, tutto contribuisce a definire questo disco come un assalto sonoro in piena regola. Al punto che, in realtà, era difficile aspettarsi un album simile da parte dei Moonspell e si rimane anche un po’ spiazzati da questa scelta. Invece di un disco che presentasse, come i precedenti, un giusto mix tra aggressività e melodia, la band porghese ha scelto di operare una suddivisione netta e radicale. Tutto da una parte e tutto dall’altra, con due cd del tutto complementari.
Una scelta, però, anche un po’ deleteria e controproducente perchè, come si diceva prima, lungo la scaletta di “Alpha Noir” si sente che manca qualcosa (così come manca più di qualcosa lungo quella di “Omega White”, a tratti un po’ troppo lento e ridondante, senza grinta né nerbo, incapace di sostenere compiutamente l’attenzione dell’ascoltatore). In fondo, credo, nessuno chiede ai Moonspell di “fare” i Marduk, anzi, gli si chiede di essere se stessi e di scrivere e suonare come sanno. Questo spacchettare il loro sound in due dischi differenti, in realtà, fa sì che entrambi risultino più o meno incompleti, per quanto “Alpha Noir” funzioni da solo molto meglio di quanto potrebbe fare “Omega White”.
Ascoltando e riascoltando sia l’uno che l’altro cd sembra apparire sempre più evidente, a ogni passaggio nel lettore, come questa uscita avrebbe potuto presentarsi come un perfetto esempio di un tutto ben superiore alla somma delle parti. Se l’edizione deluxe, contenente i due dischi, può aspettarsi un certo voto, un singolo album che avesse fuso queste due anime, così ispirate, avrebbe potuto meritare molto di più.

In definitiva “Alpha Noir” è un album che punta moltissimo sulla violenza, sull’aggressione sonora all’ascoltatore, tanto da riportare un po’ alla mente gli albori del gruppo, o altre band la cui attitudine non è mai stata quella di avere un orecchio particolare per la melodia. Nel caso in cui si mettesse le mani sull’edizione deluxe, però, si potrebbe ascoltare anche “Omega White”, il perfetto contraltare di “Alpha Noir”, che punta tutto solo su melodia e atmosfera. In realtà entrambi questi dischi, presi singolarmente, sembrano mancare di qualcosa. Se fossero stati fusi insieme, probabilmente, ora staremmo parlando di un capolavoro, così, invece, il voto in calce alla recensione è da ritenersi come dato al solo “Alpha Noir” (acquistabile anche da solo), a cui vanno aggiunti 5 punti per l’edizione deluxe contenente anche “Omega White”.

Tracklist:
01 Axis Mundi
02 Lickanthrope
03 Versus
04 Alpha Noir
05 Em Nome Do Medo
06 Opera Carne
07 Love is Blasphemy
08 Grandstand
09 Sine Missione

Alex “Engash-Krul” Calvi

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