Recensione: Am Rande Der Welt

Di Daniele D'Adamo - 28 Agosto 2010 - 0:00
Am Rande Der Welt
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Anno: 2009
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Secondo album in studio per i tedeschi Nachtgeschrei, “Am Rande Der Welt” (“At The Edge Of The World”) prova a rinverdire i fasti della più ortodossa tradizione popolare, inserita nel metal sì da dar luogo al «folk metal», appunto. Commistione riuscita, a volte vincente e ormai consolidata nel Mondo del luccicante metallo.

Al contrario di tante band che innestano la musica folclorista su ramificazioni cresciute attorno al power o al death, il combo di Frankfurt/Main preferisce utilizzare l’heavy metal. Entrando poi in particolare sui vari sotto-generi in cui si divide, a sua volta, il folk metal (ebbene sì, ma prendete tutto con le molle: se ne riporta parte dell’albero genealogico solo per dare un’idea sia della musica, sia dei testi), lo stile proposto dai teutonici si assesta su quello che viene denominato «medieval metal». Non a caso, infatti, sono utilizzati strumenti quali la gironda (hurdy-gurdy), la cornamusa (bagpipes), il flauto, la fisarmonica (accordion); tipici dei costumi popolari, anche, del lontano passato.

L’apertura dell’album spetta a “Fiur”, splendida canzone dall’incipit strumentale permeata di dolcezza e melodia sino al fondo dell’anima. Holger “Hotti” Franz, che come d’uopo canta lindo e pulito essendo ben lontane le esagerazioni del death, interpreta le linee vocali con un tono stentoreo che, magari, può alla lunga stancare. Oltre alla lingua tedesca, obiettivamente dal suono duro e spezzato, la sostanziale uniformità del timbro del vocalist – pur dotato di personalità – non aiuta ad approfondire il groove complessivo, allontanando un po’ il rumoroso calore tipico delle taverne mitteleuropee intrise di birra sino a scoppiare.
L’arricchimento delle partiture musicale mediante i vari strumenti non porta a un suono confuso o peggio caotico. Non è un caso, giacché alle spalle dei sette c’è la Massacre Records. Ogni nota è al suo posto senza la minima sbavatura, e forse anche questo fattore contribuisce ad alimentare la già menzionata sensazione di freddezza. Malgrado l’obiettiva preparazione dei musicisti e la professionalità della produzione, approfondendo l’esplorazione delle tracce del disco, questi non decolla. A parte l’opener, infatti, il resto delle canzoni si srotola lungo i tre quarti d’ora di durata senza particolari sussulti. Ci sono, sì, buoni episodi come ad esempio “Fernweh” e “Windfahrt” – che si lasciano ascoltare con piacere – però nel complesso il platter non regala brani che possano restare stampati nella memoria. Il songwriting, infatti, è banale e piatto. Ed è questo, alla fine, il difetto maggiore di “Am Rande Der Welt”. Un difetto non da poco, se ci si pensa, che evidenzia una volta di più come le qualità tecniche da sole non bastino a partorire un CD sopra le righe.

Che i Nachtgeschrei abbiano fatto con serietà e passione il proprio lavoro nessuno, credo, potrà metterlo in dubbio. Ciò salva la loro opera da una pesante insufficienza, anche se l’assenza di un particolare talento compositivo fa sì che il tutto si riveli, alla lunga, ridondante e noioso.
Per i fanatici del folk metal più edulcorato, e basta.     

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Fiur 3:29  
2. Muspilli 3:35  
3. Herz Aus Stein 4:10
4. Fernweh 4:37  
5. Niob 3:20  
6. Lauf! 4:22
7. Windfahrt 5:18  
8. Nur Ein Kleines Stück Vom Himmel 5:26
9. Wahrheit 3:41  
10. Der Totmacher 4:35
11. Glut In Euren Augen 4:06

Line-up:
Holger “Hotti” Franz – Vocals, Acoustic Guitar
Sanedin “Sane” Pepeljak – Electric & Acoustic Guitar
Tilman Scholz – Guitar
Oliver Klein – Bass
Stefan Kolb – Drums
Joachim “Joe” Penc – Keyboards, Accordion, Hurdy-Gurdy
Dominik “Nik” Stephan – Bagpipes, Flut

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