Recensione: Ambush

Di Stefano Ricetti - 24 Settembre 2012 - 0:00
Ambush
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Genere:
Anno: 2012
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78

Se all’interno dei fan del mondo metallico ce ne fosse qualcuno che non avesse ben chiaro quale fosse l’impianto base comprensivo delle varie sfaccettature del caso sul quale l’heavy metal nella sua accezione più classica poggiava nel formidabile periodo della NWOBHM basta che faccia propria l’ultima fatica discografica dei Tygers Of Pan Tang, gruppo appartenente alla Premier League della siderurgia di quegli anni, in Inghilterra.

Ambush, questo il titolo del lavoro, sancisce inoltre il ritorno alla collaborazione fra le Tigri britanniche e nientepopodimeno del guru Chris Tsangarides, proprio colui che produsse dischi epocali del calibro di Wildcat (1980) e Spellbound (1981). Evidentemente l’operazione di restyling operata con i recenti The Wildcat Session (2010) e The Spellbound Session (2011) nonché gli Osanna ricevuti da un mammasantissima dell’HM come Geoff Barton di Classic Rock nei riguardi del penultimo album di inediti Animal Instinct – uscito nel 2008 e nell’anno successivo in versione double – hanno dato ulteriore slancio alla band originaria di Whitley Bay, anche grazie ai servigi di un Signor cantante italianissimo che risponde al nome di Jacopo “Jack” Meille, uno che se la gioca con il gotha delle ugole tricolori e non solo.

In occasione dei lavori concernenti Ambush, evidentemente Robb Weir e soci hanno deciso di fare le cose perbene fino in fondo, curando tutti i particolari della release, coinvolgendo per l’occasione il grafico Rodney Matthews, proprio quello che disegnò la copertina più bella della storia dei Tygers Of Pan Tang, ossia Crazy Nights. Last but not least la presenza durante il mastering di Ian Cooper, anch’egli riesumato dal periodo aureo Wild Cat/Spellbound.

Tutti i tasselli a posto, quindi, da parte dei Nostri, per sfornare un album degno della discografia di livello degli inglesi. Tradizione tigrata al 100% in Keeping Me Alive: chitarrone dure, tempi medi, refrain ruffiano il giusto che entra in testa e non se ne esce più e il resto degli strumenti al servizio del cantante. Impossibile stare fermi durante le galoppate NWOBHM fornite da These Eyes, Rock & Roll Dream tiene fede al titolo, da manuale il lavoro chitarristico contenuto in She mentre Man on Fire ricorda al mondo che la new wave del metallo british è accaduta dopo certi Led Zeppelin

Per lo scriba Burning Desire è l’highlight del disco, il brano meno ‘Tygers del lotto e proprio per questo particolarmente intrigante, fra ritmiche dolci e ammiccamenti agli Eighties made in Germany, sponda Scorpions, senza dimenticare la lezione degli americani Dokken di Tooth and Nail. Da rivedere in toto Hey Suzie, parente povera della celeberrima Suzie Smile, brano così importante non solo per i ‘Pan Tang da ispirare addirittura il titolo di un libro di John Tucker  

A ricordare il mondo che la NWOBHM un orecchio, e ben teso l’aveva anche nella terra dei canguri, ecco servita su di un piatto d’acciaio la Ac/Dc oriented Mr. Indispensable. Il resto dei brani si pone nella media.

Ambush rappresenta una conferma del nuovo corso intrapreso dai Tygers Of Pan Tang, gruppo che rimane fedele a se stesso e ai propri fan, senza cercare chissà quale evoluzione o, peggio ancora sarebbe, scimmiottando qualcun altro sotto i riflettori in questo periodo in modo palese. Robb Weir&Co. hanno scritto pagine imprescindibili della musica dura e continuano per la Loro strada, questo nuovo lavoro costituisce un ulteriore prezioso tassello di una storia che pare non aver per nulla voglia di terminare nel breve periodo.        
 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Line-up:
Robb Weir – Guitars
Jacopo Meille – Vocals
Dean Robertson – Guitars
Gavin Gray – Bass
Craig Ellis – Drums/Percussion

Tracklist:
1. Keeping Me Alive
2. These Eyes
3. One Of A Kind
4. Rock & Roll Dream
5. She
6. Man On Fire
7. Play To Win
8. Burning Desire
9. Hey Suzie
10. Mr. Indispensable
11. Speed

 

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