Recensione: America

Di Lorenzo Bacega - 13 Giugno 2010 - 0:00
America
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
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80

I Sons of Madness si formano nel 2003 nei dintorni di Sassari, in seguito all’incontro tra il chitarrista Mario Mattei e il batterista Alessio Mura, due giovani appassionati di heavy metal intenzionati a ripercorrere le orme dei loro idoli Iron Maiden. La line-up del gruppo rimane soggetta a cambiamenti fino al 2006, quando a entrare nella band tocca al chitarrista ritmico Andrea Piras, al bassista Roberto Lorenzoni e al cantante Massimo Carta, e solamente un anno più tardi i cinque riescono a dare alla luce il primo lavoro completamente autoprodotto, intitolato The Army of Darkness (risalente al 2007). A distanza di tre anni da questo primo lavoro, vede ora la luce il secondo disco (sempre autoprodotto) del combo sardo, intitolato America, dato alle stampe all’inizio di questo 2010.

Le coordinate stilistiche alle quali rimane legato questo America rimangono a cavallo tra un epic metal di stampo prettamente ottantiano e l’heavy metal più classico, a metà tra Manilla Road, Omen, Vicious Rumors, Iron Maiden e Judas Priest. Un lavoro che non punta certo sull’originalità a tutti i costi quindi, ma in ogni modo ben suonato, e interpretato con grande personalità dal quintetto sardo. In grande evidenza troviamo soprattutto Massimo Carta, cantante dotato di una voce particolarmente graffiante e aggressiva, ottimo soprattutto quando le composizioni richiedono delle tonalità più profonde, espressive e maggiormente votate all’interpretazione. Al suo fianco troviamo la coppia di chitarristi Andrea Piras e Mario Mattei, entrambi molto validi sia in fase di riffing che negli assoli, mentre a chiudere la line-up troviamo una sezione ritmica estremamente valida, formata da Alessio Mura alla batteria e Roberto Lorenzoni al basso. Cinque sono le tracce che compongono questo America, per un minutaggio complessivo di poco inferiore alla mezz’ora di durata. Sono pezzi tutto sommato compatti e abbastanza tirati quelli proposti all’interno di questo lavoro, incisivi al punto giusto e capaci di mettere in bella mostra le grandi capacità (sia sotto il profilo esecutivo, che compositivo) di questi Sons of Madness. Ad aprire le danze tocca alla complessa ed evocativa Golden Age, un brano che parte con un riffing piuttosto serrato e coinvolgente, salvo poi snodarsi in ritmiche più lente e cadenzate, sorrette da una magistrale interpretazione ad opera del frontman Massimo Carta. La seguente America è invece un pezzo decisamente più graffiante e di impatto, leggermente più lineare a livello di strutture rispetto al precedente, ma ugualmente riuscito, mentre con la rocciosa A New Destiny ci si avvicina maggiormente a sonorità legate all’heavy metal classico, a metà tra Iron Maiden e Judas Priest. Di altissimo livello è anche l’accoppiata finale, composta nell’ordine da Zericum e I Want Revenge (brano del quale è stato girato anche un video promozionale): il primo è un mid-tempo piuttosto riuscito, che si fa apprezzare soprattutto per via di un ottimo lavoro svolto dai due chitarristi Mario Mattei e Andrea Piras, mentre la seconda è una canzone lenta e tutto sommato intrigante, impreziosita ancora una volta da una prestazione vocale assolutamente sopra le righe.

In definitiva, questo America si rivela essere un lavoro estremamente riuscito, davvero ben suonato e molto piacevole da ascoltare. Un disco sicuramente ben confezionato e decisamente notevole a livello di songwriting, interpretato da una band, questi Sons of Madness, che dimostra ancora una volta di avere tutte le carte in regola per poter sfondare. E chissà se con il primo full length ufficiale le cose, in questo senso, non possano già cambiare… Avanti così!

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:
01. Golden Age
02. America
03. A New Destiny
04. Zericum
05. I Want Revenge

Line Up:
Massimo Carta – Vocals
Mario Mattei – Guitars
Andrea Piras – Guitars
Roberto Lorenzoni – Bass
Alessio Mura – Drums
 

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Genere:
Anno: 2010
80