Recensione: Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka

Di Stefano Risso - 20 Aprile 2006 - 0:00
Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka
Band: Nile
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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85

Così come il Faraone Nero Nephren-Ka sconvolse con il suo nefasto potere
l’antico Egitto, così i Nile nel 1998 scossero con il primo disco la scena
death metal mondiale. La prima pietra di una carriera impeccabile, Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka è un disco che trasuda epiche atmosfere lovecratiane, furia incontrollata e viscerale,
e monumentali evocazioni a divinità dimenticate.
Un salto di qualche migliaio di anni nella storia e nel mito narrati con i
soliti mezzi tanto cari ai nostri.

Il trio capitanato da Karl Sanders, a cui si aggiunse successivamente
alla stesura del disco Dallas Toler Wade, pone qui le basi per tutta
l’evoluzione che accompagnerà i Nile sino ai giorni nostri, migliorando
non poco le primissime uscite, Festivals Of Atonement e Ramses Bringer
Of War
(entrambe riunite nel postumo In The Beginning, del 1999). La
cura nei minimi particolari, che ha contraddistinto i lavori successivi,
lasciano spazio in questo album a un approccio più diretto, meno ragionato,
maggiormente votato all’istinto. La carta vincente di Amongst The
Catacombs Of Nephren-Ka
sta appunto nell’immediatezza con cui i nostri
ci scaraventano addosso la solita devastante maestria, una sorta di urlo
barbarico che per troppo tempo è rimasto insabbiato nelle pieghe della storia e
a cui i Nile hanno solo dato forma e modo di poter librarsi in tutta la
loro potenza. Diretto ma non per questo meno interessante e variegato, questo
full-length racchiude tutte le caratteristiche che verranno sviluppate in
seguito, come la catacombale oppressione di
Black Seeds
Of Vengeance
, la maestosità di
In Their
Darkened Shrines
, e la carica di

Annihilation Of The Wicked
. Brani veloci, concisi, che riescono nella
loro brevità a racchiudere un numero impressionate di soluzioni eseguite al
fulmicotone, stacchi epici, sinistre melodie, orchestrazioni, cori e passaggi
tribali il tutto con una fluidità e una padronanza compositiva ben oltre la
media.

Ma tutte le parole del mondo non basterebbero ad esprimere ciò che
Smashing The Antiu
scatena in poco più di due minuti. Una delle migliori
canzoni mai proposte dai nostri, semplicemente devastante nella cavalcata
impazzita delle due chitarre, un continuo rincorrersi fra assoli fulminanti e
riff dalla maestosità difficilmente riscontrabile altrove. Senza neanche poter
rifiatare tocca a Barra Edinazzu, ugualmente diretta e micidiale,
continuare il discorso interrotto con l’opener, per poi giungere dopo una breve
pausa di riflessione (la strumentale Kudurru Maglu) a Serpent Headed
Mask
, dove troviamo i primi claustrofobici rallentamenti. Toni trionfali
aprono poi Ramses Bringer Of War, probabilmente la più elaborata e
completa traccia presente in scaletta, a cui segue la pesantissima Stones Of
Sorrow
, prova tecnica dei recenti capolavori di magniloquenza che rispondono
al nome di User-Maat-Re e Von Unaussprechlichen Kulten. Per non
parlare poi di Die Rache Krieg Lied Der Assyriche, semplicemente da
brividi; una traccia sorretta da un coro che dire maestoso è dire poco,
arricchita da percussioni, rintocchi di campana, e componenti tribali, che
sembra portarci proprio nel bel mezzo di un rito religioso antichissimo. Con
The Howling Of The Jinn
i nostri tornano ad imbracciare gli strumenti per
ricordarci che siamo di fronte ad un disco brutal death, riuscendo pienamente a
riportarci ai giorni nostri con un’altra terrificante mazzata. Nessun calo di
tono, nessuna forzatura, il disco avanza inesorabile con Pestilence And
Iniquity
, sempre su ritmi sostenutissimi, fino alla coppia finale Opening
Of The Mouth
e Beneath Eternal Oceans Of Sand, una più bella ed
evocativa dell’altra.

Quando si parla dei Nile è impossibile non citare poi i testi
particolarissimi, che in questo caso non hanno nessuna spiegazione o nota a
margine (verranno inserite solo con il disco successivo), risultando quasi
incomprensibili, ma che riportano un campionario di nomi e formule alquanto
bizzarre, come il testo di Barra Edinazzu ad esempio (provate a leggerlo
e a farvi due risate eheh…).

Amongst The Catacombs Of Nephren-Ka è la prima dimostrazione di
superiorità di una band che ha segnato e continua a segnare profondamente il
metal estremo degli ultimi dieci anni, forti di una discografia perfetta, e di
una padronanza della materia superiore. Ovviamente un disco irrinunciabile, come
tutti gli altri della band del resto. A tal proposito sembrano suonare come una
profezia le ultime parole del booklet: “This is just the beginning!”. Mai
parole più veritiere.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. Smashing The Antiu
  2. Barra Edinazzu
  3. Kudurru Maqlu
  4. Serpent Headed Mask
  5. Ramses Bringer Of War
  6. Stones Of Sorrow
  7. Die Rache Krieg Lied Der Assyriche
  8. The Howling Of The Jinn
  9. Pestilence And Iniquity
  10. Opening Of The Mouth
  11. Beneath Eternal Oceans Of Sand

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