Recensione: Ancient Spirit Rising

Di Gaetano Loffredo - 13 Febbraio 2007 - 0:00
Ancient Spirit Rising
Band: Domine
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

Domine. I cinque baldi scudieri, capitanati dal prode Enrico Paoli, tornano a raccontare gesta e  virtù di eroi dell’immaginario collettivo introducendo un disco dal sapore romantico-letterario che già dal suo inconfondibile titolo, Ancient Spirit Rising, mostra l’anima di un guerriero mai domo, alla ricerca, appunto, dell’antico splendore.

La quinta novella è un gioco arabescato, insaporito da una primitiva saggezza, un puzzle variegato nel quale gli incastri sono semplici da individuare ma non per questo banali o sottointesi. I Domine sostengono a gran voce la loro autenticità e lo fanno raccogliendo le idee per poi traslitterarle nelle nove sensazioni che caratterizzano il gran bel disco pubblicato. Sì, perché tutto si può dire di Ancient Spirit Rising, ma è bene evidenziare che ci si sta riferendo ad un carillon contenente dell’ottima musica.

L’abbandono quasi assoluto di uno dei punti di riferimento di Enrico (intervista), Michael Moorcock, è un passo fondamentale nella vita artistica del chitarrista, il distacco è totale se non fosse per l’unica citazione dell’ormai mitico Elric di Melniboné che imperversa nei versetti di Stand Alone. E prima o poi doveva accadere, non trovate?
Piccola fase di mutamento anche per la musica, non solo per i testi. Laddove il power metal martellava a ritmi incessanti ora sorge un impianto che sconfina nel rock adulto, nell’hard rock, nel progressive più melodico, senza tradire minimamente il “credo musicale” che li ha sin qui condotti.

Passiamo al disco.
Le caratteristiche base non sono cambiate di molto; il power metal tritatutto fatto di doppia cassa e di ritmi sostenuti è spesso e volentieri al centro dell’attenzione. Chi ha tessuto le lodi dei suoi predecessori, si esalterà sulle note incalzanti dell’opener The Messenger e canterà inebriato il ritornello della splendida Tempest Calling, dominata (è proprio il caso di dirlo) da un Morby in grandissimo spolvero.
L’interesse è reso vivo e stimolato dalla successiva Lady of Shalott, brano che, ricollegandosi alle vicende mistiche di Camelot, racconta di una fanciulla costretta all’esilio sulle rive del fiume Scalotta, donna che si innamora perdutamente di Sir. Lancillotto e che, a causa di una maledizione, non potrà mai essere corrisposta. Sulla falsariga del racconto trecentesco di Alfred Tennyson, i Domine riprendono un tema dal retrogusto celtico spaziando tra melodie celestiali ed heavy metal ragionato.
La produzione mette in mostra la pulizia tecnica e i suoni della Fender Stratocaster di Enrico ma anche una batteria a tratti “plastificata” che non mi consente di godere appieno di un impeccabile lavoro in studio.

Irrinunciabile anche l’apporto di Riccardo Iacono alle tastiere che interviene in numerose occasioni senza mai eccedere, nella già menzionata Stand Alone per esempio, arricchendo l’atmosfera, ora tenue ora lieve, ora carica ora ardente.
Il primo anthem ufficiale porta il titolo del disco, Ancient Spirit Rising, classico cadenzato del Domine-style, seguita a ruota da un pezzo tributo al grande compositore neoclassico russo Igor Stravinsky, On the Wings of the Firebird, a sua volta ispirato dai sempreverdi J.S. Bach e Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Metallo di classe.

La tavolozza di colori è arricchita dagli ultimi tre pezzi. Si parte con un semi-lento progressivo, Another Time, Another Place, Another Space, dolce e sentimentale; si superano i limiti di velocità consentiti con la bordata Sky Rider e si termina con la flemmatica How The Mighty Have Fallen, suite edulcorata e particolarmente armoniosa.

La forza effettiva di Ancient Spirit Rising è l’ordinata miscela di non poche influenze unita ad un successivo livello di maturità conseguito dai nostri. Una prova di classe che nasconde ulteriori margini di miglioramento, confezionata e cesellata per i nostalgici che seguono la band dal lontano esordio e adatta alle nuove leve che hanno ancora tanto da imparare. Acquisto consigliato senza remora alcuna.

Gaetano Loffredo

Tracklist:
1.The Messenger
2.Tempest Calling
3.The Lady Of Shalott
4.Stand Alone (After The Fall)
5.Ancient Spirit Rising
6.On The Wings Of The Firebird
7.Another Time, Another Place, Another Space
8.Sky Rider
9.How The Mighty Have Fallen

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