Recensione: And Now Back To The Metal
I Corey propongono una miscela di grind e crusting harcore, suonato in maniera molto primitiva e furiosa. Un approccio che presenta i suoi pro e contro, ma che ci restituisce un lavoro nel complesso ben riuscito. 11 brani per un totale di poco più di dodici minuti: quindi, come la tradizione vuole, pezzi brevi e il più possibile diretti. Qui insorge il primo problema: è piuttosto difficile ritrovare in una canzone piuttosto che in un’altra degli elementi palesi di distinzione, e presto o tardi tutto si perde nel già affollatissimo calderone di gruppi grind.
A tenere a galla i Corey è ricuramente il loro essere più che mai attaccati all’Old School HC, e chi conosce bene questa scena sa cosa voglio dire: in quanto a violenza sonora non ci sono veramente appunti da fare. Ritmiche serrate che vengono sapientemente accompagnate da un riffing spietato, voce incazzata e così via… Non manca nemmeno il classico brano da 6 secondi, dal titolo “Girl Faded Away”.
And Now Back To The Metal dimostra abbondantemente che questo gruppo conosce bene l’ambiente e sa come muoversi: da qui viene la mia sincera speranza di risentirli con qualcosa di nuovo in futuro. Puntare sull’incazzatura di brani come “Wait” sarebbe secondo me una mossa azzeccatissima; un po’ penalizzante è invece il ricorrere continuamente alla formula dei “4 riff e via…” oggi troppo abusata in campo HC. O meglio: una formula che diventa penalizzante nel momento in cui il riffing si rivela scarno e troppo “arioso” (ho in mente “Learn The Lesson”).
Se amate il grindcore aggiungete qualcosina in più al voto… Voglio in chiusura comunque rendere giustizia a questo gruppo in quanto, al di là di tutto, è palese la buona volontà e lo spirito genuinamente underground che anima questo demo. Vi invito dunque a farci un pensierino nel caso aveste qualche soldo da parte.
Matteo Bovio
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