Recensione: …And The Dead Shall Rise (ristampa)

Di Enzo - 27 Giugno 2004 - 0:00
…And The Dead Shall Rise (ristampa)
Band: Ripper
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Genere:
Anno: 1986
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60

I Ripper sono una band texana di assoluto culto nata negli anni 80 e che pubblicarono questo loro full lenght nel 1986. Il disco in questione è stato sempre molto ambito sul mercato dei collezionisti ed ora è disponibile per tutti in formato cd grazie all’opera di ristampa dell’italianissima e coraggiosa Black Widow.
Questo disco deve essere stato, al tempo, sicuramente finanziato dalla nota casa produttrice di aspirine tedesca, la Bayer, capirete poi perchè.
Diciamoci la verità, se Robert Graven, quando i suoi Ripper forgiavano metallo pesante, si fosse preoccupato di trovare un heavy metal singer di ruolo, forse la band statunitense avrebbe avuto successi diversi. I Ripper avevano la caratteristica di veder alternarsi al ruolo di singer i vari membri del gruppo. Il problema è che, se si escludeva l’ottimo Graven (e per certi versi Crystal), gli altri elementi del combo non sapevano minimamente cosa volesse dire prendere un microfono e cimentarsi in decenti prestazioni vocali.

Ma torniamo all’analisi del lavoro. Il platter inizia la sua cupa marcia metallica con l’asfissiante Death Awaits You, intonata da Crystal, brano di assoluto culto dove tra riff glaciali ed atmosfere funebri i Ripper si fanno portatori e primi movers di queste atmosfere orrorifiche e catacombali. E’ sicuramente un’indiscussa hit dell’album la successiva Sinister Minister dettata da riff granitici ed oscuri (che sembrano quasi provenire da un cupo abisso di matrice NWOBHM) che si alternano all’eroica prestazione vocale di Rob Graves. In The Executioner si cimenta dietro il ruolo di singer il batterista Shadowz. Non so con che criterio Graves gli permise di cantare su questo valido brano, l’unica cosa certa è che quello strampalato criterio ha rovinato impietosamente la canzone. Night Cruizer è in linea con le asfissianti atmosfere del disco, è una buona fast song che tuttavia si caratterizza anche per la scempia prestazione vocale della bassista Paine, che, più che cantare, sembra aver ingerito qualcosa di assolutamente poco salutare per il suo stomaco, e, purtroppo, ciò si rivela essere qualcosa di assolutamente poco salutare anche per la nostra testa. La voce di Paine caratterizzerà anche il brano seguente, ovvero Dont Tie Me Down, che è ancora una volta oltraggiosamente rovinato dalla sua fastidiosissima voce.
Fortunatamente le ultime tre tracce sono caratterizzate da un ritorno di Graven al microfono, che, dei quattro, è sicuramente il più adatto nelle vesti di singer. Il risultato è subito di tutt’altro livello, e così Helloween, la sesta traccia del lavoro, assume presto un valore più consono alla normalità “musicale”. Sicuramente altro pezzo forte di questo platter è la seguente ed ultrarocciosa Wake The Dead, (dal cadenzato incedere) mentre a chiudere il platter ci pensa la discreta Wake The Dead dagli interessanti refrain.

Ho letto in giro tantissimi commenti entusiastici su questo lavoro, in verità, come al solito, molte persone si lasciano trasportare da tutto ciò che è di culto trascurando poi fattori importantissimi, come la bontà di un prodotto. La grande pecca di questo full lenght è che purtroppo 3 brani sono stati assolutamente devastati dalle prestazioni vocali obrobriose dei vari Paine e Shadowz. Consigliato a tutti gli accaniti seguaci del più oscuro cult Heavy Metal, sempre che abbiate a portata di mano un’aspirina effervescente!
Vincenzo Ferrara

Per ulteriori informazioni:
Intervista a Rob Graves (a cura di Leatherknight).

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