Recensione: Anshur-Za

Di Daniele D'Adamo - 2 Aprile 2010 - 0:00
Anshur-Za
Band: Thy Disease
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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76

Di nuovo sugli altari la Polonia, terra promessa per le frange più oltranziste del popolo metal; fucina di band assurte, con il duro lavoro, ai massimi sistemi globali del black/death/thrash.

Girovagando qua e là nelle fredde lande della nazione polacca, ben difficilmente si può incocciare in un progetto di scadente qualità: Behemoth, Vader, Anal Stench, Massemord, Virgin Snatch, Hell-Born sono solo l’inizio di un lungo elenco che sembra non aver mai fine. Fra queste band i Crionics sono, forse, quelli che sono riusciti a erigere – su una base inizialmente black – una forma di death maggiormente proiettata nel futuro.

Ma perché si menziona proprio il quintetto di Cracovia? Perché i Thy Disease, provenienti dalla medesima città, ne sono i parenti più prossimi. Non solo per il fatto che condividono le grazie di Darius “Yanuary” Styczeñ e di Michał “War-A.N.” Skotniczny, ma anche e soprattutto perché la proposta musicale dei due act cugini è assestata sulle stesse coordinate stilistiche. Con ciò non si vuol dire che i Thy Disease siano una band-clone dei Crionics, anzi. Michał “Psycho” Senajko e compagni possiedono una ben precisa identità, una personalità che li rende singolari nello sterminato Universo del metal estremo. Certamente in Ansur-Za (quinto full-length del curriculum vitæ) rimbalzano più volte gli echi di lontane sonorità riconducibili – anche – agli Anal Stench (Senajko, Styczeñ e Jakub “Cloud” Chmura ne fanno tuttora parte), ma si tratta di un immutabile fatto congenito.

I Nostri riescono a generare con rara abilità, infatti, un’atmosfera artica, desolante: già con l’opener “Blame” ci si trova catapultati nelle nevi eterne del più gelido deserto alieno, in un indefinito futuro. La canzone stessa mostra inoltre la professionalità della produzione del platter, la preparazione tecnica e il talento compositivo dei musicisti. La sezione ritmica mai doma, il caleidoscopico tappeto tessuto dalle tastiere, il guitarwork ricco di accordi non convenzionali (l’old school è un lontanissimo ricordo, magari risalente al 1999, quando la band ha preso vita) e la ben bilanciata alternanza fra growl e clean producono un groove dall’umore costante e profondo. Un mood specificamente figlio dei cupi e ghiacciati climi più sopra descritti.   
A un così ricco antipasto segue un’opulenta prima portata: Fog Of War, dal riff principale thrash, propone una melodia dissonante che rimanda a certe arie synthpop tipiche degli anni ’80. Ancora melodie disarmoniche ma soprattutto arcane in “Rotten Structure”, dove diventa prepotente la forza visionaria dei polacchi, assieme al contrasto fra il lento riffing di Styczeñ e l’esacerbato blast beats di Chmura. Gran lavoro di Jakub “Cube” Kubica nell’imbastire con le sue tastiere l’ossatura della poderosa “Collateral Damage”. A parte alcune impennate, il ritmo generale si siede su livelli medi, come in Nightmare Scenario”, altra song dal refrain orecchiabile. Le asettiche “Moral Supremacy” e “Freedom For Anshur-Za” mostrano una derivazione più diretta dal sound dei Crionics, anche se presentano un impatto complessivamente meno violento. In “Code Red” Senajko avvalora la sensazione, emersa più volte, d’essere un cantante ben intonato quando affronta i tratti in clean. L’andamento meccanico di “Generals’ Speech” porta Anshur-Za nei territori del cyber death. Un atto dovuto, direi, data la natura dell’opera. Con “Salah-Dhin” la bravura nel materializzare immagini con le note tocca l’acme: da ascoltare a occhi chiusi per assaporarne ogni variegata sfumatura. Chiudono due riuscite cover che rispecchiano i raffinati gusti musicali del gruppo: “Sinner In Me” dei Depeche Mode e “Forzen” di Madonna.

Peccato che i Thy Disease abbiano quel cordone ombelicale che scambia nutrimento con le altre creature della medesima madre, impedendo loro di crescere come unità a sé stante: Anshur-Za, come valore relativo, è buono. Come valore assoluto, discreto. A voi l’ingrato compito di pesare per bene la media.

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Track-list:
1. Blame 4:17
2. Fog Of War 2:59
3. Rotten Structure 2:57
4. Collateral Damage 4:14
5. Nightmare Scenario 3:26
6. Moral Supremacy 3:16
7. Freedom For Anshur-Za 4:04
8. Code Red 2:55
9. Generals’ Speech 4:33
10. Salah-Dhin 4:23
11. Sinner In Me (Depeche Mode cover) 3:52
12. Frozen (Madonna cover) 4:34

Line-up:
Michał “Psycho” Senajko – Vocals
Dariusz “Yanuary” Styczeñ – Guitar & Bass (studio)
Jakub “Cube” Kubica – Keyboards
Jakub “Cloud” Chmura – Drums
Michał “War-A.N.” Skotniczny – Bass (live)

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