Recensione: Apparatus

Di Gianluca Fontanesi - 2 Marzo 2018 - 0:01
Apparatus
Band: The Sleeper
Etichetta:
Genere: Djent 
Anno: 2018
Nazione:
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65

Nuovo ep per i tedeschi The Sleeper che, dopo quattro lunghi anni dal debutto, Aurora, si ripresentano al pubblico e ai fan con un Apparatus che di certo non mancherà di accontentare tutti gli amanti di queste sonorità e non. I nostri suonano quello che possiamo definire come djent fortemente ibridato con progressive metal e post metal, qui scremato dalle parecchie influenze metalcore del primo full lenght. Sembra un po’ complicato da descrivere a parole, ma all’ascolto il concetto è molto più definito, lineare e concettualmente concreto. Come riferimento possiamo comunque dare Tesseract, Textures, The Contortionist e via dicendo. I venticinque minuti scarsi a nostra disposizione sono abbastanza per farci capire che i The Sleeper sono ottimi strumentisti ed esecutori e i brani risultano piuttosto curati oltre che ben prodotti. La sezione ritmica è ovviamente sbilenca e ricca di poliritmie come il genere insegna ed è tutto ben amalgamato e percepibile; le otto corde spingono ma non troppo e i numerosi effetti usati offrono le giuste atmosfere nei momenti più ariosi e sognanti. Come sempre, in dischi e proposte di questo tipo, l’ago della bilancia è il cantante: siete convinti che il genere vada cantato al 100% con harsh vocals? Passate oltre. Siete aperti a svariate contaminazioni e gradite le clean vocals con un po’ di zucchero e miele? Questo è pane per i vostri denti. La prestazione del buon Steven in ogni modo è ottima e sempre funzionale alla riuscita del brano; non risulta mai fuori posto e non tenta mai di andare oltre le sue possibilità, si muove in maniera piuttosto naturale tra i vari registri ed è un buon valore aggiunto all’interno della band. L’ep è piacevole e difficilmente stanca, complice anche l’esigua durata, ma dopo quattro anni di silenzio si sarebbe sicuramente potuto fare di più che cinque brani e un piccolo strumentale (Engineer)! Le potenzialità in ogni modo ci sono e sono ben espresse; l’unica cosa sui cui bisognerà lavorare in futuro è la personalità, che in questa branca nata e saturata in un lampo è merce rarissima. Il compito è arduo ma siamo certi che i The Sleeper, da ottimi arrangiatori quali sono, hanno tutte le carte in regola per arrivare a questo obiettivo. Speriamo di risentirli presto con un full lenght, per adesso promossi!

 

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