Recensione: Architect Of Fear

Di Daniele D'Adamo - 24 Settembre 2007 - 0:00
Architect Of Fear
Band: Raven
Etichetta:
Genere:
Anno: 1991
Nazione:
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78

I Raven, storico trio inglese, sono uno dei pochi act nati in piena N.W.O.B.H.M. (New Wawe Of British Heavy Metal) che siano sopravvissuti al giorno d’oggi, seppure con una carriera che ebbe il massimo fulgore negli anni ’80, durante i quali produssero alcuni album di buon spessore artistico, con ottima risposta in termini di vendite e di seguito ai concerti. La loro prima uscita ufficiale, che si perde nella notte dei tempi, è l’ormai leggendario 7” Single Don’t Need Your Money/Wiped Out (Neat, 1980), inciso nella formazione originale composta da John Gallagher (vocals/bass), Mark Gallagher (guitars) e Rob “Wacko” Hunter (drums), cui seguì il loro primo album Rock Until you Drop (Neat, 1981), che diede origine al loro caratteristico stile, da essi stessi definito “Athletic Rock”, inteso come miscela fra energia e iperattivo stile Metal. Dopo una manciata di lavori targati Eighties, nel 1991 viene dato alle stampe Architect Of Fear (SPV), prodotto dal gruppo stesso, che presenta Joe Hasselvander dietro alle pelli invece del dimissionario, nel 1988, Rob “Wacko” Hunter.

L’album inizia con un intro oscuro, tenebroso, cupo (Architect Of Fear Intro), che introduce subito la prima canzone del platter: Architect Of Fear. La canzone, immediatamente, comprende elementi di durezza del suono che allontanano il groove da quello classico della N.W.O.B.H.M.: il suono di chitarra è molto compresso, i riff della stessa sono pieni, potenti, e si avvicinano moltissimo alle partiture classiche del Thrash, la batteria è veloce e spesso viene usata la doppia cassa in sovrapposizione ad un rullante secco, energico, “pestato” senza alcun riguardo da Joe Hasselvander. Si sentono appena, soprattutto nelle parti cantate durante le strofe, echi di quell’“Athetlic Rock” carta di identità del gruppo, come descritto sopra. Con la seconda canzone, Disciple, si ritrova – inaspettatamente, per come è “partito” il disco – un brano costruito sulla base di elementi tipici dell’Heavy Metal classico. L’introduzione della canzone, il successivo riff, l’assolo di chitarra, lo svolgimento del brano stesso – pur mantenendo gli elementi di modernità sopra menzionati (ad esempio nel chorus) – delineano un tono che rimanda alla struttura musicale, intesa come costruzione del pezzo, caratteristica della N.W.O.B.H.M.

Ecco allora che appare subito evidente la caratteristica peculiare del platter. In sostanza, questo lo si può suddividere in due parti: una, del tutto moderna come concezione del songwriting, rimanda ad un Metal potente, veloce, oscuro, di matrice marcatamente Thrash (es.: Architect Of Fear); l’altra, pur non presentando disomogeneità nel tono dell’album, mantiene inalterate le caratteristiche primigenie di un songwriting peculiare della N.W.O.B.H.M. e, a sprazzi, dell’ “Athletic Rock” (es.: Disciple).
Ovviamente, la differenza non è netta, precisa ma, come appare logico e naturale, sfumata. Ci sono pezzi che rientrano nella prima parte sopra descritta, pezzi che rientrano nella seconda, e pezzi che presentano, contemporaneamente, le caratteristiche descritte.
Una di queste canzoni è, ad esempio, Got The Devil, la terza dell’album, ove, partendo un’introduzione, strofa, pre-chorus e refrain classicamente Heavy Metal, si arriva ad un break centrale di genesi marcatamente Metal/Thrash. Con Part Of The Machine, ci si dimentica la Storia, ed il gruppo si getta in un calderone rovente e bollente di Metal durissimo, riottoso, cattivo, amelodico, dalle tetre atmosfere cyber-tech.

Under The Skin, dall’intro melodico, è un altro pezzo che non concede nulla  a ripensamenti e nostalgie: la strofa è rapida, pesante, il chorus secco e minimale, l’assolo di chitarra lacerante e convulso, la parte ritmica martellante ed incessante. Con White Hot Anger, che inizia con un intro oscuro e tenebroso, si ritorna in parte all’”Athletic Rock” del gruppo, seppur indurito dal groove generale dell’album. Molto dinamica e movimentata la ritmica, melodico e di facile memorizzazione il refrain, originale – per il gruppo – il break centrale, di ispirazione vagamente epica. Can’t Run And Hide, e si prosegue, stavolta, sull’onda dell’”Athletic Rock”, con un bel ritornello consuetamente Heavy Metal. Con Blind Leading The Blind, riappaiono i toni oscuri di un Metal marcatamente cattivo, poderoso, cadenzato, amelodico. Ottimo l’assolo di chitarra di Mark Gallagher ed il cantato aggressivo del fratello John.

Con la nona canzone dell’album, Rentless, ci si dimentica tutto il resto, e ci si butta (letteralmente) in un feroce Speed Metal, potentissimo, violento e massiccio, lacerato da continui inserti di lead guitar. Just Let Me Go (Into The Night) è un mid-tempo granitico, intervallato da momenti di calma ove viene lasciato spazio alle strofe cantate da John Gallagher. Nonostante il piglio feroce, la canzone presenta in questo caso molti richiami (refrain, riff e soli di chitarra) al Metal classico. Metal classico che si ritrova nel penultimo brano del lavoro, Heart Attack, molto veloce e assolutamente lineare nella costruzione musicale. Sold Me Down The River, infine, chiude il disco in maniera ancora più canonica, con una composizione formalmente ineccepibile di Heavy Metal.

A parere personalissimo dello scrivente, l’album rappresenta il culmine della carriera dei Raven, in virtù della varietà dei pezzi dell’album stesso, che accomunano elementi di diversa estrazione: N.W.O.B.H.M., “Athletic Rock”, Metal ed anche accenni di Speed e Thrash; il tutto omogeneizzato dallo stile del gruppo, che comunque si riconosce sempre e comunque in ogni passaggio del disco. Il punto debole del lavoro, coincide con il punto debole del gruppo: la mancanza, a monte, di un songwriting di classe, tale da non consentire al gruppo di scrivere “canzoni memorabili”, e di non passare, quindi, la linea di demarcazione fra quelle che sono “ottime band” e quelle che sono “band storiche”.

Daniele D’Adamo

 

Tracklist:
0 – Architect Of Fear Intro
1 – Architect Of Fear
2 – Disciple
3 – Got The Devil
4 – Part Of The Machine
5 – Under The Skin
6 – White Hot Anger
7 – Can’t Run And Hide
8 – Blind Leading The Blind
9 – Relentless
10 – Just Let Me Go (Into The Night)
11 – Heart Attack
12 – Sold Me Down The River

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