Recensione: Armageddon’s Evolution

Di Daniele D'Adamo - 7 Settembre 2007 - 0:00
Armageddon’s Evolution
Band: Crionics
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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80

Da qualche anno a questa parte, sembra che il Black Metal, nella sua accezione più ortodossa, si sia spostato dalle gelide lande del Nord Europa verso l’Est europeo, ove sono nate decine e decine di bands dedite a proposte musicali che, abitualmente, nascevano geograficamente invece più a Nord.
E’ il caso dei Crionics, gruppo formatasi nel 1997 a Krakow, in Polonia per mano di War-A.N – vocals & guitars, Yanuary – guitars, Marcotic – bass, e Carol – drums. Durante la sua storia, la band ha subito numerosi cambi di line-up sino ad arrivare, per la stesura di Armageddon’s Evolution, alla seguente formazione: War-A.N. – vocals & guitars, Vac-V – synthesizers, Darkside – drums, Markus – bass, peraltro sostituito durante le sessioni di registrazione.

La versione recensita di Armageddon’s Evolution è quella di base, essendo state aggiunte bonus tracks nelle versioni polacche (Depth. 666, Total Blasphemy) e mondiali (Dept. 666, The Los And Curse Of Reverence (Emperor’s cover). L’album è stilisticamente improntato su un ferocissimo Black Metal di matrice totalmente sinfonica, dove potenza, velocità e melodia generano sinergicamente una musica dallo stampo oscuro, tetro, maligno.
Si parte subito al massimo delle possibilità velocistiche con il blast-beats di Darkside in Arrival of Non-parallel Aeons, dai forti contenuti tastieristici che, nei momenti ove cala il ritmo, evocano nell’ascoltatore visioni apocalittiche ed infernali. Il growling è molto aggressivo, le chitarre potenti e dai riffs stoppati di origine Thrash, la parte ritmica impegnata a creare un rombo continuo, su cui, tuttavia, gli altri strumenti e la voce mantengono intatte la propria personalità (la produzione del platter è degli stessi Crionics). Nemmeno il tempo di respirare e si riparte con il pezzo che forse caratterizza meglio l’album: Final Inversion.
L’inizio della canzone è relativamente veloce, ma subito si innalzano le tonalità e la velocità stessa, generando un dinamismo non comune, in questo genere musicale dove, a volte, il blast-beats appiattisce un po’ il tutto.
Tastiere in primissimo piano a tessere melodie di impatto e di gusto vagamente arcano, a supporto di un growl a tratti isterico, rabbioso. Non mancano vistosi rallentamenti, ove viene dato ampio respiro all’atmosfera già precedentemente descritta. Grandioso per respiro il refrain, scandito a piena potenza dai syntesizers e dalla batteria, rapida a passare dai blast-beats ai 4/4 hyper-speed a doppia cassa.

Subito dopo è il turno della canzone che dà il titolo all’album: Armageddon’s Evolution. Lo stile ed il groove non mutano rispetto alle due canzoni precedenti, ma la voce è più spostata verso uno screaming sempre isterico, rasente la follia. Notevoli ancora una volta i rapidi cambi di tempo, la consistenza delle parti di tastiera ed i pesantissimi rallentamenti.
E’ poi il turno della visionaria e trasognante intro strumentale Chant of Rebel Angels (sul sito ufficiale del gruppo, la stessa è riproposta in chiave techno), di introduzione a FFF (Freezing Fields of InFinity), ove la partenza con i blast-beats formano un muro di suono invalicabile, poco dopo fermato con un rallentamento poderoso e deciso, per poi ripartire verso la parte centrale della canzone, arricchita da parti soliste di chitarra, peraltro piuttosto rare durante il platter.

Torna il growl pieno e potente di War-A.N. a dettar legge in un insieme perfettamente cementato dai syntesizers di Vac-V, mai assenti o con cali di tono. Anzi, in questa canzone ne costituiscono il motivo dominante che identifica la canzone in mezzo alle altre.
Sesto pezzo, Xenomorphized Soul Devoured, parte invece lentamente, in maniera pesantissima e ritmata, per poi scatenarsi nell’oramai classico stile del gruppo. Eccellente il break centrale, dove ricompare, per merito delle chitarre, il tocco Thrash come più sopra descritto ed la strofa finale, con chitarre convulse a rincorrersi con assoli dissonanti, a terminare con uno stacco horror-style delle tastiere. La settima canzone è Disconnected Minds, che inizia con un brevissimo intro, lento, pesante, dominato dalle tastiere, per poi partire alla velocità massima con una serie di blast-beats inframmezzati solo da fulminei 4/4, semplici, ma molto dinamici ed efficaci.

Le tastiere, come al solito, formano un continuo e poderoso tappeto sinfonico sul quale vengono cucite con gusto le altre componenti del Crionics-sound. Per un breve momento, appare una clean voice (guest musician Olaf R.), unica nell’intero lavoro. E’ la volta quindi di Celestal Interference, ottavo brano, che inizia con un pregevole duetto chitarra/tastiera, con il basso di Markus a tessere trame potenti e decise. Poi il pezzo prende forma sempre lentamente sopra lo scheletro delle onnipresenti tastiere, per poi di nuovo viaggiare a velocità da blast-beats. Un crescendo indovinato, estremamente dinamico e di grande impatto sonoro. Notevole la parte centrale, rallentata e sofferta, che lascia parte alla parte finale, velocissima.
A chiudere, Black Manifest (The Sermon to the Masses), che parte subito senza indugi verso l’estremismo sonoro grazie alla parte ritmica, incessante e senza alcuna soluzione di continuità per quanto riguarda l’intensità complessiva. Di nuovo, la canzone rallenta brevemente per dar spazio alle tastiere, e quindi riparte verso le alte velocità, inframmezzandosi con mid-tempos ed intarsi davvero originali di tastiera, a duettare con il growl feroce di War.A.N..
A chiudere la canzone, un richiamo a “O Fortuna”, del Carmine Burana, che pone le basi al delirante e visionario finale della canzone stessa.

In definitiva, uno dei masterpiece del genere, ormai inflazionato, ma nel quale i Crionics riescono, con quest’album, a dire qualcosa di originale, specificamente nell’uso massiccio ma adeguato delle tastiere, nella parte ritmica poderosa ed hyper-speed ma mai caotica, e nel songwriting di una certa classe, che produce canzoni stilisticamente omogenee ma sempre diverse e riconoscibili l’una dall’altra.

Tracklist:

1 – Arrival of Non-parallel Aeons
2 – Final Inversion
3 – Armageddon’s Evolution
4 – Chant of Rebel Angels (intro)
5 – FFF (Freezing Fields of InFinity)
6 – Xenomorphized Soul Devoured
7 – Disconnected Minds
8 – Celestial Interference
9 – Black Manifest (The Sermon to the Masses)

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80