Recensione: Armored [EP]

Di Matteo Di Leo - 27 Febbraio 2013 - 0:00
Armored [EP]
Band: Fragore
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

Decisamente una piacevole sorpresa: questo il pensiero che mi sovvenne alla fine del mio primo appuntamento con i Fragore. Una scoperta per me, nonostante questi ragazzi siano in giro da oltre dieci anni e in passato abbiano realizzato due autoproduzioni a nome “The Dark Side Of Ambition” e “The Keeper”, che a questo punto m’impongo di recuperare quanto prima.

Perché tanto entusiasmo? Semplice, perché i Fragore scrivono delle belle canzoni, che per quanto derivative possano essere, sono sempre estremamente divertenti e quindi con l’EP “Armored” segnano decisamente punto a proprio favore.

Si potrebbe comodamente derubricare la loro proposta nella categoria ‘alternative metal’, ma non diremmo tutto e non renderemmo giustizia al terzetto piemontese. Allora scendiamo nei particolari per dire che si tratta di una metallica, adrenalinica commistione tra industrial, ‘modern metal’ (per le ritmiche e il growl di matrice death che di tanto in tanto fa capolino), gothic danzereccio e synth rock. Nonostante la mole di elementi utilizzati, vi è la grande semplicità strutturale delle composizioni tipica del pop (suvvia, non fate quelle facce!) che, unita alle ficcanti melodie delle stesse, fa breccia nell’ascoltatore fin dal primo ascolto e questo in tale proposta musicale è un gran bene. Ciò ricorda inevitabilmente lo scenario alternativo statunitense e mitteleuropeo (tedesco in primis) di fine anni ‘90, ma la vena creativa della band riesce a far passare in secondo piano tali uguaglianze, d’altronde inevitabili nel ‘periodo formativo’ di ogni artista.

Luci laser pian piano illuminano una sala fino quel momento buia: le futuristiche tastiere con cui si apre “White Dust” disegnano un simile scenario nella mia testa e la danza può cominciare. Voci sovra-incise urlate/pulite declamano i versi su un tempo che dire marziale è poco. L’elemento metal è per lo più relegato a rinvigorire le ritmiche in attesa del ritornello che sa essere robotico e trascinante. “Burn” è invece una traccia da goth-dance floor, tanto è ballabile e ruffiano questo mezzo tempo, pur nella spigolosità di certi frangenti. Per avere un’idea, pensate ai brani più accessibili e ‘da classifica’ di gente tipo Skunny Puppy, Nine Inch Nails e tutta la degenerata progenie di Trent Reznor. Se non muovete le natiche, siete belli che morti!

Nomen omen dicevano i latini, ovvero nel nome c’è il destino: è quasi scontato allora che una canzone chiamata “Sad People” sia la più malinconica delle quattro presenti. Il flavour gotico la abbraccia totalmente, in special modo nel cantato di strofe e bridge, mentre il refrain questa volta è affidato al growl, con rimandi neppure tanto vaghi ai Crematory di “Act Seven”. “Earth”, ultimo pezzo in scaletta, non si discosta molto da quanto ascoltato nell’apripista, chiudendo idealmente un cerchio e scandendo con precisione la dinamica privilegiata dal gruppo. La preminenza di harsh vocals e suoni techno pop fanno pensare a un ibrido tra i Deathstars e i Theatre Of Tragedy del (giustamente) bistrattato “Musique”.

Dopo queste belle parole, perché un ‘settanta’ e non un voto più alto? Subito spiegato: per scelta mia sono poco propenso a dare voti alti a EP cosi brevi. Oltretutto, le buone impressioni in questa sede suscitate devono esser confermate nel CD completo, altrimenti “Armored” sarebbe soltanto uno specchietto per le allodole, giusto? La palla passa ai Fragore ora, voi nel frattempo drizzate le antenne verso questa band.

Matteo Di Leo

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Tracce

01. White Dust 3:48
02. Burn 2:14
03. Sad People 4:12
04. Earth 3:48

Durata 15 min.

Formazione

Davide Nunziante – Voce/Chitarra
Andrea Lorenti – Basso
Alessandro Baronetto – Batteria

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