Recensione: Arrival

Di Luca Corsi - 30 Dicembre 2008 - 0:00
Arrival

Il silenzio è indubbiamente il più grande e temibile nemico che una band possa affrontare nel corso della sua carriera.
Quando questo minaccioso ostacolo si protrae per lungo tempo, lascia malinconicamente spazio alla paura, e spesso, alla rassegnazione di non sentire/vedere più i propri idoli esibirsi nei palchi di mezzo mondo. A volte, anche coloro che non sembrano avere (o non mostrano) punti deboli, persino i migliori, vengono assorbiti in quella sorta di buco nero immenso e profondo rappresentato dal silenzio discografico.

Questo è ciò che è accaduto ai maestosi Journey, autentici dominatori degli anni ’80, colpevoli però, di aver fatto mancare ai propri fan il piacere di ascoltare un loro lavoro dal lontano 1986, anno di pubblicazione del superbo “Raised On Radio”.
Tra progetti solisti (quelli di Steve Perry e Neil Schon in primis), collaborazioni illustri (Schon e Ross Valory protagonisti del magnifico “Eye Of The Storm” dei The Storm, senza scordare la momentanea formazione dei grandi Bad English con Jonathan Cain) e allontanamenti per divergenze musicali (qualsiasi riferimento a Steve Smith è puramente casuale), i nostri piombarono in una sorta di letargo. Sonno compositivo spezzato nel 1996 con “Trial By Fire”, ma soprattutto, gloria finalmente ritrovata con il successivo e stratosferico “Arrival”, uscito nel 2001.

Il lavoro – che segna l’ingresso in formazione del singer Steve Augeri e del drummer Dean Castronovo – può essere definito senza esitazioni come il più bello dai tempi di “Raised On Radio”, dimostrando che passano gli anni, ma la classe, quella vera, resta, e in questo caso risplende più che mai.
Nonostante la sua durata molto elevata (ben 15 i brani composti), “Arrival” è in grado di riscaldare l’orecchio dell’ascoltatore con riff fiammanti e degni dell’ispirazione dei tempi d’oro, ma al tempo stesso di cullarlo delicatamente con straordinari lenti da massimo dei voti, facendo persino scordare cosa sia la noia.
Pezzi pregiati quali “Higher Place” – scritta assieme al grande Jack Blades dei Night Ranger“All The Things”, “World Gone Wild”, “I Got A Reason”, “To Be Alive Again” e l’elettrica “Nothin’ Comes Close” si evidenziano come i maggiormente energici e d’impatto, brani in cui è la sei corde di Neil Schon a dirigere i giochi. Il master mind del gruppo si conferma ancora in grado di sfoggiare prestazioni di altissimo livello, senza far rimpiangere i fasti di un tempo ed esaltando chi ascolta. Grande prestazione quindi, come puntuale e precisa si rivela essere la collaborazione fornita dal nuovo drummer Dean Castronovo, ex illustre di band del calibro di Bad English e Hardline.
Come da tradizione, i Journey si celebrano nelle ballad e negli episodi dal ritmo più rallentato ed accogliente. Le meravigliose “All The Way”, “Signs Of Life”, “With Your Love”, “Lifetime Of Dreams”, “Kiss Me Softly” e le seducenti, nonché dal ritmo un pizzico orientaleggiante, “Loved By You” e “Livin’ To Do”, (è la tastiera di Jonathan Cain la protagonista principale), lasciano semplicemente a bocca aperta dopo un singolo ascolto.
Viene quasi da chiedersi come sia possibile concepire dei pezzi così malinconici, romantici e quasi commoventi.
Il nuovo cantante Steve Augeri (ex Tall Stories), dinanzi al difficile compito di non far rimpiangere il fantastico Perry, compie una prestazione da pelle d’oca, si dimostra singer di razza ed in forma smagliante, interpretando ogni singola strofa come meglio non poteva, risultando più che all’altezza, soprattutto nei lenti. Un apporto, il suo, fondamentale e senza dubbio decisivo per la straordinaria riuscita dell’album.

Così, dopo aver “riassaporato” la scena del rock melodico con “Trial By Fire”, i maestri dell’AOR creano il fantastico “Arrival”, un’altra loro creatura dal fascino irresistibile. Un disco da custodire con gelosia, il loro migliore prodotto dalla metà degli eighties (titolo usurpato solo dall’arrivo di “Revelation” nel 2008).

Semplicemente magnifico.

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Tracklist:

01. Higher Place
02. All The Way
03. Signs Of Life
04. All The Things
05. Loved By You
06. Livin’ To Do
07. World Gone Wild
08. I Got A Reason
09. With Your Love
10. Lifetime Of Dreams
11. Live And Breathe
12. Nothin’ Comes Close
13. To Be Alive Again
14. Kiss Me Softly
15. We Will Meet Again

Line Up:

Steve Augeri – Voce
Neil Schon – Chitarra / Back. Voc
Ross Valory – Basso / Back. Voc
Jonathan Cain – Tastiera / Back. Voc
Dean Castronovo – Batteria / Back. Voc