Recensione: Art Bleeds [Reissue]

Di Emanuele Calderone - 16 Aprile 2009 - 0:00
Art Bleeds [Reissue]
Band: Gory Blister
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2003
Nazione:
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78

Tarantini, nati nel 1991, i Gory Blister sono una delle tante e ottime realtà italiane che per un motivo o per l’altro non hanno mai raccolto il successo che avrebbero meritato.
L’allora quartetto formato da Daniel alla voce, Raff alle chitarre, Bruce Teah al basso e Joe alla batteria, arriva alla pubblicazione del suo primo full length, intitolato Art Bleeds, pubblicato solo nel 1999 e dunque a ben otto anni dalla formazione della band stessa, tempo che ha portato ottimi consigli ai quattro musicisti italiani.

Art Bleeds è infatti un ottimo lavoro di death metal con venature thrash e tecniche, che davvero non ha nulla da invidiare a tanti altri gruppi usciti in quest’ultima decade: pur non nascondendo le proprie influenze (Death in primis), rielabora la musica in maniera personale, tanto da rendere il sound dei Gory Blister facilmente riconoscibile.
Il platter si snoda per nove brani tutti molto brevi e diretti (non si va oltre i quattro minuti e tre secondi della opener), che non lasciano mai un momento di respiro, grazie sopratutto a riff imponenti, martellate in doppia cassa continue, un basso possente che pulsa sullo sfondo e soprattutto il potente apparato vocale di Daniel, capace di un growl ora più basso, ora quasi al limite dello scream.
Già dalla prima Primordial Scenery i Blister mettono il piede sull’acceleratore, travolgendo l’ascoltatore con un macigno puramente death, al quale si affiancano una buona dose di elementi presi dalla tradizione più  tecnica del metal: è così dunque che si susseguono numerosi cambi di ritmiche, controtempi, aperture melodiche di gran pregio. La coppia che segue rappresentata da As Blood Moves e dalla title-track, si attesta su sonorità più prettamente “progressive” miste al death-thrash, ricalcando quanto fatto anni a dietro dai Death di Human ed Individual Tought Patterns, con un risultato finale davvero convincente. La prima si fa apprezzare per l’egregio lavoro svolto da una sezione ritmica capace di mantenere tempi imprendibili che rendono il pezzo decisamente avvincente; la seconda è invece un brano più canonico e “in your face”, dotato della giusta grinta, che pur non facendo gridare al miracolo, risulta essere gradevole grazie a
delle linee melodiche piuttosto azzeccate.
Mermaids Beloved è invece l’unica strumentale che incontreremo durante l’ascolto dell’album. Questo brano è a tutti gli effetti piuttosto atipico e fuori dai canoni della musica dei tarantini, presentandosi con una base melodica composta di un arpeggio di chitarra, sul quale si adagia una voce di soprano che rifarà la sua comparsa solo per pochi istanti in Snowfall.
Da qui in poi la band non si ferma più in parentesi riflessive e torna a pestare forte con brani come la “progressiva” Anticlimax, senza ombra di dubbio la più costruita e studiata, ricchissima di momenti fortemente debitori al progressive metal, con numerosi stop and go e non ultimo il solo di chitarra posto poco dopo la metà del brano.
Restano da citare sicuramente A Gout From The Scar, una vera e propria mazzata votata alla velocità d’esecuzione e la conclusiva Comet…And Her Trail Of Spiritual Dust, splendida nelle sue progressioni e dotata di riff di chitarra assolutamente adatti al pezzo, più l’aggiunte di sessioni soliste mozzafiato.

I difetti attribuibili al lavoro sono pochi, tra i quali l’ombra dei Death che aleggia sulle composizioni dei nostri, ma ciò è comunque mitigato da una certa capacità di re-interpretare quei cliché che si possono ritrovare sparsi per l’intera tracklist del disco.
Per il resto, rimane anche da segnalare la presenza di brani meno riusciti, quali Snowfall e Cognitive Sinergy, decisamente sotto tono rispetto al buon livello qualitativo che caratterizza la restante sezione del disco. Promossi dunque a pieni voti, ma con la coscienza che in seguito faranno sicuramente di meglio.

N.B. L’album è stato rimasterizzato nel novembre 2003 dalla Sekhmet Records ed è più facilmente reperibile rispetto alla prima uscita, prodotta per altro indipendentemente.

Emanuele Calderone

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Tracklist:

01 Primordial Scenery
02 As Blood Moves
03 Art Bleeds
04 Mermaids Beloved
05 Anticlimax
06 Cognitive Sinergy
07 Snowfall
08 A Gout From the Scar
09 Comet… and Her Trail of Spiritual Dust
10 Never Let Me Down (Depeche Mode Cover)

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