Recensione: As We Die Alone

Di Stefano Ricetti - 6 Aprile 2007 - 0:00
As We Die Alone
Band: Thunderstorm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

Dopo aver cantato le lodi dell’advance Cd di As We Die Alone sulle pagine di TrueMetal, e avergli appioppato un bel “Ottanta” come valutazione, ero veramente curioso di capire se il combo di Fabio “Thunder” Bellan – chitarra e voce – Omar Roncalli – basso – e Attilio Coldani alla batteria potesse, con questo full length, confermare un giudizio tanto lusinghiero.

As We Die Alone
Il disco è impreziosito da un’immagine di copertina particolarmente azzeccata e soprattutto reale, con qualche piccola aggiunta, che ritrae un fiume lombardo molto vicino ai Nostri, ma ne saprete di più fra un paio di settimane, allorquando pubblicheremo l’intervista con Thunder e Omar. Il Cd si apre con Hawking Radiation, già edita sull’advance, che parte con un intro molto azzeccato spazzato via poi in un sol colpo dalla chitarra a maglio di Fabio Bellan, granitica e pesante come altre poche volte mi era capitato di sentire. Da segnalare il break arpeggiato di chitarra molto melodico a metà brano, che dà a questo pezzo doom dalle mille facce una connotazione spirituale. Death Rides on the Highway è una “pachera” – traduzione di scavatrice da alcune forme dialettali del nord Italia – che, tronfia di atmosfere Settantiane, spiana tutto quanto trova sulla propria strada. Di We Die As We Dream (Alone) e I Wait ho già scritto qualche tempo fa e qui ribadisco: la svolta dei Thunderstorm dai classici cliché doom. Ritengo questo binomio quanto di meglio finora sia stato inciso da Thunder & Co: una ballad inquietante, Ossianica, dalle centinaia di sfaccettature, un qualcosa che travalica e fa crescere il concetto di metallo oscuro. I Black Sabbath, idoli insieme ai Trouble dei Nostri, fanno capolino in Hypnowheel of Life, rocciosa quanto basta. L è solo l’intro psicotico a S.L.O.W. , l’altro pezzo da novanta di As We Die Alone: un brano doom classico al 100%, diretto e massiccio, che farà la gioia di tutti i puristi del genere, quelli che finora hanno fatto diventare i Thunderstorm una delle più belle realtà europee del genere. Il lavoro di chitarra acustica di Preacher’s Dream funge da preludio a The Mad Monk, un pezzo convenzionale da buon bridge melodico e nulla più. Si chiude con la cover di Voodoo Child (Slight Return) di Jimi Hendrix, dignitosamente riuscita e ammorbata, come allora, di quella sana e malata psichedelia che oggi si trova con il lanternino.

As We Die Alone è, a mio avviso, il disco della svolta dei Thunderstorm, una band che è riuscita a innovare – e bene – , in un ambito, come quello del doom, dove spesso risulta difficile uscire dagli schemi senza snaturarsi. L’italianità di Thunder e soci è uscita prepotentemente, senza paura, segnando la strada di quello che potrebbe essere la “nuova variante” del genere, per un album ambizioso quanto basta.
Il voto viene confermato, ovviamente.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Tracklist:

01. Hawking Radiation
02. Death Rides On The Highway
03. We Die As We Dream (Alone)
04. I Wait
05. Hypnowheel Of Life
06. L
07. S.L.O.W.
08. Preacher’s Dream
09. The Mad Monk
10. Voodoo Child (Slight Return)

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