Recensione: Astra

Di Andrea Loi - 12 Dicembre 2006 - 0:00
Astra
Band: Asia
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

Nel music business, spesso, le logiche commerciali non vanno di pari passo con la qualità di un disco.
E’ il caso di questo “Astra”, i cui risultati in termini di copie vendute non furono pari alle attese della Geffen, che senza troppa remore scaricò il gruppo e cancellò pure il tour di supporto all’ album.

Le quotazioni della band erano in forte ribasso e i forti contrasti interni (leggasi litigate furibonde del duo Wetton – Howe) già durante il tour di “Alpha” (secondo lavoro in studio della band) posero fine alla parabola del gruppo per tutta la decade, almeno per quel che concerne i lavori in studio.

Il primo super-gruppo degli Eightes, che sbalordì il mondo con il platter d’esordio (con il conforto di quattro milioni di copie vendute solo negli States ) introdusse un nuovo modo di “pensare melodico” dando nuova linfa a quella frangia dell’Hard melodico denominata e conosciuta come AOR. Giunti quindi al fatidico terzo album, gli Asia si fanno autori di un vistoso cambiamento nell’approccio compositivo, e le pallide reminiscenze prog dei primi due full-length lasciano spazio a composizioni di matrice pomp/AOR, unendo all’aulica raffinatezza propria degli episodi precedenti, un impatto melodico e un’immediatezza che, a posteriori, porterà solo benefici.
Steve Howe non prende parte alle registrazioni lasciando il posto alle sei corde al pur valido Mandy Meyer proveniente dai Krokus.
Il risultato, capirete, non può che appagare i palati più raffinati ed esigenti, rasentando l’ optimum per le melodie stupendamente intrecciate a esecuzioni tecnicamente di alto livello: l’iniziale “Go”, estratta a suo tempo come singolo, è un inno quasi onomatopeico dove i tasti d’avorio di Geoff Downes fanno la parte del leone imponendosi con naturale maestosità nelle maglie di una canzone che mantiene una punta di agressività e di brio.
In piena competizione (in quegli anni al culmine) USA-URSS non poteva mancare l’ inno alla madre patria con “Voice of America”, dolce e solenne (ma anche un pò ripetitiva e patetica) fà da preludio a uno dei capolavori dell’album: “Hard on Me”, song ad alto potenziale, è impregnata di cascate di note supportate da un refrain da pelle d’oca e dalle onnipresenti tastiere di Downes, in grado di produrre dei tappeti sonori la cui efficacia rappresenterà un marchio di fabbrica in tutta la produzione del decennio successivo.
Il platter non presenta quasi mai cedimenti di sorta: la sognante “Wishing”, l’anthem “Rock and Roll Dream”, l’orecchiabile (e un pò scontata) “Too Late”, tutte dalla forte inclinazione radiofonica, rappresentano momenti di grande presa, forse in linea con la consuetudine cinematografica del tempo, che si legava spesso a colonne sonore di derivazione prettamente hard oriented (non a caso il gruppo collaborò alle musiche del film “Over the top” di Sylvester Stallone).
Concludo citando l’apocalitica “After The War”, piccola gemma finale: elegante nel suo incedere, fotografa in buona misura gli umori di questo disco, che sicuramente rappresenta un importante episodio di hard melodico.

Tracklist:

1 – Go
2 – Voice Of America
3 – Hard On Me
4 – Wishing
5 – Rock And Roll Dream
6 – Countdown To Zero
7 – Love Now Till Eternity
8 – Too Late
9 – Suspicion
10 – After The War


Line Up:

John Wetton: Bass, Vocals
Geoff Downes: Keyboards
Mandy Meyer: Guitar
Carl Palmer: Drums

Ultimi album di Asia

Band: Asia
Genere:
Anno: 2014
79
XXX XXX
XXX
Band: Asia
Genere:
Anno: 2012
85
Band: Asia
Genere:
Anno: 2010
80
Band: Asia
Genere:
Anno: 1994
86