Recensione: Azathoth

Di Stefano Risso - 16 Agosto 2005 - 0:00
Azathoth
Band: Azathoth
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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45

Demo d’esordio per i veneti Azathoth, attivi sin dal
1996, ma che a causa di numerose vicissitudini riescono solo nel 2004 a produrre
il primo lavoro.

Il disco è composto da 5 tracce (fra cui un’intro
strumentale) che si attestano su canoni thrash metal con qualche lontana
influenza black e dark. Un lavoro che non presenta particolari spunti
d’interesse. Le canzoni (in particolar modo le prime tre) si susseguono senza
lasciare all’ascoltatore sensazioni degne di nota. La struttura generali dei
brani è semplice, fin troppo lineare, che unita ad una produzione “casalinga” e
ad un’esecuzione non sempre precisa non riesce a far decollare la proposta degli
Azathoth. Quello che maggiormente manca alla musica di questo demo è
l’energia, quel vigore che rende trascinanti le composizioni e che porrebbe in
secondo piano le pecche di produzione/esecuzione. Le tracce procedono
stancamente verso la fine lasciando nell’ascoltatore un preoccupante senso di
vuoto e d’incompiuto. Anche l’utilizzo della voce mi sembra inadeguato e non
perfettamente incline con la musica. Su una base prettamente thrash il growl/scream
del cantante risulta fuori luogo. A risollevare le sorti del lavoro ci pensa la
quinta e ultima canzone The Beast That Lives In Me, dove finalmente si
riscontrano i primi segnali positivi. Una bella introduzione pianistica e un
coro in sottofondo fanno da incipit ad una traccia dai toni oscuri, maggiormente
strutturata delle precedenti e con una breve accelerazione sul finale in stile
Darkthrone.

Troppo poco comunque per una valutazione positiva del disco,
deficitario sia sotto il profilo compositivo che esecutivo. Certamente la
produzione non aiuta (il demo è stato prodotto in casa) e anche se la band
esorta a non tenere conto dei suoni (come se ce ne fosse bisogno, trattandosi di
un demo autoprodotto…) e a soffermarsi sulle idee, la mia analisi su questo
lotto di canzoni è negativa proprio per la scarsa qualità delle idee contenute
nel lavoro. A questi ragazzi consiglio comunque di accogliere le mie critiche
come stimolo per migliorare e progredire, consolidando ambizioni e motivazioni,
con l’augurio che il prossimo lavoro possa veder premiati i propri sforzi.

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