Recensione: Bad Python

Di Matteo Bovio - 13 Gennaio 2002 - 0:00
Bad Python
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Anno: 2001
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75

La mia recensione a questo demo non può che partire con un profondo elogio per la grandissima professionalità di Cristiano Bandini, mente ed esecutore di questo promozionale “Bad Python”. Una qualità che oggi giorno, soprattutto nell’underground, purtroppo viene sempre più spesso trascurata, ma che è fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi progetto.

In tutto troviamo 5 tracce, per un totale di circa 15 minuti di musica interamente strumentale. Infatti Chris è un chitarrista, e come recita la sua stessa biografia trae ispirazione dai classici Malmsteen, Satriani, Vai, Moore, Van Halen e così via, ma anche da tutto il metal, Death incluso, e dal rock anni ’70. Molte di queste influenze emergono dall’ascolto del suo Cd, soprattutto nelle parti più tranquille. Aggiungo come nota che egli stesso si è occupato anche della programmazione della batteria nonchè di suonare le parti di tastiera e basso.

Si parte con “Tornado, Fire Notes”, canzone che può essere ben riassunta dal suo titolo stesso. Appoggiandosi ad un riffing molto Hard Rock, Chris fa un uso sapiente delle parti soliste, riuscendo a mettere sullo stesso piano una buona dose di tecnica e uno spiccatissimo senso per la melodia. Questa caratteristica emerge ancora più chiaramente nella seconda “Lost Horizon”, dove la chitarra solista è la regina incontrastata, e va a ricercare una linea molto malinconica, sorretta da un giro minimale di basso e un leggero tappeto di violini. Veramente tanto di cappello per quel che riguarda questa traccia: dimostra infatti come oltre alla tecnica il musicista sappia puntare anche alla melodia, cosa che visto il genere non può venir meno. Consiglierei in partiture come questa di rimanere più nell’essenziale, senza cercare improbabili virtuosismi dove non servono.

Si arriva quindi alla title-track, “Bad Python, che attacca con un riff debitore senza ombra di dubbio all’Heavy Metal più canonico. Ancora una volta è l’intrecciarsi di chitarra ritmica e solista a creare il brano. Diciamo che in questa parte emerge la parte più cattiva, sempre mediata dal tocco melodico, e che anche in questo caso, nonostante sia penalizzato dalla registrazione casalinga, il nostro ne viene fuori più che dignitosamente.

A chiudere il demo sono due brevi tracce, che mostrano più distintamente due aspetti fondamentali per un chitarrista. In “Requiem” Chris abbandona la distorsione per mettere in luce ancora una volta la vena melodica: direi che era un episodio risparmiabile, ma essendo il Cd in questione un promozionale, sicuramente non fa male, anzi, da un’ulteriore conferma a quanto già detto. A chiudere invece è “Improvisation”, dalla quale emerge la tecnica del nostro, anche se devo dire con qualche piccola sbavatura; intendiamoci, si tratta di piccoli particolari che di sicuro non compromettono il risultato globale.

Questo Cd è da intendersi come un vero e proprio promozionale: lo scopo principale di questo chitarrista è infatti trovare un gruppo Hard Rock nel quale suonare. Vi assicuro che se siete in cerca di un chitarrista non potete nel modo più assoluto perdervi questa occasione, perchè trovare professionalità e competenza in questa misura non è sicuramente facile. Non mi sento di consigliare l’acquisto del demo a tutti gli appassionati del genere perchè, ripeto, lo scopo principale del prodotto quello “commerciale”, ma quello promozionale. Se siete in cerca di un ottimo chitarrista, non lasciatevi sfuggire l’occasione.
Matteo Bovio

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